Mascali Rosario - Siracusani

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Mascali Rosario

M

Nei bassi di via della Maestranza, oggi civici 20/22, c’era la casa del Libro fondata nel 1930 da Matteo Mari, titolare della SEI filiale di Catania, e nel 1936 ceduta a Rosario Mascali, poi gestita dal figlio Lorenzo che la cedette all’attuale proprietaria Marilia Di Giovanni.

Rosario Mascali con il figlio Lorenzo



l'attuale libreria in via della Maestranza oggi gestita da Marilia Di Giovanni.

La casa del libro sulla destra nel palazzo della Prefettura

 


su di lui scrisse Piero Fillioley

Rosario Mascali aveva novant'anni e non li dimostrava. Si è staccato dalla vita col soave appellativo - come in una favola di libraio di Siracusa.

La "sua" Casa del Libro è da sempre il punto di riferimento dei lettori d'ogni campo culturale. Nella Mastranza, questa strada elegante e famosa dentro Ortigia, Mascali era rimasto l'ultimo dei tre "M", che singolari nel ramo, vi esercitavano la propria impresa. Marchese e Marciante lo avevano preceduto nel trapasso. Ora, come accade sovente, i ricordi si aggiungono al rimpianto.
Uno, patetico, mi riguarda di persona. È il "Due Emme", la sigla editrice del mio primo libro pubblicato trentatre anni fa col titolo "Vent'anni dopo il Podestà". Le "Due Emme" sono appunto le iniziali dei cognomi. Marchese e Mascali, accoppiati generosi e gioiosi, nell'editare quel mio libro e confortare la mia trepidazione neofita.
Le fattezze fisiche di lui (questo mio disegno tenta di mostrarle accattivanti quali erano: vasti occhi dentro occhiaie profonde, dolce lo sguardo come il sorrìso) s'accoppiavano alle maniere affabili e signorili di trattare.
La Casa del Libro rifulgeva della bellezza delle due vetrine luminose, sempre gremite di libri allogati con grazia perfino nel compararne i colori di copertina. Una singolarità colpiva, entrando in quella libreria: sullo spigolo, fra due scaffali, era affìssa, incorniciata, una grande fotografia di Angelo Musco, rivelatrice del profondo sentimento affettivo di Mascali per il grande attore e per la comune genesi catanese. Da Mascali sono passati, nei decenni, personaggi eminenti della cultura letteraria, politica e storica del Paese.
Lui non aveva remore ideologiche né Finzioni o fìsime moralistiche. Possedeva il senso della misura, mai ambigua. Sapeva, per l'esperienza accumulata, consigliare o dissuadere, sempre garbato e gentile; non subiva, però, soggezioni personalistiche, anche trovandosi dinanzi a personaggi di alto livello: Brancati, Bufalino, Quasimodo, Sciascia e simili eccellenti. Per tutti Mascali aveva pari contegno, sereno, signorile, suadente occorrendo.
Fu perciò, e rimase per sempre, personaggio della storia civile e culturale di Siracusa. Il rimpianto unanime, anche nella stampa, lo ha dimostrato in abbondanza.
Bozzetto di Piero Fillioley,  "monco": "Zuppardo trasborda ancora, sempre genuino, dai conti e dai tributi c accede ad altro ambito dell'arte; sfata con vigore singolare il pregiudizio del conflitto tra chi tratta problemi dell'economia e del diritto e chi tiene in mano anche penne e pennelli, come vero artista".









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