Accarpio Vincenzo - Siracusani

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Accarpio Vincenzo

A

Vincenzo Accarpio non è più tra noi ma sempre presente per ciò che fece



Studioso della lingua e delle parlate siciliane, allievo di Giorgio Piccitto, ha realizzato una sintesi utile per chi volesse imparare la lingua siciliana


LINGUA SICILIANA PDF



Enzo Accarpio - L'altra Poesia - Canti popolari dell'agro netino Bonanno Editore - pagg. 233 - € 20,00



Questo libro contiene una raccolta di 174 canti popolari siciliani trascritti in maniera rigorosa e facilmente leggibili da chiunque, tradotti 'parola per parola' ed annotati e, al tempo stesso, uno studio scientifico per gli specialisti della materia sul dialetto siciliano, in particolare sulla parlata di Noto. Un capitolo di 29 pagine è dedicato ai casi di fonetica sintattica (sandhi) dì uso più frequente, un altro capitolo fornisce delle spiegazioni sui simboli e le metafore ricorrenti nei canti ed un altro ancora da conto delle varianti riscontrate nelle raccolte di canti popolari siciliani di Giuseppe Pitrè, di Uonardo Vigo e di Corrado Avolio.
Frutto di decenni di ricerche e di studi, vede finalmente la luce questa preziosa raccolta di canti popolari della civiltà Contadina dell'agro netino, che si presenta, quasi come un complemento, un'appendice dei Canti popolari di Noto del grande demologo Corrado Avolio, concittadino dell'autore, ma con la scientificità imposta dagli attuali progressi della scienza del linguaggio. Non per nulla tutti i testi presentano la trascrizione fonetica, ovviamente destituita del significato e del valore che si dava al cosiddetto fonografismo, piuttosto ricondotta nel solco vitale e fertile degli studi linguistici più avanzati,
Accarpio, che ha raccolto i canti dalla viva voce del popolo, registrando e trascrivendo alla maniera del compianto Antonino Uccello, dà così voce alla cultura del ceto subalterno, al di là di ogni spinta ideologica, con un interesse dialettologico e letterario insieme, salvando così dall'oblio un patrimonio linguistico di alto valore semantico e poetico, ancorché anonimo.  
Enzo Papa

Enzo Accarpio è nato a Noto nel 1943. Già docente di lingue straniere, si è sempre interessato di studi demologici, di dialettologia e di traduzioni, ma non ha mai pubblicato alcunché per una sua naturale modestia e irrisolta ritrosia.
Questa e la sua prima pubblicazione.

REDDE RATIONEM
La presente raccolta vuole testimoniare la persistenza della tradizione orale di composizioni popolari in dialetto nella città di Noto negli anni tra il 1960 ed il 1975 circa, anche se l'attività di raccolta per me non è mai cessata.
Questo libro nasce non tanto per rivelare cose fin ora non conosciute, quanto invece per documentare che cosa ancora sopravviveva, nel periodo suddetto, della tradizione orale a Noto e sotto quali forme queste composizioni si presentavano allora. II lettore che avrà la pazienza dì leggere le pagine riguardanti le varianti di questi canti che ho potuto riscontrare nelle raccolte di Corrado Avolio, Giuseppe Pitrè e Lionardo Vigo si renderà conto che buona parte delle composizioni da me raccolte erano state già trovate da questi studiosi, magari in comuni della Sicilia centrale o nel trapanese o ancora nel messinese- E, allora, nihil novi sub sole? No. Le cose non stanno esattamente cos'i. Infatti c'è da chiedersi come mai nella raccolta dell'Avallo (che ha svolto la maggior parte della sua ricerca, come me, a Noto) non sono presenti molti canti da me registrati? La risposta potrebbe essere che non erano stati ancora composti o che, composti altrove, non fossero ancora conosciuti dai Netini. Oppure ci si può chiedere perché altri canti pubblicati dall'Avolio non sono stati trovati da me? Le risposte possibili sono due: le persone da me intervistate non le avevano imparate, oppure, la catena generazionale di trasmissione di queste si è interrotta per un qualche motivo, forse non venivano considerate abbastanza interessanti. Allo stesso modo, il lettore interessato alle tradizioni popolari e alla dialettologia troverà utile il confronto fra i testi da me raccolti e quelli di Avello, Pitrè e Vigo perché potrà constatare come, spostandosi nello spazio e nel tempo, ciascun canto si è modificato e potrà trame delle conclusioni non prive d'interesse.
Sarebbe stata mia intenzione raccogliere queste composizioni facendole cantare dai miei informatori, ma la loro decisa ritrosia a farsi registrare al magnetofono mi ha costretto a ripiegare nelle mie intenzioni e accontentarmi dì registrare solo I testi, tralasciando la raccolta del motivi musicali sui quali gli stessi venivano cantali.

I testi sono stati, a suo tempo, registrati o su nastro magnetico o su fogli di quaderno, a seconda della disponibilità dell'informatore (generalmente una donna, dato che gli uomini si mostravano meno disponibili


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