Ipogei Siracusa
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SICILIA - ARCHEOLOGIA «Verifiche in tutti gli ipogei»
LA SICILIA Domenica 12 Dicembre 2010 Siracusa, pagina 44
«Sono molti gli ipogei in città, in maggior numero sotto Ortigia: si tratta di vuoti che ci indicano come partire dal sottosuolo sia fondamentale per prevenire il rischio sismico, solo che manca una mappatura del sottosuolo (studio mai fatto in una città come la nostra) e ci sono una serie di informazioni sparpagliate e manca un'organicità di studi».
Il consigliere dell'Ordine regionale dei Geologi, Antonio Gallitto, a 20 anni dal terremoto di Santa Lucia pone l'attenzione sul rischio derivante dalle cavità sotterranee in città: gli ipogei. Un argomento trattato nel volume «La pianificazione del territorio come progetto interdisciplinare attraverso Geologia, Storia e Archeologia», presentato pochi giorni fa e curato dai geologi isolani e dagli storici dell'associazione Storia Patria di Siracusa: un primo passo di collaborazione interdisciplinare nell'ambito della pianificazione territoriale nel Comune e nel suo hinterland. «Si tratta di un'interdisciplinarità - sottolinea Salvatore Adorno, professore universitario e membro di Storia Patria - che deve essere messa in atto attraverso azioni mirate che intersecano i vari saperi coinvolti». Salvatore Santuccio, docente di Storia della città e del territorio mette in evidenza invece come «le analisi espresse dalle diverse discipline rappresentano per la città, e non solo, una fondamentale risorsa per la valorizzazione del patrimonio ambientale, territoriale e paesistico». Ecco perché mentre queste tre discipline sembrano parlare la stessa lingua, non ci sono ancora riscontri oggettivi dalle istituzioni. «Di alcuni ipogei sappiamo qualcosa, di altri nulla - prosegue Gallitto - e questo per la pianificazione è un handicap. Sappiamo che piazza Santa Lucia è parzialmente vuota ma c'è tanto di sconosciuto da scoprire, così le catacombe di San Giovanni. Le fondazioni di tanti palazzi, ad esempio alla Borgata, non sappiamo dove poggiano, eppure oggi abbiamo tutti gli strumenti per sapere come possono interagire in virtù di scuotimenti e accelerazioni del suolo».
Mancano quegli studi svolti da professionisti che possano chiarire lo stato di fatto di alcune zone e prevenirne i rischi, come la microzonazione sismica che servirebbe a prevedere la distribuzione degli effetti di un terremoto in un'area urbana e di individuare criteri di gestione del territorio per mitigare, in futuro, i danni di un terremoto.
Ma non è finita, Gallitto pone alcune ulteriori considerazioni. «Il piano Casa non sappiamo a che punto sia arrivato e da luglio non abbiamo notizie - conclude - e chiediamo che per ogni opera si ponga attenzione sui rischi sismico e idrogeologico. Le nostre proposte di revisione al Prg, non solo devono essere discusse in consiglio comunale ma vorremmo che fossero accolte per il bene della città: bisogna tenere in considerazione quanto detto soprattutto dagli esperti».
12/12/2010