toponimi Siracusa - Toponomastica Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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toponimi Siracusa

C
MARCHESATO DI CASSIBILE (EX FEUDO) Le prime notizie sull'istituzione di questo vasto feudo risalgono ai tempi di Re Martino d'Aragona il quale concesse a Giacomo D'Ariccio la baronia di Cassibile. In data 18-1-1937 Re Martino il giovane concesse al barone di queste terre la proprietà delle acque dell'omonimo fiume. Altri feudatari che si sono susseguiti, degni di menzione, sono stati i Branciforte, principi di Butera, in ultimo la messinese famiglia Loffredo, già baroni di Cassibile. Fu infatti Ferdinando di Borbone I°, Re delle due Sicilie, a concedere a molte antiche baronie il marchesato, fra i quali il 4-12-1797 concesse a Silvestro Loffredo il titolo di Marchese. Tale concessione venne effettuata anche in riconoscimento ai meriti che la famiglia Loffredo si guadagnò per gli atti di beneficenza e per l'intervento nella ricostruzione e nell'abbellimento della città di Messina dopo il terremoto del febbraio 1783. In tempi recenti, fra il 1908 ed il 1974, marchesa del feudo fu Maria Emanuela Pulejo (232) che fin dall'età di 17 anni seppe reggere le sue terre ed i commerci che ne derivavano con diligente accuratezza. Ultimo ed attuale discendente è il marchese Gutkowski Puléjo Loffredo Silvestro F. che ha saputo trasformare la vasta proprietà con criteri razionali e moderni, ed ha impiantato molteplici culture che sono fonte di benessere e di lavoro per centinaia di famiglie. L'ex feudo, nella zona pianeggiante, si estende all'incirca fra il fiume e la frazione di Cassibile, mentre sulle colline iblee confina con il territorio comunale di Noto. Alcune fra le località comprese in questo marchesato sono Cugno Zagaria, Cugni di Cassaro, Cugni di Mola, Muraglia, Cozzo Spineta, Cugni di Rausa, Valle di mare, Fontane Bianche, Straticò, 50 salme, 22 salme, 30 salme. (232) Ebbe il feudo ed il titolo in seguito alla morte, durante il terremoto di Messina (1908), dello zio Gaetano II Loffredo. 50 SALME, 30 SALME, 22 SALME Questi appezzamenti di terra corrispondono per l'esattezza al numero delle salme che misurano. Tali superfici agrarie sono diventate, nel tempo, veri e propri toponimi (233). (233) Da ricordare che la misurazione della superficie in salme deriva dall'antica unità di misura lineare siciliana che è la canna: 1 canna di Palermo = 2,065 m. I miglio siciliano = 720 canne. 1 miglio quadrato = 100 salme di Palermo. (Dal Balsamo - Pizzi - Marabitti - Sistema metrico per la Sicilia presentato a sua maestà dalla deputazione dei pesi e delle misure - PA 1808). Nel 1930 con l'istituzione del nuovo catasto terreni si p&ssò dalla misura di superficie in salme, in uso fin dall'istituzione del catasto borbonico, a quella in ettari moltiplicando i dati rilevati dai registri per ha 1,74.62.
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