Sortino storia
SORTINO ( SR ).
L’origine del paese si fa risalire ad un semplice avamposto militare, una torre, che i saraceni costruirono sul monte Aita, una posizione strategicamente e particolarmente favorevole per la possibilità di controllare tutta la valle di Pantalica. Secondo alcuni studiosi infatti il nome di Sortino proviene dall’arabo “Shortin” che significa vedetta. Cacciati i saraceni dalla Sicilia, nel 1130, su concessione di Ruggero II di Altavilla, nacquero il castello feudale e attorno un nucleo di case, il casale feudale di Sortino. Successivamente il feudo di Sortino, su concessione dell’imperatrice Costanza, passò ad Arnaldo Conte di Modica e quindi ai suoi successori fino al 1477. In quell’anno il feudo fu acquistato da Guidone Gaetani acquistando una autonomia precisa dalla contea di Modica. Altro momento importante della storia di Sortino fu il terremoto del 1693, un evento tragicamente distruttivo che coinvolse moltissimi tra i centri abitati della della Sicilia. I Gaetani allora si occuparono della ricostruzione di Sortino investendo una somma ingentissima e affidandosi alla consulenza di una famoso architetto palermitano (di cui non si conosce il nome). Il risultato fu che si dovette abbandonare il vecchio sito sul monte Aita, ormai totalmente distrutto ed insicuro perché soggetto a smottamenti. La nuova Sortino rinacque più a nord, sulla cresta del monte, in un sito dove erano presenti i i resti danneggiati dal terremoto dei monasteri delle Benedettine e Cappuccini L’architetto quindi progettò e fece costruire il paese di “sana pianta” con un impianto urbanistico a griglia, simile a quello di Palermo; addirittura, in qualche modo, è riscontrabile una certa somiglianza tra i quattro canti di Sortino, formati dall’incrocio della via Libertà e corso Umberto, con i famosi quattro canti di Palermo. La scelta del nuovo sito fu dettata dal fatto che l’antica Sortino, costruita sul dorso del monte Aita era esposta a smottamenti; i Gaetani diedero incarico ad un architetto di Palermo per la progettazione e la direzione dei lavori. Tale architetto di cui non si conosce il nome, venne a Sortino e ricostruì il paese secondo un piano regolatore con schema a griglia, che si ispirava all’impianto urbanistico di Palermo. Un episodio che mise Sortino al centro della storia politica siciliana avvenne nel1740, quando il Comune chiese di passare dalla giurisdizione baronale alla giurisdizione regia. Il tentativo di un piccolo comune di affrancarsi dai legacci feudali venne però considerato un pericoloso precedente e quindi il potere baronale isolano si alleò e osteggiò fortemente l’iniziativa. Anche se il tentativo del Comune di Sortino ebbe l’appoggio del Governo dell’epoca, in quanto le imposte del territorio, oltre mille onze, sarebbero andate nelle casse statali e non in quelle dei baroni, alla fine l’istanza venne respinta. Il Tribunale del Real Patrimonio infatti accolse la tesi dell’avvocato della nobiltà isolana, il palermitano Carlo di Napoli, che i diritti feudali e quelli della corona discendendo entrambi dalla dominazione normanna, erano di pari dignità e l’assoggettamento di un bene feudale al fisco regio non ne avrebbe mutato la natura, quindi era improponibile.
di: Antonio Macchetti