borgata e d'intorni - Archeologia Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Archeologia
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SICILIA - Nelle viscere di corso Gelone i resti di un edificio monumentale greco
Santi Pricone
Come era già accaduto in numerose altre occasioni, presso un cantiere pubblico deputato al miglioramento di servizi per la cittadinanza si sono colti i classici due piccioni con una fava. Nel senso che i lavori hanno indirettamente consentito di riportare alla luce spicchi della storia urbanistica della città, con riferimento alle sue sembianze nel mondo antico.
È accaduto in corso Gelone, all'altezza dell'ospedale "Umberto I": in quell'area insiste un cantiere dell'Enel, per la posa di un tubo che protegge dei cavi. Ma, nel corso degli interventi, gli operai delle ditte che per conto dell'Enel sono impegnate nel cantiere, si sono imbattuti in qualcosa che ha fatto subito pensare a un rinvenimento archeologico. Il dottor Lorenzo Guzzardi, responsabile del servizio archeologico della Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali, e altri tecnici dello stesso Ente di piazza Duomo hanno presto confermato la giustezza delle prime impressioni. «Si tratta - ha spiegato il dottor Guzzardi - delle fondazioni di un edificio monumentale di età greca».
Per quel che concerne l'individuazione di ulteriori elementi, sono gli stessi dipendenti delle ditte al servizio degli scavi Enel che si sono resi operativi, in quanto si tratta di personale qualificato per interventi consequenziali ad "imprevisti" di questa piacevole e importante natura. Ovviamente la Sovrintendenza supervisiona e coordina il tutto. Ieri mattina, lo stesso Guzzardi, accompagnato da tecnici della Sovrintendenza, ha effettuato un sopralluogo sul posto. «Per risalire all'esatta datazione dell'immobile - ha fatto sapere il responsabile del servizio archeologico dell'istituzione preposta alla tutela dei beni culturali e ambientali del territorio - è necessario procedere con la stratigrafia».
È stato un ritrovamento che aveva già dato le sue avvisaglie prima della breve pausa dei lavori del cantiere, coincisa con le festività pasquali. «Dalle viscere di questo segmento di corso Gelone - ha proseguito Guzzardi - erano già emerse delle tracce, provvisoriamente e accuratamente coperte per evitare che durante lo stop pasquale potessero far nascere disagi di vario tipo».
Non sussistono al momento, e verosimilmente non sopraggiungeranno neppure nei prossimi giorni, difficoltà tali da causare intoppi e lungaggini nella posa del tubo dell'Enel. Non sembra difficile, infatti, l'individuazione di una soluzione che permetterà in rapida successione dapprima un sufficiente avanzamento della ricerca archeologica e quindi l'ultimazione dei lavori per il collocamento dei cavi della rete elettrica.
«Peraltro - ha concluso Lorenzo Guzzardi - il cantiere è ubicato in un'area abbastanza decentrata della carreggiata, e quest'aspetto non è secondario, perchè elimina anche il rischio di intaccare il regolare flusso veicolare».
Da Patrimonio SOS.it
Notizie del 2010 e da allora ?
SIRACUSA - La Soprintendenza «blinda» i lavori Enel di corso Gelone
giovedì 18 marzo 2010 LA SICILIA
Zone «rosse» della Neapolis sotto il controllo della Soprintendenza in occasione di nuovi lavori pubblici. Si tratta di alcuni interventi coordinati dall'Enel per la messa in posa di cavi elettrici la cui supervisione è affidata agli archeologi della Soprintendenza, come spiega il responsabile del servizio Archeologico, Lorenzo Guzzardi.
I lavori riguardano alcuni punti di viale Paolo Orsi e di corso Gelone dove, senza alcuna sorpresa, sono venuti alla luce ritrovamenti antichi. «In viale Paolo Orsi – afferma Guzzardi – abbiamo intercettato alcuni scavi archeologici fatti in passato, e senza difficoltà siamo riusciti a far posizionare i cavi sopra i rinvenimenti già conosciuti». L'attenzione è adesso concentrata nella zona nord di corso Gelone. E in particolare nell'area prospiciente l'area verde alle spalle di Casina Cuti, poco sopra l'ospedale Umberto I. Qui, infatti, sono impegnati gli operai dell'Enel sotto la supervisione degli archeologi. «Abbiamo trovato alcune tracce di battuti – afferma Guzzardi – ovvero di resti di pavimentazione, che studieremo con attenzione così come valuteremo la maniera opportuna di proseguire i lavori pubblici senza intaccare i ritrovamenti antichi. E ciò grazie anche all'attento lavoro dell'Enel con cui stiamo collaborando in piena sinergia». I lavori dovrebbero proseguire senza particolari ritardi, poichè i resti venuti alla luce, sino a questo momento, non sono tali da impedire il prosieguo dell'intervento.
isabella di bartolo


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