porto Trogilo - Archeologia Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Archeologia
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porto Trogilo

portualità Siracusa antica
Tròghilo e muro o
 




L’assurdità delle conseguenze di un presunto sbarramento sud-nord richiede necessariamente una nuova e precisa determinazione topografica del punto di riferimento per la circonvallazione, vale a dire del Tròghilo nominato da Tucidide. Innanzitutto risulta con certezza che questa località non può essere cercata, come si era fatto precedentemente, a nord, quindi né al Porto Stentino o Stentinello (fig. 16: H₁, v. tav. XI in alto; H₂) né presso la Tonnara di S. Panagia (H₃, v. tav. XII). Infatti Livio, sulle cui indicazioni – quindi la menzione contemporanea del portus Trogilorum e della torre Galeagra che appartiene al tratto nord delle mura di Dionisio³³ (25, 23, 10) – si basa la finzione moderna dello sbarramento verso nord, ha commesso un errore. Simili errori oggettivi non sono rari in Livio e, come in molti altri casi, anche qui l'accostamento errato _____________________________ ³¹ Cfr. A. Rehm, Die sizilischen Bücher des Thukydides, Philologus 89 (1934) 133ss. ³² La topografia tradizionale fino a Göller, che ipotizzava ancora un accerchiamento semicircolare non lo conosceva cfr. fig. 5a. ³³ Riguardo alla struttura della grande cinta muraria di Dionisio I che circondava l’Epipole v. p. 97ss. 85 di due località non affini è, apparentemente, causato dalla contaminazione di due fonti³⁴ che menzionano trattative fra Siracusani e Romani durante la seconda fase dell’assedio della città ad opera di Marcello nel 212. Una delle due fonti (Polibio) riferisce di trattative delle delegazioni ufficiali prima della conquista romana dell’Epipole, che avevano luogo alla Torre Galeagra sul lato nord del plateau; l’altra fonte (forse L. Celio Antipatro secondo Sileno) descriveva contatti segreti, prima della conquista del territorio urbano vero e proprio, che avevano luogo attraverso il portus Trogilorum: quest’ultimo si doveva trovare sul mare, e non lontano dal quartiere Acradina, quindi necessariamente sulla costa orientale. L’unico tentativo di localizzare il Tròghilo proprio in quel posto è stato quello di A. Piganiol (Revue des Études Grecques 1937, 8ss.), che però è fallito perché basato sulle indicazioni di Livio. Piganiol era inizialmente giunto alla conclusione corretta: «Dès lors il faut bien que la ligne d’investissement des Athéthiens soit parallèle à la ligne du rempart telle que M. K. Fabricius nous propose de la tracer» (op. cit. 9). Considerando il vantaggio di questa teoria, l'osservatore dello schizzo di Piganiol (fig. 1 op. cit.) non la confronterà con gli errori “tradizionali” (posizione dell’Eurialo; adozione del “forte ad anello” con l’interpretazione di τὸ πρὸς βορέαν τοῦ κύκλου τεῖχος come «la partie du kyklos qui ne regarde pas la ville» [14]). Tuttavia salta all’occhio il punto esatto in cui viene localizzato il Tròghilo: è un piccolo spuntone di circa 700 m a nord degli scogli Due Fratelli (cfr. fig. 19), segnato in Lupus come punto 44. Gli “scogli piatti” segnati da lui in riferimento al “piccolo promontorio” e i “resti del castello” (segnati nelle nostre fig. 20 e 23) fanno parte delle mura di Dionisio. Anche in Piganiol, quindi, il presunto accerchiamento ateniese non ha un percorso brevissimo, ma percorre il territorio molto accidentato della zona alta orientale del plateau e la sua estremità si trova a circa 1,8 km di distanza dal muro nord siracusano. Questa localizzazione molto imprecisa si basa sul fatto che piganiol ha interpretato l’affermazione di Livio, secondo il quale il Tròghilo (e la Torre Galeagra) abbia avuto un significato di medius maxime atque … opportunus locus (25, 23, 10) per ambedue le parti, Siracusani e anche Romani, come segue: «Le Trôgilos est à midistance du port du Leon et du port de Syracuse» (12). Qui bisogna intanto tener conto del fatto che il Leone è stato localizzato in maniera sbagliata da Livio (p. 147ss.). Inoltre si dovrebbe presumere che l’attacco notturno di circa 1.000 Romani in questo punto sia avvenuto per mare (e per di più in un luogo totalmente inadatto allo sbarco di un simile reparto e dopo una traversata in nave di più di 6 km!), dopodiché