Mirabella Vincenzo - Siracusani

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Mirabella Vincenzo

M > MIRABELLA VINCENZO
Mirabella apparteneva ad una nobile famiglia, giunta probabilmente in Sicilia dalla Francia al principio del ‘300 al seguito di Eleonora d’angio, moglie di Federico d’aragona (Crollalanza, 1886, II, p. 144). Vasti i suoi possedimenti nella Contea di Modica (arch.St.Sr., 1587), dove si insedio un ramo della famiglia. E probabile che abbia acquisito una buona cultura classica nell’ambiente siracusano, dove era viva la tradizione della scuola dello Scobar, cui fa cenno nella sua opera; forse trasse le sue competenze in campo matematico e musicale frequentando il Collegio dei gesuiti, attivo a Siracusa fin dal 1554. Sposo Lucrezia Platamone, anch’essa appartenente ad una mobilissima famiglia con vasti feudi nella parte meridionale dell’Isola.
Ebbe un ruolo significativo nella vita di Siracusa ricoprendo la carica di “Magister nundinarum” dal 1593, proprio in un periodo di profonda crisi economica e di carestia, che generarono non pochi tumulti fra la popolazione.
Sulla scia del rinnovamento urbanistico che tra la fine del ‘500 ed il primo ‘600 coinvolse le principali città siciliane, Mirabella ebbe un ruolo di primo piano nei cambiamenti urbanistici che interessarono la citta aretusea al principio del ‘600 con l’ampliamento della piazza della Cattedrale, grazie alla demolizione di alcune casupole che occupavano l’area prossima al Palazzo Vescovile (arch.St.Sir., 1608). nel 1610 progetto la chiesa di S. andrea dei Teatini (andrei, 1966, p. 5), demolita poi in eta unitaria per la creazione della Piazza archimede.
Nel 1611 fu Tesoriere dell’Universita e giurato negli anni 1613-14 e 1616-17 (arch.St.Sr., 1616). dal 1614 fu ascritto all’accademia dei Lincei (Bibl. acc. Lincei); il testo del diploma di appartenenza e conservato nel Linceografo della Biblioteca dell’accademia (Ms. Linceo 4. Carta 367) insieme con alcune carte “Varia pro describenda vita Vincentii mirabella” e la “Lista delle opere c’ho vedute il Signor Vincenzo mirabella aver principiato e abbozzate”, forse da utilizzare per una biografia o per l’elogio funebre del Mirabella in seno all’accademia. Mori a Modica nel 1624. grande il prestigio acquisito grazie alla sua opera “dichiarazioni della pianta delle antiche Siracuse….”, che offriva alla citta aretusea, in quanto erede di un passato aulico, la giustificazione storica per aspirare ad essere valutata alla stregua delle grandi citta dell’Isola.
In verita Mirabella considerava questa sua opera solo come parte di una storia di Siracusa cui lavorava da anni, che, pero, non vide mai la luce.


vedi anche mappa le antiche siracuse

tratto da Mitica Aretura anno I N.2

Q. Ortigia - Figlio di Michele Mirabella e Giovanna Alagona, fu storico, matematico, geografo, poeta e musicista, o meglio, teorico della musica. Ma la sua fama è legata soprattutto alla figura dell'archeologo e del numismatico; Infatti, la sua opera fondamentale, che segnò l'Inizio della riscoperta archeologica di Siracusa, e che gli procurò riconoscimenti e onori, si intitola Dichiarazione delle Piante della Antiche Siracusa ed alcune scelte medaglie d'esse e de' Principi che quelle possedettero (Napoli, Lazzaro Scorrigglo, 1613 e successiva ristampa, nel 1717 a Palermo, per tipi di G.B. Aiccardo).
Mirabella fin dal 1573, all'età di soli tre anni, era rimasto orfano del padre Michele, proprietario del palazzo dirimpetto alla Chiesa di San Tommaso Apostolo, nell'attuale via Mirabella. Della sua Istruzione nulla è dato sapere; quasi certamente di natura enciclopedica e di alto livello, forse studiando presso i gesuiti, presenti a Siracusa fin dal 1554 e apprendendo II latino, il greco e la matematica. Nel 1590 sposò la nobile e facoltosa Lucrezia Platamone, figlia di Antonio Platamone e della baronessa Giovanna Zumbo, da cui sembra non abbia avuto discendenza, con conseguente estinzione del ramo siracusano della famiglia.
Il giovane Vincenzo, dato l'alto lignaggio e censo (che gli consentiva tra l'altro di mantenere degli schiavi), prese parte attiva alla vita politica e amministrativa della sua città. In un contesto difficile, di corruzione e malversazione degli amministratori locali, il Mirabella nel 1593 fu eletto Magister Nundinarum; nel 1608 risulta tra I procuratori della Chiesa Cattedrale; nel 1611, tesoriere dell'Università; giurato della città e procuratore Hospitalis homlnum. SI rese, inoltre, protagonista di alcune importanti iniziative edilizie, quali la progettazione della Chiesa di S. Andrea dei Teatini e la supervisione, per conto del Senato siracusano, dell'edificazione del ponte di pietra sul fiume Anapo; ma fu soprattutto l'unico siciliano membro dell'Accademia romana dei Lincei (ascritto nell'anno 1614). Intorno al 1620 il Mirabella lasciò Siracusa trasferendosi a Modica, forse per dirigere i lavori di costruzione della Chiesa di S. Maria delle Grazie, forse perché accusato dalle autorità di tenere nella sua casa delle riunioni sediziose antigovernative sotto la parvenza di adunanze accademiche. Ad ogni modo, egli trascorse l'ultimo scorcio di vita a Modica dove morì probabilmente il primo giugno 1624 mentre attendeva a completare la Storia Universale di Siracusa, rimasta incompiuta e andata perduta, così come non sopravvissero le altre sue opere e il suo museo privato. Con II passare degli anni, ma già quando era ancora in vita, la sua attività e gli studi archeologici cominciarono ad essere svalutati e ridimensionati, tanto da essere considerati più che altro frutto di una mal celata frenesia di esaltazione acritica della storia patria. Nello stesso anno di morte del Mirabella, il suo concittadino Giacomo Bonanno, duca di Montalbano, con l'opera L'Antica Siracusa Illustrata, scritta a quattro mani con Pietro Carrera di Militello di Val di Catania, intese screditare Mirabella di fronte alla cerchia degli studiosi con II mettere in dubbio non solo la validità scientifica della Dichiarazione delle Piante delle Antiche Siracusa, ma perfino la sua preparazione culturale. Il Carrera, addirittura, scrisse del nobile siracusano che oltre l'imperizia nelle lettere, fu figlio di padre mo- dicano [?], e se lo stesso si "intitolò Cavaliere, già dai nobili Siracusani fu fortemente biasimato". E che uno di loro si prese la briga di rivedere l'albero genealogico di famiglia da cui risultava, essere la stirpe dei Mirabella, costituita sempre da "persone Ignobili e di bassa condizione".

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