toponimi Siracusa - Toponomastica Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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toponimi Siracusa

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VILLAGGI ORMAI SCOMPARSI: TROGILO; STENTINELLO; LEONE I greci chiamarono Troghilos in primo luogo l'intera baia tra Tapso e Acradina (sec. Silio XIV, 269: Trogilos austris). Poi particolarmente la parte meridionale della stessa (Tuc. VI, 19; Livio XXV, 23 ; ed altri). Secondo Cluverio (106) intorno alla torre Targia esisteva il Casale Trogilo (Trogilus Vicus) (107) ed a mare il Portus Trogiliorum. Il toponimo Trogilo è oramai inesistente. Esso deriverebbe da voce greca che significa sec. G. Mignosa «uccello delle rive del Nilo» (108). Supposizione mia è che il toponimo sia nato in riferimento alle innumerevoli grotte già abitate in periodo siculo e sicano esistenti nella zona fino ai nostri giorni. II Capodieci (109) concorda con altri nell'ammettere che il porto dei Trogili sia l'attuale scalo Stentino. A proposito di tale scalo, il Gaetani (110) ci ricorda come nel 1528 «i Turchi sbarcati nello scalo dello Stentino, presso Scala Greca, tanto si inoltrarono nella campagna che giunsero a saccheggiare l'antichissima chiesa di S. Marziano (S. Giovanni fuori le mura) nell'antico quartiere Tica». Stentinello, ora ricordato nel nome di una via della zona industriale della Targia (111), è una località di cui non so derivare il toponimo ma che desidero menzionare in quanto in essa si trovò un villaggio trincerato testimoniante la presenza dell'uomo in questa zona fin dall'inizio dell'età neolitica. Le capanne avevano forma rettangolare pressoché identiche a quelle di monte Casale (Pantalica) e Metapiccola (Lentini). I tipi di manufatti rinvenuti a Stentinello sono stati presi come paragone per l'assegnazione cronologica di quei reperti archeologici che si suppone risalgano ad un periodo compreso fra il paleolitico e il XX sec. a.C. Tale età viene infatti chiamata presicula o neolitica o stentinelliana. Molti oggetti provenienti da Stentinello si possono ammirare presso il museo archeologico di Siracusa. A Stentinello si sono trovate le tracce della più antica civiltà agricola siciliana. «La favorevole posizione geografica e la natura del clima favorirono la costituzione di insediamenti uma¬ni sin dai tempi più remoti... Ben poco si sa di queste popolazioni primitive che vivevano raccolte in villaggi di capanne, erano in possesso di armi di selce e di asce di pietra levigata, e si dedicavano alla lavorazione delle ceramiche, dapprima impresse e poi dipinte. Scarsa è anche la conoscenza delle genti successive che si sovrapposero verso la metà del terzo millennio a.C. giungendo, probabilmente, dal medio oriente ed esperte nella lavorazione dei metalli... Nelle età successive i villaggi si fecero più fitti e popolosi ma in conseguenza della pirateria dei marinai preci eli abitanti dei vari centri della costa furono costretti a ritirarsi verso l'interno e a munire le nuove località di fortificazioni, come ad es. Pantalica...» (112). Altro casale di cui sono perdute le tracce, ma menzionato da Cluverio, fu Leon. Tale toponimo è ben attestato di origine greca in quanto già Tucidide cita Leon «località a sei stadi da Epipoli» e Livio (XXIV 39, 13) come «piccola baia circa un miglio a nord di Siracusa». (106) Veterum Svracusarum typus. (107) Stefano Bizantino ci riferisce che Trogilo fu contrada Regio Siciliae e non casale o città. (108) Secondo G. Mignosa (Priolo Gargallo da borgo fendale a centro industriale SR 1960) «Tali dovevano sembrare, per i Sicani, i primi greci che sbarcarono su queste coste». (109) Antichi Monumenti II pag. 314. (110) Annales, II. (111) In un tratto dell'ex via Priolo Sud fra i due caselli ferroviari all'altezza della Eternit Siciliana. (112) Da Italgeo – Ed. Bonetti – MI – 1965.
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