Veneziano Giuseppe - Siracusani

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Veneziano Giuseppe

V

L'eremita di Grottasanta di Giuseppe Carrabino
tratto da "I SIRACUSANI" anno II n.7 Maggio Giugno 1997

altre notizie sulla chiesa di grottasanta






Giuseppe Veneziano nel 350° anniversario della morte

Il venerabile Servo di Dio nacque ad Augusta nel 1548 da Tommaso e donna Vincenza. Il padre, indicato sui rilievi con il diminutivo "Maso", esercitava Fattività di falegname, ed era uno dei quattro "mastri d'ascia" operanti nel borgo.
Giuseppe non ebbe istruzione letteraria a causa delle modeste condizioni sociali della famiglia. Dai genitori ricevette una sana educazione morale e religiosa "che custodì gelosamente, quale patrimonio prezioso".
Trascorse un'infanzia particolarmente travagliata. Augusta attraversava un periodo di estremi disagi, dapprima per la ricostruzione delle modeste case distrutte dal sisma del 10 dicembre 1542, e successivamente per le continue incursioni ottomane che ripetutamente, a partire dal 1551, colpirono la città. Al riguardo, è interessante la descrizione dei fatti che ci offre Francesco Vita, autore dell’Inesto istorico della città d'Augusta, pubblicata a Venezia nel 1653: «La crudeltà e la furia devastatrice degli invasori, il terrore degli augustani, furono tali che ben presto la città rimase desolata e i poveri abitanti se ne andarono erranti dalle proprie case». Ed è proprio a seguito della incursione turca del 16 luglio 1551 che la popolazione di Augusta subì un drastico ridimensionamento. Basti confrontare i rilievi del 1548 e il successivo del 1568 per notare la riduzione degli abitanti da 2752 a 1376 unità.
Potrebbe essere proprio questa la causa che determinò l'esodo dei Veneziano nella vicina Siracusa, dove si stabilirono e furono sempre considerati cittadini siracusani. A Siracusa Giuseppe affiancò il padre nell'attività di calafataro e costruttore di barche. Nel 1585 si unì in matrimonio con Margherita Galesi con il proposito di formare una famiglia cristiana ed esemplare. Ebbe dodici figli maschi e una femmina. Quattro si consacrarono al sacerdozio, gli altri si unirono in matrimonio a Siracusa, Sciacca ed Augusta.
Di buon mattino Giuseppe iniziava la sua giornata con la preghiera, poi si recava al lavoro con gioia e serenità, destando in tutti grande ammirazione.
Rimasto vedovo a tarda età, volle consacrarsi totalmente al servizio di Dio, e sull'esempio dei santi eremiti che erano vissuti isolati in caverne nei dintorni di Siracusa, dediti soprattutto alla penitenza, decise di imitarli.
Per vivere questa nuova esperienza scelse una delle grotte naturali di Cozzo Romito, distante circa due miglia dall'abitato di Siracusa. In questa grotta, Giuseppe vi si recava quotidianamente per venerare il SS. Crocifisso. Successivamente, per meglio svolgere il suo apostolato fondò assieme ai suoi primi seguaci la "Congregazione di Gesù e Maria".
Siracusani del tempo cominciarono a frequentare la Congregazione in modo particolare il venerdì "in cui si fa memoria della passione di nostro Signore". Durante il tragitto dalla città alla grotta, i fedeli recitavano il Rosario con la coroncina in mano, poi giunti dinanzi al Crocifisso si prostravano in preghiera.
Il 18 giugno del 1643 il vescovo del tempo Mons. Francesco Elia Rossi, ammirato dalla santità di vita del Veneziano e dei suoi seguaci, approvò le regole della congregazione nominando governatore il sac. Biagio Cutrona.
Dopo la morte di Giuseppe Veneziano, avvenuta in Siracusa l'I Marzo 1647, i fedeli continuarono a tener viva la devozione al SS. Crocifisso di Grottasanta in particolar modo nei venerdì di marzo e nella terza domenica di Settembre. Trascorso un periodo di oblio durante il quale d santuario rimase in stato di totale abbandono, sul finire del 1680 il culto del Crocifisso fu rinverdito ad opera di alcuni fedeli siracusani. E in questo periodo che viene eretta sul costone roccioso del Romito una grande croce di legno.