le truppe d’assalto sarebbero tornate a piedi, percorrendo i 5 km fino a Scala Greca. Tuttavia secondo Polibio 8, 37 e Livio 25, 23, 15ss. (cfr. Plutarco Marc. 18) si tratterebbe evidentemente di un attacco via terra a distanza relativamente _____________________________ ³⁴ Per ulteriori dettagli v. Appendice II p. 139ss. 86 breve. Con ciò quest'argomentazione di Livio si è rivelata inconsistente. È plausibile soltanto il punto di partenza delle considerazioni di piganiol: l’incompatibilità della teoria del Tròghilo sulla costa nord con la posizione del territorio urbano di Siracusa. Contrariamente a quanto ritengono molti dei topografi precedenti, dagli scritti di Tucidide non si può dedurre che il Tròghilo si sia trovato a nord. Egli parla piuttosto soltanto di una posizione sulla costa "dell'altro mare" rispetto al Porto Grande³⁵. In piena corrispondenza si legge in Diodoro, che Siracusa sarebbe stata sbarrata ἀπὸ θαλάττης εἰς θάλατταν ³⁶ e il dubbio esternato con veemenza riguardo a quest’affermazione – e che culmina nella domanda di Heitland “Can anybody believe this?”³⁷ - non può riguardare il blocco completo in ogni caso progettato, ma soltanto la sua presunta direzione. Veramente una linea di accerchiamento dal Porto Grande all’ «altro mare» ha – in corrispondenza dell’antico concetto della penisola (v. p. 18ss. con Fig. 4) – il suo punto di riferimento a est. In questo contesto è molto interessante che Diodoro, quasi con le stesse parole – ἀπὸ θαλάττης εἰς θάλατταν – definisce quel muro di sbarramento dal Porto Grande al Porto Piccolo con il quale nel 357 i Siracusani hanno protetto la lingua di terraferma di Acradina verso l’isola³⁸. Inoltre il τὸ πρὸς βορέαν τοῦ ϰύϰλου τεῖχος di Tucidide, quindi quella parte dell’intero anello di accerchiamento che è orientato verso il Tròghilo è, secondo l’uso della lingua greca, da localizzare in direzione nord – più precisamente a nord della città e in un certo senso contrapposto al tratto di muro doppio meridionale – per questo motivo non ha un percorso sud-nord, ma generalmente un percorso ovest-est³⁹. Soltanto a questa condizione si può parlare di un reale blocco del territorio urbano a brevissima distanza “da mare a mare”⁴⁰. Tutto fa pensare che bisogna cercare il Tròghilo sulla costa orientale – e lì si trova anche il luogo che è assolutamente conforme alla destinazione derivata dal nome del Tròghilo. Dalla sua menzione nei relativi testi già Ziegler⁴¹ - in contrasto con la precedente topografia – aveva tratto alcune conclusioni appropriate: una, secondo la quale «ai tempi dell’assegnazione del nome dovrebbe essere stata notata anche dagli abitanti siracusani delle grotte» (τρῶγλαι) una località con questo nome; e l’altra secondo la quale questa denominazione non varrebbe «mai per una baia, ma per un punto sulla costa», vale a dire per un luogo che «ai tempi dell’assedio ateniese era intatto e disabitato _____________________________ ³⁵ ἐπἰ τὴν ἑτέραν θάλασσαν 6, 99, 1. 7, 2, 4. ³⁶ Diod. 14, 18, 2; cfr. anche 13, 7, 4. ³⁷ W. E. Heitland, Topography of Syracuse, Classical Review 8 (18894) 123s. Il dubbio naturalmente dovrebbe anche riguardare Plut. Nic. 17, 2 (cfr. p. 81). ³⁸ Diod. 16, 12, 1. – Per il termine stesso cfr. anche Diod. 20, 6, 3. ³⁹ Per l’uso linguistico si trovano più dettagli a p. 128. ⁴⁰ ᾗπερ βραχύτατον ἐγίγνετο αὐτοῖς ... τὸ ἀποτείχισμα (il muro ovest-est) Tucidide 6, 99, 1; ᾗπερ αὐτοῖς βραχύτατον ἐγίγνετο ... ἐς τὸν λιμένα τὸ περιτείχισμα 6, 101, 1. Cfr. oltre a Diodoro (nota 36) anche Plutarco Nic 17, 18. ⁴¹ Ziegler, Trogilos 597s. 87 Fig. 17. Costa della Mazzarona (Capo Tròghilo) e portava soltanto questo toponimo». Per quanto riguarda il nome stesso e la sua menzione in Tucidide, anche gli studi di Parke, Journ. Hell. Stud. 64 (1944) 100ss., che purtroppo non prese in considerazione gli studi di Ziegler e, come altri prima di lui, equiparava il Tròghilo (=“gnawed hole”) con il porto di S. Panagia, riportano alcune osservazioni praticamente corrette, in particolare in riferimento all’ “intensive force” del suffisso -ιλος e al fatto che «Thucydides’ 88 method of expression in referring to Τρωγίλος [ἐπὶ τὸν Τρωγίλον καλούμενον] gives some grounds for believing that the place-name had, to his mind, an evident meaning». Esiste solo un tratto