Avola
Avola
Àvola Antica ( anticamente chiamata Àbola) da Hybla , nome di origine pre-ellenica , probabilmente sicano ( popolazione autoctona della Sicilia orientale prima dell’invasione dei siculi.
Probabilmente su “città” sicana dominante nell’area che da Noto include Palazzolo e Siracusa.
L'origine della città antica si fa risalire alla Hybla maggiore Hybla Major .
Il termine Hybla non è greco ma pre-ellenico, probabilmente sicano. ed è il nome di una Dea adorata da entrambe le popolazioni (identificata poi con l'Afrodite ellenica).
I Siculi combatterono gli indigeni e si insediarono definitivamente sul territorio a cavallo fra il XIII e il XI secolo a.C. Dell'epoca dei Siculi sono testimonianza i numerosi reperti, soprattutto vasellame e stoviglie, rinvenuti in alcune tombe in quella che è oggi laRiserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile.
La storia del Comune di Avola ha inizio nel periodo preistorico; secondo Francesco Di Maria la città fu fondata dai Sicani nei primi anni del XVII secolo a.C. ed è la mitica Ibla che, per l'ampiezza del territorio, lo sviluppo civile, la floridezza economica, l'antichità delle origini meritò l'appellativo di Maior, con cui la si volle distinguere dalle altre tre o quattro cittadine omonime che, in tempi successivi, furono fondate in altri luoghi della Sicilia e vengono ricordate da autorevoli scrittori antichi a proposito di eventi storici di notevole importanza. Sulla identificazione di Ibla di età preistorica, greca e romana con Avola Antica hanno scritto, diffusamente e con appassionata convinzione, lo stesso Di Maria, nella sua seconda opera scritta per dimostrare alla luce dei fatti storici la sua convinzione, e, a distanza di moltissimi anni, un altro avolese, Corrado Caldarella Tiberio; noi non abbiamo la stessa loro certezza sulla identificazione di Ibla con Avola Antica perché non abbiamo trovato chiare indicazioni nelle fonti antiche. Bisogna, d'altronde, dire che le fonti medievali e moderne identificano in Avola Antica la discendente della sicana Ibla, per cui il Di Maria e il Caldarella Tiberio, come i loro seguaci, non azzardano ipotesi inverosimili.
È fuor di dubbio che l'altopiano ibleo, comprendente la vasta area collinare dell'attuale Avola Antica, fu intensamente abitato a partire dalla Media Età del Bronzo (XV secolo a.C.), quando la Sicilia era ancora abitata dai Sicani; questo viene confermato dai reperti archeologici venuti alla luce talora occasionalmente o a séguito di scavi esplorativi condotti, però, senza sistematica continuità, nell'arco di un secolo o poco più. La calata dei Siculi nella nostra isola dal Continente–avvenuta almeno in due fasi, di cui la prima nel 1270 e la seconda ed ultima nel 1050–interessò anche la nostra zona montana in cui si insediarono i nuovi invasori; tale insediamento è attestato dai circa quaranta sepolcri, ancora visibili nella roccia del Cozzo Tirone, risalenti ai secoli X-VIII a.C., a ridosso, cioè, della prima colonizzazione greca che avvenne nel 750, circa, a.C. A quest'ultimo periodo risale il materiale ricavato dalla ripulitura di tombe rinvenute nel Cozzo Tirone e nel vallone Ronchetto-Pisciarello, di cui uno dei documenti è l'anfora riportata nella figura 1.Anfora a decorazione geometrica
La Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile è compresa nei comuni di Avola, Noto e Siracusa, in provincia di Siracusa, in Sicilia. È stata istituita nel 1990 (D.A. del 13 luglio), gestita dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana; ne è prevista l'inclusione nell'area del Parco Nazionale degli Iblei, attualmente in fase di elaborazione. La Riserva è nata con lo scopo di preservare le diverse ricchezze del suo territorio sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico sia sotto il profilo archeologico ed antropologico, visto che tutta la zona è stata abitata nel corso dei millenni e ne sono rimaste notevoli testimonianze in tombe e reperti, basti pensare che Castelluccio, frazione di Noto ha dato vita ad un insediamento preistorico che dà nome ad un'intera tipologia, la cosiddetta Cultura di Castelluccio e ricordare che ci troviamo nell'area del Sito Patrimonio dell'Umanità-Unesco di Pantalica. La Riserva si estende per 2700,00 ettari, 900 ha nella zona A (riserva) e 1860,00 ha nella zona B (preriserva ed è caratterizzata dal corso del fiume Cassibile, l'antico Kakyparis greco, che le dà nome e che l'ha creata nel corso dei millenni scavando profonde gole o canyon a diverse profondità che toccano il massimo di 507 m nella zona belvedere di Avola Antica; anche l'ampiezza massima di queste altrove strettissime gole è situato nella stessa zona di Avola antica e misura un'estensione di 1200 metri di larghezza. Nel fondovalle, si è formato un sistema di piccole cascate e laghetti ( chiamati localmente uruvi) fonti di refrigerio estivo per i suoi numerosissimi frequentato
