Leon golfo approdo
Porti e portualità
Leone, Eurialo, Labdalon
Fig. 15: Leone, Eurialo, Labdalon
Le prime azioni nel maggio 414
Tratto da:HANS-PETER DRÖGEMÖLLER SYRAKUS
TOPOGRAFIA E STORIA DI UNA CITTA’ GRECA, pagina 75
identificato in modo inequivoco: è la baia del cosiddetto Leone¹⁴ (fig. 15) nella parte settentrionale del plateau. I sostenitori della precedente topografia non sanno dare una risposta alla domanda in quale modo l’intera impresa “lampo” possa essere avvenuta considerando l’esistenza di quartieri urbani sul bordo nord del plateau¹⁵. Mancano anche le risposte alle seguenti domande: per quale motivo il luogo della rassegna non si trovava vicino a questi supposti quartieri ma molto più a sud del plateau e perché, se esisteva una tale “città settentrionale”, i Siracusani non hanno disturbato gli approvvigionamenti degli Ateniesi partendo proprio da quel punto (6, 99, 4)? In tutte le descrizioni affidabili riguardanti la topografia dell’assedio si presuppone che l’armata ateniese fosse salita proprio
passando dal terreno dove successivamente sarebbe stato costruito il castello Eurialo (p. 98ss.) o comunque da una zona adiacente. Di conseguenza Tucidide viene accusato di due errori di calcolo: il primo gli venne attribuito direttamente contestando la distanza dalla costa al plateau da lui calcolato in 6-7 stadi (=1000 m)¹⁶; il secondo indirettamente, correggendo tacitamente la distanza dal luogo della rassegna dei Siracusani fino al luogo del primo combattimento sul plateau, indicata da Tucidide con 25 stadi (=3750 m). Negli scritti di ODERMANN (cfr. WICKERT 1495s.) questa distanza ammonta a più di 5 km.
Questa discrepanza mette in dubbio i calcoli degli studiosi moderni e a questo dobbiamo sommare il fatto che il forte Eurialo è difficilmente raggiungibile correndo (εὐθὺς δρόμῳ 97, 2), considerando il terreno accidentato. Come afferma Tucidide stesso, ci sono parecchi accessi settentrionali al plateau (96, 1; cfr. fig 15: Z₁-Z₄) e i due accessi orientati verso il forte Eurialo (Z₁, Z₂) non sono i più favorevoli né per la salita né sotto l’aspetto strategico. Se, basandosi sulle indicazioni fornite da Tucidide, si misura la distanza di 1 km dal punto di approdo fino al plateau, si viene colti da una sorpresa: una strada spianata – in questa forma apparentemente del 4° secolo, ma nella sua struttura originale risalente a un’epoca molto più remota – conduce in ampi gradoni sul plateau (fig. 15: Z₃; tav. X sopra); questa salita fa parte di una via diretta molto antica che da Siracusa, attraversando il plateau, arriva a Megara(oggichiamata Traversa la Pizzuta, secondo una casa che si trova lungo il tragitto). Questa salita vicino alla Torre della Targetta che corrisponde esattamente alla misurazione di Tucidide, da un po' di tempo è nota come tale, ma questo tratto di strada è stato preso in considerazione nell’elaborazione della topografia dell’assedio¹⁷.
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¹⁴ Cfr. p. 119; a proposito dell’approccio errato in Liv. 24, 39, 13 e p. 147s.
¹⁵ HOLM, Sic. II 386 argomenta che gli Ateniesi sono arrivati di notte (v. p. 118s.), ammette però, che soltanto la traversata, ma non l’approdo e la marcia potevano rimanere nascosti. – Si presume che anche in questa zona ci fossero piccoli insediamenti contadini. La scoperta delle monete in Scala Greca (Not. Sc. 1951, 160ss.) fanno pensare che in questi insediamenti già da tempo si prendevano provvedimenti per un eventuale attacco ateniese. Cfr. GENTILI op. cit. 163.