di costa nei pressi di Siracusa che soddisfa a queste condizioni in maniera ideale: è la Costa della Mazzarona con il suo promontorio (Fig. 17 e tav. XI in basso) situata al bordo orientale del plateau. Essa ha inizio a circa 1 km a nord del Porto Piccolo sulla Costa dei Cappuccini e si prolunga per più di 1 km fino allo Scoglio Due Fratelli – in modo simile anche il nome Leone (p. 119) designa un tratto di costa lungo all’incirca 770 m. La Costa Mazzarona è caratterizzata da più di una dozzina di fessure e grotte, fra cui la spaziosa Grotta Nettuno, e anche da una piccola entrata a nord presso i Due Fratelli (tav. XIII). Quest'entrata oggi è coperta da detriti rocciosi naturali e da pietre crollate provenienti dal muro costruito successivamente ed è, per così dire, sbarrata verso il mare da quando è stata costruita la linea ferroviaria che corre lungo il bordo del plateau. Nelle carte più antiche risulta comunque essere ancora aperta. Questo “piccolo seno” è del resto, come annotava già Serradifalco⁴², l’unico luogo accessibile dal mare dell’intera costa orientale del plateau; inoltre si riconoscono distintamente le tracce di un’antica scala che conduceva sulla roccia calcarea e che non deve essere stata necessariamente costruita soltanto ai tempi del grande muro della fortificazione (tav. XIV). Qui si sarà sicuramente trovato un punto di approdo per barche piccole – ancora oggi, nonostante il cumulo di detriti, ci si può approdare con imbarcazioni leggere. Sebbene questa piccola baia sia un λιμενίσκιον piuttosto che un portus, può comunque essere chiaramente identificata con il portus Trogilorum nominato da Livio, ma in un contesto oggettivamente sbagliato⁴³. Trogilos, quindi, sarebbe in senso proprio il nome di un promontorio – il “promontorio della grotta”, se così si vuole chiamare. Il nome stesso non è unico e là dove possiamo con sicurezza individuare la località omonima si tratta egualmente di un promontorio, un capo: il capo Trogilos – Τρωγίλιος ἄκρα oppure Τρωγίλιον ἄκρον – sul promontorio Micale di fronte a Samo, un promontorio costiero frastagliato con piccole isole situate davanti ad esso⁴⁴. _____________________________ ⁴² Serradifalco 53: spiegazione del punto 20 sulla mappa Tav. 1: «Piccolo seno che offre l’unico punto accessibile da questo lato, e che ascendendo s’insinua nella rocca elevata sul mare circa pal[mi siciliani] 150»; quindi circa 35 m. ⁴³ Sulla forma del nome in Livio p. 90, 143. ⁴⁴ La denominazione Τρωγίλιος ἄκρα cioè Τρωγίλιον (Τρωγγύλιον) ἄκρον (Ptol. 5, 2, 8; Strab. 14, 636 cfr. Plin. N. H. 5, 135. Stefano di Bisanzio s. v. Τρωγίλιος NT act. Ap 20, 15) in quel luogo vale per il tratto di costa lungo 5 km dall’isola e dalla baia di Tanapitza fino al Capo Monowysi (i nomi sono stati confermati dalle mappe greche a mia disposizione e in parte anche da Fischer; Ruge e Kiepert equiparano con “Capo” [?] Kunupitza o Kanapitza, secondo carte geografiche turche più recenti il capo si dovrebbe chiamare Dip Burun, RE XIII 596); le grotte del vicino Ormos Kalojiru e presso il Capo Plaka non fanno più parte del Capo Trogylion; anche il nome della località Spilia che si trova nelle vicinanze non conserva l’antico nome ma indica una grotta dell’entroterra. Plinio, op. cit., chiama le piccole isole Trogiliae davanti alla costa singolarmente: Philion, Argennon, Sandalion (l’ultima è ancora oggi conosciuta come Sandaljo). 89 Tuttavia esiste anche un'espressa e secondo me anche “vera” conferma da parte delle fonti antiche per quanto riguarda l’identificazione del Tròghilo siracusano con la Costa Mazzarona, cioè per la posizione sud-est del “Promontorio della Grotta”: si trova in Silio Italico che chiama il luogo perflata Trogilos austris (14, 259), quindi battuto dal vento del sud, vale a dire dallo scirocco⁴⁵ - una caratterizzazione appropriata secondo la mia esperienza fatta sul posto e inoltre un’indicazione coerente riguardo al promontorio da determinare. Si è argomentato parecchio con l'obiettivo di rigettare questa spiegazione, ma secondo me sotto un aspetto doppiamente errato, poiché l’argomentazione si basava sulla posizione palesemente errata, a nord del Tròghilo, e per di più non si era tenuto conto della possibile derivazione dell’indicazione di Silio. Le affermazioni dell’autore secondo