Palazzolo grotta dei Santi-Pianette - provincia di Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Sicilia
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Palazzolo grotta dei Santi-Pianette

Palazzolo A. > Palazzolo Paleocristiana
tratto da Santino Alessandro Gugno
La_Canicattini_cristiana_di_Salvatore_Carpinteri
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L’oratorio di Pianette è un semplice ambiente ipogeo quadrangolare (m 3 circa di lato) dal soffitto piano, nel quale si apre un lucernario di cm 50 di diametro, preceduto da un modesto vestibolo (figg. 17-18); nella parete di nord-ovest sono intagliate due piccole nicchie sovrapposte e sfalsate mentre numerose teche lunettate, impiegate per accogliere lucerne votive, sono allineate a cadenza regolare sotto i dipinti.



I pannelli pittorici, oggi in pessimo stato di conservazione, sono accompagnati da didascalie in latino e raffigurano la Mater Domini e alcuni dei santi che erano maggiormente venerati nel comprensorio ibleo, generalmente riquadrati da doppia striscia ocra e rossa con terza banda più interna a crocette equilatere o a motivi geometrici; i colori più utilizzati sono il blu per il fondo, il giallo per i volti e le mani e il rosso per i paramenti. Un fregio continuo, ai piedi delle immagini maggiori, doveva contenere piccole figure di offerenti o di devoti (si conservano solo le tracce di due personaggi, uno maschile e l’altro femminile, nell’angolo nord in basso e di una figura ammantata in quello sud-orientale).

Le osservazioni raccolte dal Carpinteri sugli affreschi della Grotta dei Santi sono molto importanti perché integrano i dati pubblicati dagli studiosi successivi e forniscono preziosi elementi su alcuni particolari ormai irrimediabilmente perduti.
Sulle figure della parete sinistra, non identificate a causa della quasi totale distruzione dell’intonaco che la rivestiva, Salvatore Carpinteri annota: Adiacente allo stipite suddetto [sinistro] scende una fascia di riquadro. Sono visibili tracce di una figura e, accanto, le lettere D N I. Più in là c’è l’evanescente busto di una figura armata di cui è ben visibile il balteo.

Sulla parete di fondo è chiaramente riconoscibile soltanto la figura di S. Giovanni Battista, dalla barba fluente e con la mano sinistra reggente una croce, che reca la didascalia S / I O H / B (figg. 19-20).

Il Carpinteri aggiunge che: Nella parte sinistra della medesima parete compare di nuovo l’intonaco che reca tracce sbiadite di una figura maschile togata alta circa due metri. Solo i piedi, divaricati alla maniera bizantina, hanno una certa consistenza grafica. Recano le strisce dei sandali e varcano il rifascio bipartito (striscia e crocette).
Sulla parete destra sono presenti quattro immagini in stato molto frammentario: S. Nicola (identificabile dal titolo NI [COL] AUS a sinistra del volto); la Vergine con velo rosso e tracce della spalliera del trono e della mano del Bambino (didascalia: D N I); un volto molto rovinato di un vecchio barbato e tratti della veste a panneggio rosso decorata da orbicoli; la Vergine assisa in trono con Bambino sulle gambe in posizione centrale e titolo che allude ad una attribuzione di Hodigitria50 (figg. 21- 22). Salvatore Carpinteri aggiunge che: Nell’angolo sud est, ai piedi del trono della Vergine si intravede una piccola figura ammantata con le spalle rivolte alla Madonna e con la mano destra in direzione dei santi della parete sud.
Conclude la parete meridionale d’ingresso (fig. 23), dove un grande pannello quadrato ad unica cornice contiene al centro la Vergine stante con nimbo giallo e velo rosso (didascalia: M A T) mentre ai lati S. Bartolomeo (riconoscibile dalla didascalia quasi integra) e il nimbo e parte dei capelli di una terza figura completamente scrostata.



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