Adorno Mario e carmelo - Siracusani

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Adorno Mario e carmelo

A
Mario Adorno (Siracusa, 1773 – Siracusa, 1837) è stato un avvocato e patriota italiano, discendente da un'antichissima famiglia patrizia e dogale genovese.
Partecipò ai moti carbonari del 1820-1. Nel 1837 accusò, in un proclama fatto firmare dal sindaco di Siracusa Emanuele Francica, barone di Pancali, il governo borbonico di essere stato causa della diffusione del colera in Sicilia ponendosi così a capo dell'insurrezione siracusana.
Fu giustiziato insieme con il figlio Carmelo.
Adorno Mario
Avvocato e patriota, nasce a Siracusa nel 1773. Di idee liberali e antiborboniche, partecipa ai moti carbonari del 1820. Durante l'epidemia del 1837, si fa portavoce del malcontento popolare e redige un manifesto con cui accusa i borboni della strage, provocata - a detta sua - attraverso un veleno. II manifesto viene fatto firmare dal sindaco Pancali e diffuso in tutta la città, suscitando cosi la rivolta popolare. L'11 agosto le truppe regie entrano a Siracusa, dove ancora si trova Mario Adorno promotore della sedizione e autore del manifesto. L'Adorno viene incarcerato e il 13 agosto Siracusa e dichiarata città ribelle e spogliata del capoluogo, che passa a Noto, fedele al trono. Tra il 16 e il 17 agosto si svolge il dibattimento dentro il castello Maniace, viene emessa sentenza capitale ed il giorno successivo Mario Adorno viene fucilato in piazza Duomo dopo aver assistito all'uccisione del figlio Carmelo. Cosi scrive di lui l'avvocato Giuseppe Parlato: «...combattè corpo a corpo una lotta accanita, anelante, contro un nemico che gli pareva un gigante ed era un fantasma. In questa lotta spese tutte le energie del suo ingegno e della sua attività e crede di aver vinto e di aver raggiunto il suo alto ideale; ma quanto fu grande la gioia e l'altezza nell'ascensione, tanto più grande fu il dolore e rovinosa la caduta. E pero nell'ultimo giorno egli fu un eroe».



FOTO DI;Di Jez Nicholson - fonte, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53326789
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