Buccheri Neviera ingresso alla città
Buccheri
La neviera all'ingresso di Buccheri
Una delle attività ormai scomparse, anche perché in tempi di desertificazione ed aumento della temperatura è scomparsa la materia prima, è quella della raccolta, conservazione e commercializzazione della neve.
In una guida alla città ed al territorio di Buccheri, Luigi Lombardo descrive in maniera veramente approfondita e documentata la presenza delle neviere nel territorio di Buccheri e la particolarità di una attività economica che a partire dai primi del '600 sino alla seconda guerra mondiale ha caratterizzato l'economia del paese più alto e più freddo della nostra provincia.
Le prime neviere erano in genere delle grotte e servivano a conservare la neve per usi collegati particolarmente alla medicina.
Nei primi del '600, quando, specialmente, l'uso del sorbetto al gelsomino o al limone divenne di moda nei pranzi nobiliari, la neviera cambiò struttura e forma trasformandosi da grotta in costruzione in muratura a cupola per successivamente evolversi in una costruzione a dammuso con le pareti interne rivestite di conci squadrati di pietra lavica.
La "neviera" all'ingresso di Buccheri.
La realizzazione delle neviere rispondeva inoltre a precisi criteri costruttivi frutto della esperienza; venivano infatti edificate agli inizi di un pendio degradante verso nord in modo che risultava facile salire sulla cupola e scaricare all'interno la neve e sempre sul lato nord veniva collocata una porticina che si apriva ogni volta che doveva estrarsi la neve.
Struttura interna della "neviera" all'ingresso di Buccheri.