Nel 1728, il sac. Francesco Li Greci fece costruire un altare per celebrarvi la S. Messa in tutti i venerdì dell'anno, e da allora la grotta divenne un "divoto santuario".
Anche Mons. Francesco Testa, vescovo di Siracusa, diede il suo apporto per far rifiorire il culto alla "grottasanta"; in particolare, il 25 Aprile 1753 ottenne dal papa Benedetto XIV, l'indulgenza plenaria per tutti i fedeli che confessati e comunicati, venerano devotamente quell'immagine del SS. Crocifisso.
Si deve al suo successore, l'Arcivescovo Giuseppe Antonio De Requesens, l'input per la formazione del processo canonico del Veneziano. Durante il corso degli anni 1764-65 furono infatti raccolte le testimonianze giurate sulla santità di Giuseppe Veneziano di cui si conserva una trascrizione nella Biblioteca comunale di Augusta.
Da allora, la memoria di Giuseppe Veneziano e del Crocifisso di Grottasanta, è tenuta viva dai padri Servi di Maria, che dal 1935 curano la chiesa parrocchiale sovrastante la grotta.
Augusta e la Congregazione di Gesù' e Maria
Anche ad Augusta fu fondata una delle prime congregazioni di Gesù e Maria. I confrati, animati di gran fervore, sul finire del XVII secolo ebbero a costruire la loro chiesa in prossimità del Regio Castello, introducendovi il culto del SS. Crocefisso.
Furono in molti a seguire l'esempio dei primi "figli'" del Veneziano, basti pensare che all'inizio del XVIII secolo, la chiesa di modeste dimensioni non poteva "più contenere tutti li fratelli". Nel 1733, i consultori di Gesù e Maria ottennero di trasferirsi nella chiesa di S. Giovanni "per l'aumentato numero delli fratelli, non potendosi ampliare dieta chiesa a causa che si ritrova collaterale alla piazza d'armi".
Un secolo dopo, la congregazione contava ben 441 confrati, seguita da quella di S. Giuseppe con 153 "mastri" delle varie arti, e da quella di Maria Addolorata con 103 sacerdoti e civili; le altre congregazioni contavano poco meno di un centinaio di iscritti. Questi dati, tratti da documenti custoditi nell'Archivio storico municipale, ci offrono un significativo quadro del ruolo che ha avuto la congregazione di Gesù e Maria nella città di Augusta. Basti pensare che ai 441 confrati, si deve aggiungere il consistente elenco di mogli e figli iscritti al Monte di Gesù e Maria, sicché la congregazione risultava una realtà determinante nella vita ecclesiale della città.
Nel 1847, bicentenario della morte del Veneziano, Augusta volle commemorare solennemente la figura del Servo di Dio, promuovendo una serie di celebrazioni durante il corso dell'anno. Il primo atto ufficiale fu la posa di una lapide marmorea all'interno della chiesa di Gesù e Maria per iniziativa dei consultori della congregazione. Gli stessi consultori, con la collaborazione del rettore del tempo, ottennero un Rescritto pontificio datato 1 giugno 1847, con il quale si dichiarava l'altare maggiore della chiesa "privilegiato quotidiano perpetuo". In quel periodo si diede maggior impulso a tutte le attività della congregazione, in particolare venne privilegiata l'assistenza spirituale e morale dei confrati, come pure il culto della Eucarestia e del Crocefisso.
Momenti privilegiati di fede erano rappresentati "dalli quarantori delli giorni carnevaleschi e dalli stazioni quaresimali", oltre alla visita delle sette chiese sacramentali e il quarantore della settimana santa alla Matrice. Il martedì santo, giorno in cui ricadeva il turno della congregazione, i confrati con torcia in mano e corona di spine sul capo, si recavano nella chiesa Madre portando su una "varetta" il SS. Crocifisso.
Questa tradizione è stata perpetuata ininterrottamente sino alla vigilia del secondo conflitto mondiale, poi a seguito del bombardamento del 13 maggio 1943 che rase al suolo la chiesa, anche il fervore dei confrati venne meno. Sull'area di Gesù e Maria, dopo decenni d'abbandono, nel 1991 è sorto un prefabbricato che ospita i giovani della Azione cattolica della chiesa Madre. Così, a distanza di quattro secoli, il misterioso legame con Giuseppe Veneziano vive ancora!




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