Canicattini Bagni storia - provincia di Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Sicilia
Vai ai contenuti

Canicattini Bagni storia

Canicattini Bagni
Canicattini Bagni si trova in provincia di Siracusa
Il territorio Ibleo, che va da Siracusa all’entroterra, è caratterizzato da suggestivi panorami, scenari incontaminati, esclusive fauna e flora e presenza di importanti testimonianze archeologiche e storiche tali da renderlo Patrimonio dell’Unesco (Siracusa, Pantalica, Noto e Palazzolo Acreide).
Al suo centro è incastonata Canicattini Bagni, città del Liberty e della Musica pregna di  storia, la cultura e le tradizioni.
Il paese si trova a 362 metri sul livello del mare, ha una superficie di 15,06 km2 con una popolazione (al 31/12/2014) di 7124 abitanti, densità di 516 abitanti per km².

Canicattini domina una vasta pianura disseminata di ulivi ed intersecata da cave (Cava d’Alfano, Cava Ddieri, Cava Bagni), il cui orizzonte, chiuso a Nord dal profilo dell’Etna e dai Monti Climiti, si dissolve procedendo verso Est nel Mar Ionio, che bagna le coste orientali della Sicilia.
La felice posizione geografica (lat. Nord 37°02’00”; log. Est 15°03’30”; rif. Cartografico I.G.M., foglio 274, III quadrante, tav. SO), quasi al centro della provincia di Siracusa, fa sì che si trovi a breve distanza dal capoluogo e dalla maggior parte degli altri centri Siracusani, che possono essere raggiunti comodamente e in poco tempo grazie ad un’articolata rete stradale di cui la SS124 “Maremonti” costituisce l’arteria più importante, innestandosi nell’autostrada E45 Gela - Siracusa - Catania.
Il toponimo, secondo Tommaso Fazello (scopritore di Akrai e Selinunte e definito “Padre della storia Siciliana”) è di sicura origine Araba, ma la sua etimologia è ancora incerta.
Secondo il canonico Aiello è un nome composto dal sostantivo Yhan o Ayn (“Fontana”) e dall’aggettivo Niatinum o Netinum (“Netina”), quindi significherebbe “Fontana che scorre nel territorio di Noto”; tale fontana corrisponderebbe alla sorgente del fiume Cardinale, che fornisce attualmente l’acqua potabile al paese.
Secondo interpretazioni recenti, il nome deriverebbe da Handaq – at – tin, che significa “Fossato del fango”.
Il secondo termine, “Bagni”, è derivato dal titolo del feudo Bagni vicino al paese, imposto da Mario Daniele Partexano, rifondatore di Canicattini.
Questo territorio ha conosciuto in ogni epoca la presenza di nuclei abitativi.
È significativo, in tal senso, che la raccolta di selci risalenti al Paleolitico superiore conservate al Museo “Paolo Orsi” di Siracusa, provengano proprio dal territorio di Canicattini Bagni; la presenza umana in età Neolitica e nell'età del rame è testimoniata dalle grotte del Conzo e della Chiusazza; anche l'età del bronzo conosce tracce di insediamenti nella zona (tombe in località Case Vecchie).
Con l’arrivo dei Greci (seconda metà dell’VIII sec a.C.) e la fondazione delle colonie, la piana canicattinese diventò uno dei passaggi obbligati tra la città di Siracusa e le sue sub-colonie di Akrai e Kasmenai; gli studiosi concordano nel datare a questo periodo le opere di drenaggio e di incanalamento verso Siracusa delle acque del Cardinale, tecniche avanzate atte ad attraversare i burroni da sponda a sponda.
Durante l’età Ellenistica e quella Romana lo sfruttamento del territorio agricolo diventa più intenso e l’affermarsi di una economia latifondista fa registrare tracce di ville e fattorie, in luoghi come c.da Cinque Porte a Piano Milo, c.da Cugno Martino, c.da Bagni dov’è attestata la presenza di vasche termali e dell’acquedotto.
La continuità culturale ed economica tra epoca tardo antica ed età Bizantina fino al primo medioevo ha consentito una ricca fioritura di villaggi agricoli, testimoniata dalle necropoli S. Elania, Cozzo Guardiole in c.da Casevecchie, Piano Milo, Cugno Martino, Bagni, Cardinale nella regione Nord-Ovest, Petracca e Cugni di Cassero nella regione Sud-Est.
La più antica testimonianza riguardo il toponimo “Canicattini” si trova nel documento riguardante la fondazione sul territorio di Noto del monastero cistercense di Santa Maria dell'Arco (1212), nel quale si parla di Casale di Cannicattini, con riferimento ad un centro agricolo di un certo interesse, avanzo di un abitato del periodo alto medievale.
Come feudo però risulta menzionato soltanto nel 1296  nel catalogo del servizio militare dei baroni di quell'anno; risulta che esso era soggetto al censo baronale di Federico II d'Aragona e che la baronia di Jannicattini o Cannicattini era posseduta da don Giovanni Migliotta.
Da allora fino al 1682, anno in cui fu concessa al Marchese Mario Daniele Partexano la Licentia populandi, (l’autorizzazione del re Carlo II di Spagna a creare un nuovo borgo in territorio di Canicattini, a ridosso del vallone che lo separa dal feudo Bagni), la vita di questa baronia non dovette discostarsi da quelle delle altre; dopo un decennio dalla fondazione il terribile sisma del 1693 dette l'occasione a numerose famiglie provenienti soprattutto da Noto e Palazzolo, ma anche da Sortino, Ferla, Buccheri, di abitare il nuovo borgo a condizioni particolarmente favorevoli.
Il 18 ottobre 1827 un decreto di Francesco I di Borbone attribuì l’autonomia a Bagni Canicattini, avente un territorio di 700 salme comprensivo dei feudi Bagni, Bosco e Canicattini.
La crescita demografica nel corso del primo ‘800 fu costante malgrado la recessione economica negli anni ’30 e  ’40;  il paese si sviluppava verso Nord-Ovest e verso Sud con un reticolo di strade dritte e parallele, che seguono la ripida collina.
Al 1837 risale la sommossa per il colera, la quale si tinse di colori politici e contò quattro martiri fucilati nel corso della dura repressione voluta dal gen. Del Carretto; nel 1848 il paese partecipò alla rivolta che infiammò l’Italia e l’Europa.