¹⁶ TRAVLOS 50 ha fatto notare che per Atene le misure di Tucidide sono corrette (lo stadio corrisponde a una distanza di 150 m; cfr. p. 23 nota 11). Sebbene occasionalmente, anche in riferimento a indicazioni più complicate (per esempio per la distanza di 1,8 km Rhion-Antirrhion: διέχετον ... σταδίους μάλιστα ἑπτὰ τῆς θαλάσσης 2, 86, 3), si trovino delle imprecisioni, le misurazioni riguardanti Siracusa invece, secondo i miei stessi calcoli, sono assolutamente precise.
in relazione a quano sopra. Cavallari e Holm, non avevano individuato, ma ipotizzato dove poteva essere la località Leon, mentre drogemmuller ha messo fine alla diatriba avendo tradotto e interpretato nel modo corretto il testo di Tucidide.
Cavallari infatti così scrive:PAGINA 123
L'abbondanza dell'acque di questa contrada, le opere di esca-vazione esistenti, la feracità del suolo fa nascere l'idea, che pros-simo a quei luoghi sia esistito qualche villaggio, e dalla descri¬zione che fa Tucidide dello sbarco degli Ateniesi, che corrispon¬derebbe alla prossima spiaggia di quella località, non è improbabile che il sito dello sbarco chiamato Leon sia anche stato il nome del villaggio esistente in quella contrada, e che il suo territorio abbia anche preso tal nome. Lo Schubring in quella località pone ugualmente, come noi supponiamo, il nome di Leon.
Ma ciò si lascia decidere ad altri contentandoci di avere ri-chiamato l'attenzione su quel luogo e sulle opere idrauliche che vi esistono.
PAGINA 205
Ateniesi esisteva un ordine perfetto ed una grande esattezza nel- l'eseguire i comandi dati da superiori intelligenti. Gli Ateniesi ap-prodarono in un luogo che Tucidide chiama Leon. Egli dice VI, 97: sXaftov aòxoùc rami rfirj xw axpaxeujiaxt è* rJj£ Kaxavrj? ay_óvxs» xaxì xòv Aéovxa xaXou|Asvov, 8? àTtéyei xwv 'Etutoawv yj hzxfc oxaSbus. E pro¬babile che questo luogo detto Leon fosse sulla spiaggia del mare. Tucidide dice che distava dall'Epipoli 6 o 7 stadi, che sarebbero 900 o 1050 metri. Bisogna considerare inoltre, che era evidente interesse degli Ateniesi di sbarcare i soldati più presto che fosse possibile ; perciò il maggior numero possibile di navi si doveva avvicinare alla spiaggia nello stesso tempo. Quindi fu estesissima la linea dello sbarco e siamo in diritto di sostenere che essa si estendeva almeno un chilometro. Così l' abbiamo segnato sulla pianta. Noi cerchiamo dunque pure il villaggio di Leon in questa vicinanza, senza poter altrimenti precisare la sua posizione. Riguardo ad esso vi è però una certa difficoltà. Parla del luogo detto Leon anche Livio, XXIV , 39 : « Marcellus hibernaeula quinque milia passuum Hexapylo— Leonta vocant locum —com- munit.» «5 milia» sono quasi 50 stadi, che da ciglio dell'altipiano (e Hexapylon doveva essei-e proprio vicino al ciglio) ci portano sino a tramontana della penisola di Magnisi (Thapsos). Yi deve dunque essere un errore, sia in Tucidide, sia in Livio. Letronue e Serradifalco lo suppongono in Tucidide, proponendo di leggere invece di 6 o 7 : 36 o 37 stadi. Bisogna però riflettere che l'in¬teresse degli Ateniesi voleva che avessero da fare per terra la minore strada possibile. E dunque probabile che le cifre di Tuci¬dide siano giuste e quelle di Livio sbagliate, sia che vi sia un errore di copista o un errore dello stesso Livio. Scesi a terra i soldati Ateniesi, la flotta va a Thapsos, ove-, nel seno formato dalla terraferma e la penisola . essa era più al sicuro che non sulla aperta spiaggia di Leonte.