toponimi Siracusa - Toponomastica Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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toponimi Siracusa

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MADDALENA - PLEMMIRIO Attualmente con contrada Maddalena o contrada Isola o contrada Isola della Maddalena (194) si intende quel tratto di territorio costretto fra il seno Dascone del porto grande (spiaggia del Sacramento) e la retrostante strada provinciale che porta alla Costa Bianca del Plemmirio. Tale penisola è chiamata della Maddalena in quanto lì nel periodo normanno, sulle rovine del preesistente tempio di Ercole (195), venne edificata una chiesa in onore a Santa Maria Maddalena (196). Già nel 1302 troviamo un privilegio (contenuto nel libro 1° dei Privilegi e Diplomi della città di Siracusa) intitolato «De pascendis bestiis in terris sylvestribus insule sancte Marie Magdalene». Il termine Isola, secondo alcuni, starebbe in vernacolo per penisola (197) ma poiché non trovo riscontri similari nell'area della Sicilia Orientale sono più propenso ad ammettere che il toponimo derivi dal vocabolo basso latino Isula che in italiano sta per «appezzamento di terreno rinchiuso (in siciliano chiusa). Toponimi uguali si trovano sparsi per tutta l'area sud orientale della Sicilia (198). Col termine Penisola della Maddalena si intende quel pro-montorio che già dai Greci venne chiamato Plemmirio. Scrisse Tucidide «Parea a Nicia, che fosse benfatto il fortificare Plemmirio, il quale è un promontorio, incontro alla città che sporgendo in fuori, fa l'entrata del gran porto stretta». Plemmyra, si chiama la marea, per cui Virgilio, nell'Eneide III, 693 accennando ad esso lo battezza "Undosum" cioè battuto dalle onde (199). Su questo promontorio, Nicia fece costruire un castello (200), oramai inesistente, che si pensa costruito in quel luogo chiamato Mondio. Da un punto di vista naturalistico la penisola aveva, fino a quindici-venti anni fa, grande importanza in quanto rappresentava un punto di riferimento alla linea migratoria di molti uccelli che dall'Africa andavano in Europa (e viceversa). In quella zona, e soprattutto lungo quel tratto di costa alta che da punta Tavernara va oltre il Capo Murro di Porco, è ancora possibile osservare un aspetto vegetazionale oramai unico su tutta la costa Jonica cioè una fitta prateria a palma di S. Pietro (detta pure palma nana; in lat. Chamaerops Humilis; in siciliano Giummarra). Essa è l'unica palma spontanea dell'area del Mediterraneo e qui si trova abbarbicata con tenacia sulle rupi delle coste marine. Chissà per quanto tempo ancora la nostra civiltà farà sopravvivere questo particolare ambiente naturale se non si ricorrerà ben presto ai ripari, almeno con adeguate protezioni. La penisola della Maddalena o Plemmirio include varie località. A Nord-Est, la zona antistante al porto viene chiamata Massoliveri o Massolivieri. Segue un'altra località chiamata Carrozza (201) ed una piccola area rurale chiamato Locu a Campa (202). L'altopiano sovrastante che va verso il Capo Murro di Porco è detto contrada Case Vacche, mentre la parte scoscesa rivolta a Sud, al giorno d'oggi a forte incremento residenziale-turistico, viene detta Costa Bianca o Costa Bianca del Plemmirio. (195) Citato quest'ultimo anche da Plutarco. Le tombe e i ritrovamenti archeologici della zona testimoniano che questa penisola fu abitata in età egeo-anatolica (XVI - XIV sec. a.C.). (196) Attorno a tale chiesa esisteva un fiorente casale. Ciò si rileva da una bolla di Alessandro III data in Benevento il 4 maggio 1168 «... Casale S. M. Magdalenae...» (dal Pirri, Not. Eccl. Syr.). (197) Forse confortati dal fatto che anche la penisoletta protendentesi verso l'Isola delle Femmine viene chiamata comunemente «Isula» mentre per indicare l'isollotto si dice «l'isula i fuora». (198) A Caltagirone, Mineo, Mascalucia, Ramacca, Buccheri, Leonforte, Gagliano Castelferrato, etc. (199) Sicano praetenta sinu iacet insula contra Plemmyrium undosum nomen dùcere priores Ortigiam. (200) Privitera, op. cit. I, 122 «Inoltre (gli ateniesi) conosciuto quanto fosse di gran vantaggio per loro l'esser padroni del promontorio Plemmirio... giusto sul poggio che vi sta a cavaliere si diedero a fabbricare un castello che dal promontorio stesso già prese il nome. Questo poggio dai terrazzani è chiamato il Mondio che vale Modio, per la somiglianza ad una siffatta misura di grano. Non si vedono vestigi dlell'anitico; ma d'intorno e più della parte di mezzodì, il luogo è sparso di rottami e di pietre in quantità grande, e mostrano che un tempo eranvi fabbricati di gran mole». (201) Dal basso lat. Carrotus che significa Viottolo. Vedi Carrozziere. Nella carta top. di Siracusa del 1883 anche gli isolotti (scoggbi) a ovest del cosidetto (scogghiu a jalera) vengono detti «le carrozze». (202) Dall'arabo Qabr che vuol dire Sepolcro? In quel posto preesisteva una necropoli.
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