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CATACOMBE DI S. GIOVANNI Sono adiacenti al convento dei frati e vi si accede per un vestibolo rettangolare addossato ad una distrutta abside appartenente alla preesistente basilica normanna. Dal vestibolo suaccennato si diparte la grande e principale arteria detta «Decumanus maxi- mus», che divide la necropoli in due regioni : settentrionale e meridionale. E' una grande galleria, quasi in linea retta, che va da ovest ad est, scavata nella roccia calcarea e taglia in due le catacombe. Da questa galleria principale si dipartono ad angolo retto sei gallerie minori a sud ed altrettante a nord per le quali si penetra nelle altre zone. Queste catacombe furono scavate sulla traccia di una lunga galleria artificiale filtrante che si dirigeva alla ricerca di vene di acqua potabile in direzione nord verso il tufo basaltico, sottostante il calcare, dell'altopiano di Acradina. Le catacombe di S. Giovanni vennero scavate in un periodo che va dal 415 al 360 e quindi non sorsero in periodo di persecuzione cristiana bensì nei tempi in cui il cristianesimo fu accettato dalle autorità costituite. Lo stato in cui trovarono le catacombe gli archeologi della fine del secolo scorso non fu certo di perfetta conservazione. Molto nel tempo è andato perduto e distrutto attraverso le secolari devastazioni barbariche «ed oggi non resta che lo scheletro denudato delle gallerie con le tombe tutte violate e sconvolte, le coperture epigrafiche frantumate e disperse, sfregiate le figure degli affreschi superstisti» (92). E qui è bene ricordare le tristi vicende subite dalle catacombe negli anni 445-468 per mano dei Vandali-Ariani di Genserico, i quali sbarcati dall'Africa in Sicilia saccheggiavano e distruggevano tutto ciò che vi era di sacro (93). Nel 549 il territorio siracusano veniva devastato dall'esercito di Totila, non risparmiate le chiese (94). Dal 669 in poi Siracusa subisce lo sbarco ed il saccheggio degli Arabi, che si ripete nel 705 e 740. Dal 727 al 732 la Sicilia sotto la dominazione bizantina dovette sostenere una feroce persecuzione religiosa da parte degli Iconoclasti, i quali, per decreto di Leone Isaurico, che vietava il culto delle immagini sacre, distruggevano statue e pitture religiose, torturando i fedeli (95). Nell'827 ricompaiono gli Arabi, che per un anno intero assediano Siracusa occupando il territorio circostante; ma la totale rovina della città avvenne nell'878, quando ritornati gli Arabi in Siracusa e stabilito il loro quartiere generale in Acradina, propriamente nell'antica cattedrale che sorgeva sulle catacombe di S. Giovanni, presero la città facendo una spietata strage dei cittadini, che a lungo avevano resistito all'assedio, e depredando non solo le case private ma specialmente le chiese. (92) C. BARRECA, I primordi del cristianesimo a Siracusa; Roma 1935. (93) PROCOPIO, De Bello Vandalico, lib. I - CASSIODORO, Chronicon. (94) PROCOPIO, De Bello Gothico, lib- III, cap. XL. (95) TEOFANE, Cronologia - MIGNE, Patrologia greca, tom. CVIII.