tomba di Archimede - Archeologia Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Archeologia
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tomba di Archimede

patrimonio archeologico
La tomba (perduta)di Archimede.
Gli archeologi e gli studiosi giustamente non si pronunciano anche per non essere criticati dagli altri colleghi.
Nessuno avanza ipotesi e nessuna ricerca è stata fatta.
Ritrovata da Cicerone e nuovamente perduta forse per sempre.
Non esistono dati certi o riscontri storici o archeologici salvo quanto scritto da Cicerone:
tratto da wikipedia:
Cicerone racconta di avere scoperto la tomba di Archimede grazie a una sfera inscritta in un cilindro, che vi sarebbe stata scolpita in ottemperanza alla volontà dello scienziato.[21]
(LATINO)
« Cuius [i.e. Archimedis] ego quaestor ignoratum ab Syracusanis, cum esse omnino negarent, saeptum undique et vestitum vepribus et dumetis indagavi sepulcrum. Tenebam enim quosdam senariolos, quos in eius monumento esse inscriptos acceperam, qui declarabant in summo sepulcro sphaeram esse positam cum cylindro. Ego autem cum omnia collustrarem oculis - est enim ad portas Agragantinas magna frequentia sepulcrorum - animum adverti columellam non multum e dumis eminentem, in qua inerat sphaerae figura er cylindri. Atque ego statim Syracusanis - erant autem principes mecum - dixi me illud ipsum arbitrari esse, quod quaererem. Immissi cum falcibus multi purgarunt et aperuerunt locum. Quo cum patefactus esset aditus, ad adversam basim accessimus. Apparebat epigramma exesis posterioribus partibus versiculorum dimidiatum fere. ita nobilissima Graeciae civitas, quondam vero etiam doctissima, sui civis unius acutissimi monumentum ignorasset, nisi ab homine Arpinate didicisset. »
(ITALIANO)
« Io quand'ero questore scoprii la sua tomba [di Archimede], sconosciuta ai Siracusani, cinta con una siepe da ogni lato e vestita da rovi e spineti, sebbene negassero completamente che esistesse. Tenevo, infatti, alcuni piccoli senari, che avevo sentito essere scritti nel suo sepolcro, i quali dichiaravano che alla sommità del sepolcro era posta una sfera con un cilindro. Io, poi, osservando con gl'occhi tutte le cose - c'è, infatti, alle porte Agrigentine una grande abbondanza di sepolcri - volsi l'attenzione ad una colonnetta non molto sporgente in fuori da dei cespugli, sulla quale c'era sopra la figura di una sfera e di un cilindro. E allora dissi subito ai Siracusani - c'erano ora dei principi con me - che io ero testimone di quella stessa cosa che stavo cercando. Mandati dentro con falci, molti ripulirono e aprirono il luogo. Per il quale, dopo che era stato aperto l'accesso, arrivammo alla base posta di fronte. Apparivaun epigramma sulle parti posteriori corrose, di brevi righe, quasi dimezzato. Così la nobilissima cittadinanza della Grecia, una volta veramente molto dotta, avrebbe ignorato il monumento del suo unico cittadino acutissimo, se non lo fosse venuto a sapere da un uomo di Arpino. »
(Cicerone, Tusculanae disputationes V 23, 64-66)

Qualcuno racconta che la tomba venne ritrovata negli anni 60 nella zona attuale distributore Agip di corso gelone angolo Viale Paolo Orsi e subito ricoperta per evitare che si fermassero i lavori di costruzione del palazzo limitrofo.
L'ipotesi è da scartare in quanto la necropoli di Viale Paolo Orsi e zona Piazza Adda e limitrofa è certamente tale in epoca più recente. Al tempo della morte di Archimede doveva essere ancora zona palude e arcquitrino bonificata dopo probabilmente dopo la conquista romana.

nella mappa Polacco-Mirisola le paludi al tempo dei greci.



Unico dato certo l'indicazione di Cicerone che scrive di aver ritrovato la tomba appena fuori dalla porta Agrigentina (o Akradina), vedi sopra.
La necropoli di Viale Paolo Orsi è certamente più recente rispetto alla morte di Archimede come precisato nel testo di Roberto Mirisola:
"Sulla morte le ipotesi più accreditate:(212 a.C.). Durante il saccheggio e le stragi seguenti, un rozzo soldato romano uccise il nostro Archimede perché (come è stato anche scritto) “sordo” alle richieste di identità, forse distratto dai suoi studi.
Secondo un’altra versione storica “ufficiale” (e “politica”come quella precedente), il generale romano Marcello, che aveva ordinato di catturarlo, dopo essersi addolorato molto per quell’efferato delitto, dispose una onorevole cerimonia funebre con una degna sepoltura; questa era sormontata da una stele o colonnetta su cui, per volontà testamentarie erano incise, come simbolo primario delle sue scoperte, una sfera inscritta in un cilindro con una enunciazione epigrafica di quel teorema.
Con quel ricordo e solo dopo molti anni (circa 140) il sepolcro, di cui i siracusani non avevano più notizie, fu ritrovato presso la Porta “Agrigentina” (ma forse “Akradina”) da Cicerone, allora Questore romano della Sicilia (che poi “difese”, come oratore dell’accusa contro il saccheggiatore Verre) che, essendo anche letterato e studioso di vasta cultura evoluta anche “scientificamente”, venerava Archimede tanto da chiamarlo: “un genio divino”; purtroppo a tutt’oggi non si riconosce ancora il sepolcro del grande scienziato siracusano. Tratto dal testo di Roberto Mirisola: https://www.antoniorandazzo.it/cosahofatto/files/archimede-pdf.pdf

Considerando che cicerone e i suoi accompagnatori erano a piedi e supponendo che erano partiti dalla zona foro siracusano superando di poco la porta chiamata Agrigentina dove è certa l'esistenza di una una necropoli ancora non interamente studiata, si ritiene sia più probabile che la tomba sia da ricercare in zona viale ermocrate via senatore Rubino e probabilmente dove in atti c'è l'IGM ex stazione ferroviaria Siracusa-Ragusa-Vizzini.

Gli studiosi concordemente e particolarmente Has Peter droghemuller collocano la porta Agrigentina nell'attuale piazzale stazione ferroviaria di Siracusa, vedi mappa. (la freccia rossa indica la porta Agrigentina)


I ritrovamenti archeologici del muro Ovest con la porta chiamata Agrigentina confermano tale ipotesi. vedi foto (la freccia rossa indica le mura e la porta Agrigentina)


Aspettiamo con ansia che vengano fatte ricerche che possano portare finalmente al ritrovamento della tomba del più grande genio siracusano di tutti i tempi.


 

















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