Castello Michelangelo
Tratto alla rivista "ISIRACUSANI" BIMETRALE DI ARTE STORIA E TRADIZIONI ANNO V N. 23 GENNAIO FEBBRAIO 2000.
E uscito da protagonista
E uscito dalla scena della vita il 31 dicembre 1999 E uscito dalla scena della vita il 31 dicembre 1999, chiudendo un ideale sipario sul secolo e sul millennio. Una uscita da protagonista, perché Michelangelo Castello fu protagonista in una città popolata in buona parte da comparse e figuranti, in cui i protagonisti sono delle autentiche rarità. E morto a 53 anni, stroncato da un male che solo poteva avere ragione di una forte fibra di uomo e di sportivo.
Notissimo nel territorio, Michelangelo Castello esercitava ad alti livelli la professione di medico radiologo. Ma la sua notorietà proveniva anche dall'attività intellet¬tuale a cui si è dedicato giovanissimo prediligendo tematiche innovative ed ardue. Michelangelo era una persona perbene, cresciuto nel rispetto per gli altri che manifestava in ogni occasione col tratto di una nobiltà d'animo esercitata con asciuttezza. Manifestava apertamente intolleranza per le storture, intransigenza per il malcostume politico, giudizi spartani per le colpe di chi abbrutisce la collettività con ignoranza e gusto deteriore. Promotore di numerose iniziative culturali, lo ricordo giovanissimo quando, assieme a Paolo Morando, diede vita ad un gruppo teatrale col quale mise in scena un testo di Marlowe allora inedito per Siracusa. Tempra di innovatore, ha coltivato interessi intellettuali di notevole spessore qualitativo, sopravanzando i suoi coetanei con intuizioni sempre originali. Il suo sodalizio con Paparoni è sintomatico di una ansia di ricerca ben oltre i limiti del provincialismo borghese: ne nacquero iniziative all'avanguardia per Siracusa, che spaziavano verso aree poetiche e figurative di forte impegno.
Le sue predilezioni per Ezra Pound, per W.B. Yates, per le concezioni filosofiche avveniristiche e tuttavia legate alle origini del pensiero, per l'ermetismo, per i significati reconditi dell'arte in tutte le sue manifestazioni, e per un irrinunciabile gusto estetico, sono testimonianze indimenticabili di vivido ingegno e di ispirata sensibilità. "Mater dulcissima" è una manifestazione d'arte che rimane nella storia culturale siracusana, e che porta anche la firma di Castello. Ha pubblicato diverse opere di poesia, tra cui "E notte chiama" del 1972 che lo segnalò subito per una anelante ricerca di spiritualità, e "Il cortile delle api" in cui evidenziava un grande fascino da puzzle e temi celesti. II suo gusto innovativo emerge anche dall'idea di inserire tra le poesie una busta contenente "trentasei cellule cerebrali del I secolo dopo Cristo" da assimilare al suo testo sulla morte di Archimede. Il filosofo Cappuccio scrisse che per Castello esisteva una "catena ermetica che la coscienza astratta lega alla leggenda delle origini dell'arte".
Secondo Enrico Di Luciano, Michelangelo Castello era assimilabile alla figura di un cavaliere ("l'ultimo dei cavalieri") per la nobiltà d'animo e la rettitudi¬ne di vita.
Quando ci incontravamo, arrivava ansiosamente alla domanda:"Ma che cosa possiamo fare per questa città, per risollevarne i destini, per arginare la marea montante dell'ignoranza diffusa e del pessimo gusto?". Me lo chiedeva e se lo chiedeva non con rabbia, senza livore o astio, ma con dolorosa consapevolezza di una realtà alla (piale si rifiutava di soccombere.
L'ultima volta lo vidi smagrito e sofferente, ma negli occhi gli balenava sempre l'indomabile spirito di uomo retto e incontaminato nell'anima, di uomo rigoroso fino al manicheismo soprattutto con se stesso, di uomo generoso di fraterno affetto con gli amici più cari e con le persone di cui aveva stima. Anche per lui vale la dolorosa epigrafe di Federico Cardia Lorca: "...Tarderà molto a nascere, se nasce, un uomo cosi puro, così ricco d'avventura. Canto la sua eleganza con parole che gemono, e ricordo una brezza triste tra gli ulivi...".