Dopo l’Unità d’Italia, mentre la classe borghese consolidava le sue prerogative, a livello popolare si diffondeva la renitenza alla leva che fu una delle cause del brigantaggio; Canicattini si tinse di eroismo e acquistò i colori della saga la vicenda del brigante Boncoraggio.
Durante la seconda metà dell’800 fu rinnovata l’architettura cittadina, soprattutto sulla via XX Settembre. La popolazione aumentò arrivando alla cifra di 8871 abitanti nel 1901.

Dal 1898 venne istituita una fiera di bestiame ogni primo giorno del mese, che si affiancava alle già famose fiere dell’Assunta e di S. Michele.
Nel 1898, dopo una vertenza giudiziaria, per iniziativa dell’ing. Salvatore Lombardo Carpinteri si ottenne nell’incanalamento di 200 l/s di acqua della sorgente Cardinale a beneficio del comune, alimentando una serie di canali irrigui e di mulini.
Fra il 1880 e il 1925 vennero edificati il nuovo Cimitero, il Campo Sportivo e la Villa Comunale.
Nei primi decenni del ‘900 il forte incremento demografico portò a uno sviluppo urbanistico del paese verso Est; le caratteristiche delle nuove costruzioni erano sempre quelle tipiche di un paese agricolo, segnate però da una diversa consistenza della casa contadina, più ampia, con nuovi accorgimenti  come l'arco a lucernario, e dal facile trapasso dell’unità abitative dal tipo rustico a quello piccolo borghese.

Nei primi anni del secolo, ma soprattutto durante il periodo fra le due guerre e l’immediato dopoguerra, si assiste al salto di qualità dello sviluppo edilizio canicattinese, con le costruzioni improntate allo stile Liberty; grazie alla maestria degli scalpellini Iblei (veri e propri continuatori dell’arte dei Lapidum incisores del Barocco), i prospetti delle case del paese possono essere considerati un campionario straordinario di invenzioni decorative: canestri di frutta, balaustre guizzanti, cabochon di pietra, graffiti, motivi vegetali, appliques, un universo di creazioni in libertà in cui si celebra e concretizza la spinta esuberante e vitalistica dell’imagerie Siciliana.
Attualmente, un attento studio di ricerca condotto dall'archeologo Santino Alessandro Cugno, fornisce un quadro aggiornato, ampio e articolato dei diversi paesaggi storici che si sono succeduti nel corso dei secoli in quest'area, dell'azione umana e dell’interazione tra questa e i caratteri originari dell’ambiente naturale.
Questo lavoro confluisce in una corposa monografia  dal titolo “Dinamiche insediative nel territorio di Canicattini Bagni e nel bacino di alimentazione del torrente Cavadonna tra Antichità e Medioevo" (edito nel 2016 dal British Archaeological Reports di Oxford); sfogliandone le pagine possiamo immergerci  nella storia del territorio, situato a metà strada tra Siracusa e Akrai, e ripercorrere le tappe dell'antica via Acrense, la strada che collegava la madrepatria alla sua sub-colonia.

