Hangar dirigibili Augusta
Testo di Salvo Prolettini
Hangar dirigibili di Augusta ( conosco questo posto per le mie colonie estive...da ragazzo)L'hangar dirigibili di Augusta, costruito in cemento armato tra il 1917 e il 1920, nel contesto della prima guerra mondiale, rappresenta un'opera ingegneristica di valore storico e tecnico.
Il parco che ospita l'hangar, una collina di eucalipti di quasi 30 ettari[1], si trova sulla Strada Provinciale ex 193.La costruzione ha un ingombro massimo di 105,5 metri di lunghezza, 45,2 metri di... larghezza e 37 metri di altezza. Le dimensioni dello spazio interno utile sono 100 x 26 x 31 metri. La struttura portante è costituita da quindici telai in calcestruzzo con interasse di 6,60 metri. I tamponamenti sono in laterizio su travi di collegamento orizzontali poste a 4,50 metri l'una dall'altra. La copertura a botte si sviluppa per tutta la lunghezza completa l'originale forma esterna, mentre all'interno, grazie alla soluzione dei telai esterni, risulta un unico spazio vuoto che doveva servire per il ricovero di dirigibili fino a 12.000 metri cubi.
La progettazione fu affidata all'ingegnere Antonio Garboli di Brindisi, un pioniere delle strutture in cemento armato. Difatti la struttura rappresenta un lavoro di ingegneria avveniristico per i primi anni del XX secolo. La costruzione, intesa a difendere, nel contesto della prima guerra mondiale, la cosiddetta rada megarese dall'azione dei sommergibili U-Boot, fu iniziata nel novembre del 1917 e terminata tre anni dopo, a guerra ormai finita.[1] Ospitò comunque dirigibili utilizzati per fini di addestramento e ricognizione, e ciò fino al 1925, quando l'area venne convertita in idroscalo.[1]
Risparmiato durante la seconda guerra mondiale dai raid degli Alleati perché con le sue dimensioni consentiva loro di orientarsi e bombardare la rada megarese[1], l'hangar, a guerra finita, fu ancora utilizzato fino al 1958[2]. Rimase poi in stato di abbandono, per effetto di una inefficace gestione condivisa (Marina Militare, Guardia di Finanza, Demanio).[1]
Nel dicembre 1987, l'hangar viene dichiarato "opera di alto interesse storico-monumentale"[3].
Neppure il cosiddetto "terremoto di Carlentini" (1990) lo abbatté e ciò indusse degli ingegneri giapponesi a mandare una delegazione che ne studiasse le proprietà antisismiche.[1]
Nel 2004 la concessione di 6 ettari del Parco dell'Hangar torna al Comune di Augusta, che dal 27 gennaio 2006 ne affida la gestione all'associazione di volontariato Hangar Team Augusta, costituitasi nel gennaio 2002[4]. Dal 2007 al dicembre 2009 l'hangar è stato oggetto di lavori di restauro finanziati dai fondi per il terremoto del 1990 e poi riaperto al pubblico e affidato alla cura dei volontari dell'associazione, finanziata dal cinque per mille[1].