Temenos di Artemis? - Archeologia Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Archeologia
Vai ai contenuti

Temenos di Artemis?

siracusa aree Sacre
Temenos di Artemis?
La progettazione di una nuova pavimentazione in piazza Duomo spinse la soprintendenza ad effettuare scavi in un’area ancora inesplorata del sottosuolo cittadino (fig. 7). Voza (1999b) ha così potuto indagare dapprima (1992-1993) l’area antistante il Palazzo Arcivescovile, riportando alla luce parte di una plateîa in funzione dall’epoca arcaica, poi fra il 1996 ed il 1998, le ricerche si sono estese a tutta la piazza, riportando alla luce le tracce (ancora una volta sopra i resti di una capanna sicula) di un edificio sacro che presenta due fasi architettoniche: la prima, databile 705-695 a.C.15, mostra un oikos che durante la fase successiva (650) viene inglobato in una struttura templare che rimane in uso almeno fino al III sec. a.C.
Sulla base dei materiali rinvenuti nel pozzo (US 103) e soprattutto sul rinvenimento della cd. Oinochoè della Potnia, Voza (1999b, 2000) ha identificato entrambi come Artemisia, mentre Torelli (2011, p. 53) vi vede il Tempio di Afrodite Ouranìa. Savarino crede invece che sia un Athenaion.
Da dire che l’oinochoè, effettivamente attribuibile al culto di Artemide Agrotera, fu rinvenuto in frantumi fra le radici di un oleandro posizionato di fronte alla facciata di Palazzo Beneventano del Bosco, e dirimpetto a Palazzo Vermexio. Dalla stessa area proviene anche un pinax con immagine della Potnia theron, recentemente pubblicato dalla Pelagatti (2020). Gli esami osteologici effettuati in seguito hanno testimoniato tracce di ossa di cane, ragion per cui, si è ipotizzato un culto ctonio dedicato ad Ecate. Inoltre il materiale edito dai pozzi non risulta obiettivamente diagnostico per l’identificazione della divinità adorata nei due templi soprapposti. Non è da escludere però che essi provengano da un altro temenos viciniore.
Torna ai contenuti