cui Tròghilo sarebbe una località indipendente che avrebbe mandato addirittura 1.000 uomini contro Marcello, sono totalmente insensate. Esaminando i cataloghi sui presunti alleati siciliani dei Romani (192ss.) e dei Punici (258ss.) presentati da Silio s’individuano soltanto poche indicazioni – per così dire casualmente – non insensate sotto l’aspetto storico. Questi cataloghi non sono altro che la versificazione magniloquente di denominazioni geografiche, nomi di città, villaggi, fiumi e isole per lo più, allineati senza alcun principio oggettivo. Proprio per questo motivo non ci si deve meravigliare che un punto sulla costa che noi supponiamo non essere altro che un punto di approdo, in Silio sia diventato una “città”. La forma femminile potrebbe anche derivare dalla menzione come Τρωγίλος ἄκρα nel testo d'origine perché l'autore non rinuncia neanche in altri studi⁴⁶ né ai nomi anche dei più piccoli e pressoché ignoti luoghi, né tantomeno a definire come città dei semplici toponimi. Il fatto che Tròghilo, in un certo senso solo il nome di una località, venga menzionato fra le città di Agatirno sulla costa settentrionale della Sicilia, e Reggio (Thoanteae sede Phacelina Dianae 260) non può più suscitare alcuna preoccupazione per i diversi “ordini di grandezza” dei luoghi o l’inesistente connessione fra le loro posizioni, considerando che Silio ha dato un “ordine particolare” al suo verso. Inoltre, studiando bene il testo risulta che in qualunque punto fosse possibile, in relazione ai luoghi elencati nei cataloghi sono state adottate _____________________________ Il luogo Trogilion è stato registrato anche in: Kirsten, Westermanns Atlas zur Weltgeschichte I 13, carta III. Ziegler, RE XIII 699s. vuole leggere Τρώγιλον anche per il tramandato Τρώτιλον (Tucidide 6, 4, 1. Polyain. 5, 5, 2) in base alle grotte artificiali (preistoriche) che si trovano sul posto indicato – non si sa se sia corretto. Per il resto Τρώγιλος si trova ancora come località (sconosciuta) in Macedonia in Stefano di Bisanzio op. cit. ⁴⁵ Così già Schubring, Umwanderung des Megarischen Meerbusens in Sizilien, Zeitschr. f. allg. Erdkunde, N. F. 17 (1864) 438. 440s. che, a causa dell'errata localizzazione a nord, è stato portato ad affermare che lo scirocco batteva sulla costa settentrionale, lì il vento soffia sul mare, ma la costa stessa è totalmente protetta; questa contraddizione si trova già in Ziegler, Trogilos 598. ⁴⁶ Per le prove in merito e ulteriori dettagli v. p. 130ss. 90 per intero le tipiche formule dell’ “erudizione da manuale” geografico antico. Di conseguenza presumiamo che la stessa cosa valga anche per perflata austris. Generalmente la menzione di Trogilos in Silio e portus Trogilorum in Livio dimostra che il nome della località era molto più conosciuto durante l’età post-tucididea rispetto a quanto si potrebbe supporre leggendo le diverse citazioni del nome. La “formula” in Silio ci porta ad asserire che certamente questo nome appariva nei manuali geografici; è, inoltre, probabile che si trovasse anche nella letteratura specifica storica come quella menzionata da Polibio⁴⁷. Tuttavia si pensa che si continuasse ad usarlo come nome attuale di località. Possibilmente la forma usata da Livio rimanda al τὰ Τρωγίλα ἄκρα originale – e perchè ad esempio Sileno di Calacte non avrebbe dovuto conoscere quest'imponente promontorio proprio con questo nome? Il visitatore attuale di Siracusa che si reca sull’altura della Syke, che, secondo le nostre misurazioni, è alta 60 m, ha, come gli assedianti ateniesi, una veduta ampia sul Porto Grande. Se però egli, dalla stessa posizione, guarda verso est, vede “l’altro mare” come diceva Tucidide, e questo esattamente dal punto in cui noi abbiamo appena localizzato il Tròghilo. In questa direzione correva anche il tratto settentrionale dell’anello di accerchiamento ateniese come muro ovest-est, del quale non furono mai ultimati gli ultimi 1.500 m. Rimaneva quindi spazio a sufficienza e soprattutto – nonostante la visibilità della costa! – anche terreni sufficientemente coperti per Gilippo che poteva avvicinarsi in marcia da nord senza essere visto, per poi unirsi ai Siracusani e raggiungere il territorio urbano vero e proprio (cfr. fig. 18 e 19).
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