Tapsos - Archeologia Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Archeologia
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Tapsos

patrimonio archeologico
Archeologia Thapsos-Magnisi
 

Thapsos
Con Thapsos è indicato l'antico villaggio della media età del bronzo che sorgeva nella penisola di Magnisi. Il villaggio era costituito in primo tempo da capanne circolari collegate attraverso piccoli viottoli, più tardi da edifici a pianta rettangolare a più vani, probabilmente nati sotto l'influenza delle culture medierranee con le quali il villaggio era in contatto, come ad esempio quella micenea. Infatti, tale sito era un importante porto marinaro e al suo interno avvenivano intensi scambi commerciali.
Molto importante sono le vaste necropoli vicino la scogliera con tombe a forno ad ingresso a dromos o a pozzetto e volta a tholos.
Sulla penisola troviamo anche antiche tracce di una cortina muraria di un precendente villaggio castellucciano del bronzo antico. Di questo sistema difensivo sono tutt'ora sono visibili i blocchi di base di una serie di torrette semicircolari addossate ad un muro perimetrale quasi del tutto scomparso.
 
«[Thapsos] è questa una lingua che si protende nel mare da uno stretto istmo, e dalla città di Siracusa è poco lontana sia a piedi che per nave.»

(Tucidide VI, 97)
Thapsos (Θαψός in greco antico) è uno dei più importanti siti protostorici siciliani. È il centro eponimo per la cosiddetta Cultura di Thapsos che in Sicilia si identifica la media età del bronzo. Il sito è localizzato sulla penisola di Magnisi (dall'arabo Mismar, chiodo), nel comune di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa.
La cronologia non è ancora certa ma sembra andare dalla prima età del bronzo fino all'VIII secolo a.C., in coincidenza con la colonizzazione greca della Sicilia orientale. Il sito è stato studiato nel 1880 da Saverio Cavallari prima e Paolo Orsi poi, Giuseppe Voza e Luigi Bernabò Brea negli anni settanta del novecento.

Il sito era abitato sin dall'età del bronzo cioè tra il XIV e il XIII sec. a.C. con una sua cultura detta cultura di Thapsos che succede alla cultura di Castelluccio presente nell'entroterra ma è contemporanea alla cultura della zona nord-orientale della Sicilia, di Milazzo e delle Eolie[1]. La località era ideale come approdo dal mare per la presenza di due golfi a nord e a sud dell'istmo, divenendo subito un importante centro commerciale del Mediterraneo e con scambi con polis come Micene.

Thapsos è particolarmente nota per i rinvenimenti di reperti di origine egea (micenea e cipriota in particolare) che dimostrano rapporti commerciali tra l'Egeo e la Sicilia. Reperti della cultura di Borg in-Nadur testimoniano anche rapporti con l'arcipelago maltese. La maggior parte dei reperti provenienti dagli scavi di Thapsos è oggi esposta al Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa.

Secondo lo storico greco Tucidide, che ne ricorda per la prima volta il nome, Thapsos sarebbe stata la prima effimera sede di una colonia di greci Megaresi i quali, dopo la morte del loro ecista Lamis, abbandonarono il sito per mancanza d'acqua e fondarono a poca distanza Megara Iblea (728-727 a.C.). Sempre a Thapsos si accampò l'esercito ateniese prima di assediare Siracusa nel corso della guerra del Peloponneso (415-413 a.C.) fortificando l'approdo.

Nel 1625 Pietro Della Valle, diretto a Catania vede da lontano il promontorio definendolo "un'isoletta coltivata":

«Camminando dunque non lunge dal mare, poco dopo esser usciti di Siracusa, ci lasciammo man destra un’isoletta coltivata vicino al continente di Sicilia, che la chiamano Manghesì, ed è quella che da Virgilio è detta Tapso, e con molta ragione la chiama il poeta Tapsumque iacentem, perché è tutta piana e bassissima.»

Di particolare interesse la Torre di Magnisi, struttura circolare solitaria edificata nel 1806 dagli inglesi durante il protettorato sull'isola per timore di un attacco francese.

Sono presenti anche alcuni bunker della Seconda Guerra Mondiale.

Negli anni cinquanta del 900, con l'industrializzazione dell'area è stato costruito a sud un pontile Enichem tuttora esistente ma non utilizzato.
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