Temenos di Afrotide Euploia-Ericina - Archeologia Siracusa

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Archeologia
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Temenos di Afrotide Euploia-Ericina

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Temenos di Afrotide Euploia-Ericina
La scrupolosa attenzione riservata da Orsi all’isola di Ortigia, gli fece esplorare dei pozzi afferenti ad un’area abitata (oggi in buona parte sommersa) che si estendeva nella zona nordorientale dell’isola, nell’area antistante a via dei Tolomei (Orsi 1891, cc. 377-388; Savarino 2011, pp. 263-272).
Dai materiali recuperati, il Roveretano dedusse che l’area fosse stata intensamente abitata fin dalla fondazione almeno fino alla conquista romana ma che la successiva attività di cava in combinazione con l’erosione marina avessero fatto sparire sotto i flutti questa parte di città antica. Dedusse inoltre che nell’area dovesse trovarsi un santuario dedicato ad Afrodite22, i cui ex-voto, databili dal VII al III sec. a.C., ne attesterebbero il culto dal punto di vista archeologico e ne indicherebbero le caratteristiche di divinità protettrice della navigazione (Euploia/Ericina) (Ciaceri 1911, pp. 178- 179; Miranda 1989; Acquaro et Alii 2010; Pironti 2015).
Analizzando quindi i dati archeologici delle ricerche effettuate, si può concludere che: - sui resti del villaggio siculo (già abbandonato) furono eretti alcuni dei primi luoghi di culto dell’apoikia. Ciò si può dedurre sia dall’impianto del primo oikos sulla grande capanna in piazza Duomo, sia nelle case e nel sacello sotto il Tempio Ionico, sia nel piccolo luogo di culto rinvenuto nel cortile della Prefettura.
- Le aree maggiormente interessate furono le estremità dell’isola, oltre che l’area centrale e sommitale in funzione di acropoli.
- I culti sembrano ancora rispecchiare la loro polifunzionalità che mostravano ancora in madrepatria, la cui evoluzione è mostrata solo dalle tracce posteriori di età classica e l’estrema vicinanza dei temene, appena attenuata dal tessuto abitativo, ne evidenza la loro complementarietà.
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