santuario cento are - Archeologia Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Archeologia
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santuario cento are


Tratto da Quaderni del Mediterraneo n. 13 anno 2005


LUIGI POLACCO. ROBERTO MIR1SOLA Il santuario siracusano delle cento are
Sul costone del Temenite, presso il Teatro antico di Siracusa, superati in salita i primi due tornanti del viale (G. Agnello e poco a sinistra della strada, a circa 70 m W dal cosiddetto "teatro rettilineo" si può individua¬re una lunga serie di piani di posa (in abbreviazione, p.p.) rettangolari (Tavv. I e II). La sene è continua e omogenea, per una lunghezza totale di oltre 100 m {foto 1). La serie segue una direzione costante verso W. partendo a E dalla base (q. 25 m c.a.) di un monticolo formato da terreno di scavo (,): raggiunge il profondo taglio rettilineo sul pendio che sale sul costone dell'Epipole. certo una via realizzata a questo scopo, da noi chiamata Via Tagliata, in abbreviazione. VT Sul fondo della via (foto 2), sempre in allineamento con il resto, sono stati ricavati tre evidenti p.p., analoghi a tutti gli altri.
Ad W, al di là della VT, la serie continua fino ad attestarsi ad un evidente taglio angolare della roccia.
La profondità dei p.p. è ovviamente assai varia, da 7 8 cm al sempli¬ce livellamento del piano roccioso per erosione meteorico-carsica nel calcare miocenico. l.a superficie media dei p.p. c di W x 160 cm (foto
2) . Il tutto fa pensar ad un'opera organica e unitaria. Non se ne può definire l'epoca, se non. come diremo oltre, sulla base di argomenti sto¬rici: quei p.p. erano destinati ad alloggiare delle strutture parallelepipe- de, proporzionalmente elevate, cioè degli altari. Nessun elemento del¬l'elevato risulta conservato ( fu certo facile l'asporto in tempi moderni) e pertanto non si può dire quale tipo di materiale sia stato usato (certo però lapideo) né tanto meno le eventuali modanature e decorazioni. Che però si tratti di altari resta fuori di ogni dubbio. Le lacune che si notano nella serie, anche cospicue, non contraddicono la continuità e l'unifor¬mità del tutto








































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