toponimi Siracusa
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MASSOLIVIERI Il toponimo deriverebbe da Marsa e Olivieri. Marsa è vocabolo arabo che indica rada (205). Al-Idrisi estese l'appellativo di marsa anche ai porti, siano essi grandi o piccoli scali, per cui è chiaro il riferimento al porto grande di Siracusa se non addirittura al Seno Dascone. Oliveri (206) deriva da olive. Quindi rada degli ulivi. In effetti la zona è ancora coltivata ad ulivi (207) e può darsi che gli arabi ne abbiano iniziato o intensificato la coltura. Al-Idrisi nel suo testo non menziona gli uliveti di Sicilia mentre mezzo secolo dopo il Falcando (208) li ricorda espressamente. Ciò fa supporre che in effetti il paesaggio agricolo siciliano del tempo non sia stato dominato dagli uliveti mentre sappiamo che ai tempi dei Greci le ulive avevano arricchito gli agrigentini. Già ai tempi di S. Gregorio Magno (209) sembra che la produzione dell'olivo sia stata di dominio dei popoli africani mentre in Sicilia predominavano per prima la coltura del grano e poi quella della vite. Scrisse l'Amari «Si ritrae che, quando gli Africani pagarono le prime taglie ai vincitori Musulmani, il capitano 'Abd Allah Ibn Sa'd. vedendosi recare un mucchio di monete d'oro, domandava a un cittadino come le guadagnassero, e quegli, postosi a cercare intorno, e trovata un'uliva :«ecco donde le caviamo» disse ad 'Abd Allàn: «I Rum non hanno ulivi, e comperano l'oro nostro con quest'oro». La denominazione di Rum, che qui significa abitatori d'Italia, è da estendersi al presente caso anche alla Sicilia; sapendosi che vi si importava olio d'Africa nel IX sec., nell'undicesimo e fino al duodecimo. Nell'XI secolo. Al-Bakrì ci attesta la esportazione degli oli di Sfax per la Sicilia. Nel XII sec. si mandava grano di Sicilia in Africa per levarne olio e altre derrate (Pirro. Sic. Sacra p. 975)». (205) Marsa sono pure località di Noto e Ispica. Marsala (Marsà-Ali); Mar- zamemi (Marsà 'al haman), cioè Rada delle tortore. Forse in riferimento alla passa di questi uccelli. (206) Liveri, località di Ragusa. Auliveri loc. di Comiso. (207) In Questo caso ci sarebbe un perdurare di coltura. Si vede che in quella sona, date le condizioni particolari del terreno, si è indovinato da secoli il tipo 'li coltura iriiirliore da adottare. Dobbiamo comunque riconiare che i musulmani Portarono in Sicilia un nuovo innesto di olivo, a tutt'oggi esistente e chiamato olivo saraceno. (208) Presso Caruso - Bibl. sicula p. 408. (209) Epistole - 600-604 d.C.