il Museo di Lentini - Archeologia Siracusa

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Archeologia
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il Museo di Lentini

archeologia Sicilia

IL MUSEO DI LENTINI


I materiali della necropoli di cava S.Aloe (S. Eligio) sono custoditi nel Museo Archeologico di Lentini, che è stato riaperto al pubblico nel 2004, con un nuovo percorso e sistema espositivo.
In questo Museo hanno trovato esposizione con nuovi apparati didattici ed espositivi i materiali provenienti da scavi effettuati nel comprensorio lentinese e di collezioni private. I materiali sono esposti in sequenza cronologica e topografica con particolare attenzione ad i materiali provenienti dall'antica Leontinoi, dall'Età del Rame, ai periodi Pre e Protostorico. Sono presentati i materiali dal villaggio della Metapiccola e quelli delle necropoli di Cava Ruccia e Cava S. Aloè (S. Eligio). Sono stati anche esposti i più antichi materiali importati e prodotti localmente della colonia calcidese di Leontinoi, i materiali dall'area dell'abitato e dalle aree sacre sia urbane che periurbane. Adeguata collocazione hanno avuto i materiali delle collezioni che includono i due famosi crateri già di proprietà comunale e quelli delle collezioni Benventano e Santapaola. Ampio sviluppo espositivo hanno i materiali delle necropoli di Leontinoi, dall'epoca arcaica a quella ellenistica. Lo sviluppo espositivo si conclude con i materiali e l'apparato didattico relativi al periodo medievale, che costituisce un altro capitolo importante della storia di Leontinoi.
Necropoli di Cava S. Aloè (S. Eligio)
La necropoli di cava S, Aloè (S. Eligio) si trova sul versante orientale del colle Ciricò, posto ad ovest rispetto al colle S. Mauro.
Le prime scoperte si devono a Paolo Orsi nel 1899 che ebbe modo di indagare 26 tombe; a queste hanno fatto seguito le ricerche condotte da Salvatore Ciancio (1949) e da Emanuele Greco e Sebastiana Lagona (anni 1971-1974), che ne ha curata la pubblicazione. La necropoli comprende due tipi di tombe: a grotticella di forma circolare, più antico, ed uno più recente, del tipo grotticella artificiale con padiglione di accesso ed una camera sepolcrare di forma quadrangolare come nella vicina necropoli di cava Ruccia, ubicata ad ovest del colle Metapiccola. All'interno di ciascuna tomba sono più inumati presumibilmente appartenenti allo stesso nucleo familiare. La prima fase di utilizzazione della necropoli si colloca cronologicamente nella Prima Età del Bronzo (Fine III millennio - metà secondo millennio a.C. - Facies di Castelluccio). Oltre a materiali più antichi, dell'Età del Rame (seconda metà III millennio a.C.- Facies di Malpasso), sono anche documentati materiali della Media Età del Bronzo (Metà II millennio - metà XIII a.C. - Facies di Thapsos). Pur non mancando deposizioni riferibili alla Facies di Pantalica Sud (fine IX metà VII sec. a.C.), la maggior parte delle tombe, come anche la Tomba I/B, si colloca cronologicamente nella Facies del Finocchito (seconda metà VIII-inizi VII secolo a.C.). Il corredo era costituito da oggetti sia di bronzo che in ferro (anelli, fibule, armille, collane) che da vasellame di produzione locale, Tra le forme vascolari presentì sono: anfore, hydriai, scodelle, oinochoai, pissidi, askoi, grandi bacini, con decorazione sia dipinta che incisa, con motivi di derivazione greca. Oltre a motivi geometrici sono presenti motivi decorativi desunti dalla tradizione figurativa greca come uccelli e motivi vegetali. Non è stato ancora identificato il sito del villaggio relativo a questa necropoli.
Tomba I/B
La tomba I/B (seconda metà VIII- inizi VII seca.C.), della quale viene qui esposto il corredo quasi per intero, si apriva a nord sullo stesso vestibolo della Tomba I/A.
La Tomba I/B, di forma trapezoidale irregolare, dotata all'interno di banchine laterali, presenta un ingresso con larga inquadratura ed apertura alquanto irregolare: due fori laterali dovevano servire per l'innesto del paletto di rinforzo del lastrone di chiusura che fu rinvenuto quasi intatto davanti all'ingresso. All'interno della tomba si rinvennero i resti di almeno tre scheletri, oltre al corredo, e, data la posizione degli scheletri e del corredo, si ebbe l'impressione che la tomba avesse due fasi di utilizzo. Un gruppo di vasi molto frammentari, rinvenuto nella zona centrale, era riferibile alla deposizione cui era pertinente il teschio III. Si tratta di sei vasi, dei quali cinque erano scodelle ed uno era un bacile. Gli altri materiali, probabilmente pertinenti a deposizioni precedenti, erano sul fondo della tomba, con molte ossa ed i teschi I e II. Si tratta di tre anfore, un frammento di vaso, una scodella, uno scodellone, tre oinochoai, una capeduncola e grani d'ambra, questi ultimi rinvenuti sul pavimento della tomba.
Museo Archeologico di Lentini
orario apertura tutti i giorni escluso il lunedì ore 9/18 Per informazioni Tel. 095.7832962 0931.4508111




Sala 1 Introduzione geomorfologica al territorio - Il Quaternario
Sala 2 Preistoria
Sala 3 Insediamenti indigeni tra IX e VIII se. a.C.
Sala 4 La città greca: l'abitato
Sala 5 La città greca: fortificazioni e santuari
Sala 6 Le necropoli
Sala 7 Età tardo romana, bizantina e medioevale; materiali subacquei; numismatica

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