Avola Secondo alcuni, in origine, la città sorgeva su Hybla maggiore (Hybla major) in prossimità della costa sud-orientale della Sicilia. La zona, abitata precedentemente dai Sicani, fu invasa dai Siculi e divenne teatro di lotte per il predominio sulla regione. Il termine “Hybla” non è greco ma preellenico, probabilmente sicano, ed è il nome di una Dea adorata da entrambe le popolazioni (identificata poi con la Afrodite ellenica). I Siculi combatterono gli indigeni e si insediarono definitivamente sul territorio a cavallo fra il XIII e il XII secolo a.C.. A testimonianza di quell'epoca ci sono pervenuti numerosi reperti, soprattutto vasellame e stoviglie, rinvenuti in alcune tombe, in quella che è oggi la riserva naturale di Cavagrande del Cassibile.
Successivamente i Greci colonizzarono la zona, intorno alla metà dell'VIII secolo a.C., trovando una civiltà che era già stata soggetta ed influenzata dagli usi e costumi dei Fenici. Durante la Guerra del Peloponneso, il territorio conobbe la dominazione del tiranno Dionisio. Nel III secolo a.C., a seguito della Prima guerra punica, il predominio greco-cartaginese passò ai Romani che costituirono la provincia di Sicilia (227 a.C.) pur lasciando un'ampia autonomia a Siracusa e a tutti i possedimenti di questa città nella parte sudorientale dell'isola, fra cui anche la zona di Hybla Major. La soppressione delle istituzioni statuali siracusane nel corso della seconda guerra punica, vide l'occupazione militare romana di tutta la Sicilia sud orientale attorno alla metà del penultimo decennio del III secolo a.C. (definitiva dopo la caduta di Siracusa nel 212 a.C.)
Con la dominazione romana, protrattasi fino al 450 circa, tutto il territorio perse il suo antico splendore. A seguito delle devastazioni e dei saccheggi operati dai Vandali che occuparono l'intera Sicilia attorno alla metà del V secolo, venne cancellato persino il ricordo di Hybla Major e la zona divenne una landa semideserta. Tale situazione si protrasse durante la dominazione ostrogota (V-VI secolo) e bizantina (VI-IX secolo). In epoca araba (IX-XI secolo) il territorio si andò progressivamente ripopolando ma un modestissimo borgo, Avola antica, nacque con ogni probabilità solo durante la dominazione normanna o sveva (XI-XIII secolo).
In età tardo medievale, sotto gli Aragonesi, si ebbe un certo risveglio demografico ed economico del paese che si intensificò nel corso del XVI e del XVII secolo. Alla vigilia dei grandi sconvolgimenti tellurici del 1693 Avola, ancora abbarbicata sulle colline iblee, che si trovano alle spalle dell'attuale abitato, doveva contare una popolazione non inferiore ai seimila abitanti. In quell'anno, tra il 9 e l'11 gennaio, un violento terremoto distrusse la cittadina e numerosi altri centri urbani della Sicilia orientale. La popolazione superstite fu costretta a spostarsi nella vicina costa, a otto chilometri di distanza, e riedifica Avola. I lavori di ricostruzione iniziarono negli anni immediatamente successivi al cataclisma per volere del Principe Nicolò Pignatelli d'Aragona che affidò la progettazione del nuovo abitato a padre Angelo Italia, noto architetto siciliano appartenente all'ordine dei Gesuiti. La città fu edificata a pianta centrica e secondo una struttura geometrica e razionale che le conferì quel nobile aspetto che ancora oggi la caratterizza. Nel corso del XVIII e XIX secolo, Avola fu abbellita da alcune pregevoli costruzioni civili (per es. Palazzo Ducale, Palazzo di Città, Teatro Comunale) e religiose (chiese di Sant'Antonio Abate, Sant'Antonio di Padova e la fastosa Chiesa Madre). Nei primi decenni del XX secolo vennero eretti anche alcuni eleganti villini, in stile liberty, che dettero e continuano a dare, ulteriore lustro al centro cittadino.