Canicattini Liberty
Canicattini Bagni
Canicattini Bagni città del liberty degli emigrati, testi e foto a cura di Alberto Cuccia.
Canicattini Bagni è un comune di 6500 abitanti della provincia di Siracusa.
Il suo nome deriva dall’arabo Ayn-at-tin, (sorgente di fango), ma l’appositivo Bagni non sta ad indicare la presenza di terme, ma l’appartenenza della zona ai marchesi Daniele, signori di Bagni. Il territorio di Canicattini ricade esattamente a metà strada lungo l’antica via Selinuntina verso Akrai.
Già entrando in paese si nota la sua pianta a “griglia” che si estende più in lungo che in largo e dove tutte le strade sono parallele tra loro. Eccezion fatta per il quartiere “Pizzumuru” il più antico del paese ed il primo nucleo abitativo, che presenta delle vie irregolari. Ma quello che più colpisce è la presenza di tanti prospetti “liberty” delle sue abitazioni e palazzetti. L’architettura floreale di fine ottocento primi novecento diffusasi nelle più progredite capitali europee, trova a Canicattini l’emblema del “liberty minore siciliano”. Antonino Uccello la definì “un’intera città di Liberty” e “le case ri miricani” o “Liberty degli emigrati”. Perché questo tipo di architettura si diffuse in paese antecedentemente al primo conflitto mondiale grazie alle rimesse degli emigrati dagli Stati Uniti che dovevano dimostrare di “avere fatto fortuna”. Tornando ad abitare in paese volevano le loro case abbellite nei prospetti scolpiti con intagli floreali. Diversi artigiani locali si cimentarono in questo nuovo stile, realizzando piccoli capolavori.
Purtroppo oggi bisogna fare i conti con la dissennata voglia di “ammodernare” senza criterio, che ha portato alla distruzione di diverse facciate. Ma è ancora possibile percorrere viale Regina Elena, o via Vittorio Emanuele, o via Principessa Jolanda, via Umberto, ed ammirare l’opera di questi valenti scalpellini, come Santo Aiello a cui si deve il prospetto della Chiesa del Purgatorio con il basso campanile ottagonale. O il prospetto del civico n°251 di via Vittorio Emanuele, inserito nel poster-manifesto di convegni internazionali sul Liberty perché è un piccolo gioiello che si sviluppa in soli 4 mt. di prospetto grazie alla geniale intuizione architettonica della cornice della finestra che diventa un unicum con l’architrave del portoncino ed il sovrastante balconcino, più classicheggiante, con i due archi a sesto acuto. O come Sebastiano Bonaiuto a cui si devono tante tombe gentilizie del Cimitero Monumentale che per questo merita una visita. Realizzò anche il fonte battesimale della Chiesa Madre, il prospetto della Chiesa di Maria Ausiliatrice, quello della Villa Comunale e quello di diverse abitazioni di via Umberto. Il prospetto più imponente al civ. 152 di Via Vittorio Emanuele con quattro teste di leoni tra frutta, fiori, conchiglie. Con ghirlande che circondano la porta d’ingresso e dove nell’arco è scolpito un volto di donna. In alto il balcone centrale ha una balaustra con ai lati due riquadri con i volti di altre donne ornate da motivi floreali. L’accoppiamento donna-fiore ricorre spesso nello stile floreale di Canicattini. Ed il loro volto è spesso presente nelle chiavi di volta dei portoncini.
Merita una visita il Museo Civico Tempo, acronimo di museo del tessuto, dell’emigrante e della medicina popolare in via Agostino de Petris. Ospitato nel palazzo liberty della famiglia Cassarino. Nella sezione tessuti vi sono esposti vari bauli contenenti corredi da sposa d’epoca, ricamati a mano e realizzati da sarte locali. Nella sezione dell’emigrante, cimeli che ricordano l’emigrazione siciliana, dalle valigie di cartone, ai souvenir, alle cartoline e lettere di innamorati e foto d’epoca. Mentre nella sezione della medicina, strumenti ed attrezzi medicali di un tempo che fu.
Nell’immediata periferia, il Ponte Sant’ Alfano. Finito nel 1796 fu voluto dal barone di Alfano – Giuseppe Landolina – per collegare il suo feudo con Canicattini scavalcando la cava Bagni. In stile liberty, da un lato vi si accede da un portale con un’arcata a tutto sesto. Presidiata ai lati da due statue. Una tiene in mano un pane, l’altra un fiasco di vino. La leggenda narra che le due statue raffigurano due campieri, Currarino e Calamaru, che divisi da profondo odio e rivalità si sfidarono sul ponte dove si uccisero a vicenda. Lungo 20 metri, pavimentato in acciottolato con due murate a protezione. E’ uno dei punti di accesso all’area naturalistica archeologica di Canicattini che per il connubio natura/uomo è candidata a “patrimonio paesaggistico culturale Unesco”. E’ una zona ricca di insediamenti rupestri con piccoli ambienti scavati nella roccia con le pareti intonacate, pilastri monolitici al centro e varie incisioni simboliche. Abitazioni trogloditiche, tombe castellucciane con le spirali decorative simili a quelle di Tarkien, o dell’ipogeo di Hal Saflieni a Malta o nientemeno quello di Newgrange in Irlanda.
Cozzo Guardiole, Petracca, contrada Bagni, cava Cardinale, Stallaini. Sono le numerose necropoli paleocristiane. Immerso in una ricca vegetazione, quello di Cugno “Case Vecchie” è uno dei siti archeologici più belli di Sicilia. Ricostruzioni storiche lo datano all’età del bronzo, intorno al 2500 a.C. Una struttura naturale ne proteggeva l’abitato. Le prime fortuite scoperte risalgono a metà del XX secolo. 37 tombe a grotticella, alcune monumentali, decorate con incisioni e finti pilastri. Finite di documentare nel 2015. Siamo nella zona della Cava Cardinale. Suggestivo canyon dalla vegetazione incontaminata, scavato dall’azione di un torrente che ha creato diverse “marmitte” che lo rendono spettacolare e selvaggio. Addirittura alcuni tratti non sono accessibili. E’ il paradiso del Trakking. Percorribile con guide lungo un percorso così detto ad anello di circa 10 km di sentieri, mulattiere, carrarecci, guadi. E’ possibile vedere una masseria fortificata abbarbicata sulla Cava, ruderi medioevali, un vecchio acquedotto che portava acqua fino a Siracusa, e la sorgente “Fonte del Paradiso” che per i locali ha proprietà miracolose. A poca distanza il “Bosco Cardinale” oggi un po’ ridimensionato nella sua estensione, ma sempre affascinante per le roverelle ed i lecci presenti in gran quantità.