Ampio spazio viene dedicato alle necropoli preistoriche di Alfano, Passo Ladro e Cardinale, con le caratteristiche tombe monumentali dell'età del Bronzo Antico, poi alle fattorie greche di Bagni e Pianette, alle lussuose ville romane con mosaici di Cinque Porte e Cugno Martino, alle catacombe di Cozzo Guardiole e di Stallaini, al battistero tardo antico di contrada Petracca, per terminare con gli insediamenti rupestri medievali di Cava Lencino, Bosco di Sopra e Case Vecchie con i loro affreschi e i loro simboli Ebraici e Paleocristiani.
Nella stessa area archeologica studi recenti da parte degli archeologi dell’Associazione “Aditus in Rupe”, presieduta dall’archeologo canicattinese Antonino Cannata, hanno consentito la scoperta, nell’ipogeo ebraico, di incisioni raffiguranti i resti di una “menorah”, prontamente sottoposti a rilievi grafici.
Il monumento funerario, altresì,  è stato oggetto di un accurato studio a carattere topografico, nonché di rilievo architettonico mediante tecniche fotogrammetriche, che hanno permesso la realizzazione del modello 3D.
Detto lavoro, di cui  è presente una preliminare descrizione in FastiOnline, è stato sottoposto alla rivista online Mediaeval Sophia nell’Aprile 2016.
Una scoperta, quella di "Aditus in Rupe", fino a poco tempo addietro ancora inedita, che ha dato spunto ad altri studiosi locali di rivedere ed ampliare i propri studi.
Canicattini Bagni, sorge sulle estreme propaggini dei monti iblei a 362 m. sul livello del mare. Il suolo, collinoso dalla parte di mezzogiorno, scende dolcemente verso tramontana fino alla cava di Alfano dove un ponte di pietra, costruito nel 1796, congiunge il territorio di Canicattini all'ex feudo S. Alfano. La suddetta cava, correndo lunga verso levante, tocca il feudo "Bagni" dal quale prende il nome di "Cava Bagni".
Anche in questa zona recentemente è stato costruito un ponte che, eliminando la tortuosa discesa verso il letto del vallone, accorcia di molto la distanza tra Canicattini e Floridia. L'abitato ha origini recenti essendo sorto nel 1681 ad opera del Marchese Mario Daniele. Il suo nome più antico è "Bagni Canicattini" tratto da quello del feudo appartenente al suddetto marchese. Col trascorrere del tempo la voce "Bagni" è passata in seconda posizione e spesso per brevità la si tralascia. Il territorio dovette essere abitato nelle età antiche soprattutto dai Siculi, come si evince da alcune tombe a forno presso la contrada "Case Vecchie". Il periodo storico maggiormente rappresentato è quello tardo romano e bizantino. Accanto alle ville dei nobili siracusani a poco a poco cominciarono a sorgere case rurali che si estesero sempre più fino a diventare dei veri e propri villaggi.
Queste contrade furono ben presto attraversate dai propagatori della fede cristiana che trovarono tra quei poveri numerosi proseliti. Le testimonianze storiche di queste comunità cristiane, che nel periodo bizantino popolarono l'altopiano canicattinese, sono rappresentate dalla presenza di numerose necropoli e dal toponimo di molte contrade: Santolio, S. Giovannello, S. Marco ecc.. La più antica menzione di Canicattini risale al 1296 ai tempi di Federico II d'Aragona; nel registro del servizio militare dei baroni e dei feudatari di quell'anno troviamo che la baronia era posseduta da don Giovanni Migliotta. Dal 1296 al 1681 la storia di Canicattini è una storia di baronie. Da alcuni documenti risulta che il feudo era adorno del mero e misto impero cioè di tutte quelle prerogative che consentivano al barone di amministrare la giustizia dei vassalli.

Tale privilegio in mano ai baroni poco scrupolosi dava luogo spesso ad abusi di ogni sorta contro la libertà personale dei sudditi. La popolazione ebbe un notevole incremento dopo il terremoto del 1693 che danneggiò molti centri del siracusano. La cittadina di Canicattini Bagni è caratterizzata per le sue vie lunghe, diritte e parallele attraversate da altre perpendicolari che la tagliano in tanti rettangoli.
Non vi si trovano opere d'arte; le stesse chiese, che risalgono all'ottocento, non presentano interessanti rilievi architettonici: sono opere di modesti artigiani locali.
Degna di nota è inoltre l'architettura che si affermò nei primi del '900 ad opera di maestranze locali (gli scalpellini) che si sbizzarrivano nel decorare portoncini, balconi e finestre con tralci di frutta e di putti secondo lo stile liberty dell'epoca. Anche se quest'arte non riesce a cogliere certe raffinatezze proprie di quella grande, ha tuttavia un suo valore perché l'artigiano vi ha lasciato i tratti della sua passione per l'arte ed il segno della sua personalità.
Santino Alessandro Gugno
La_Canicattini_cristiana_di_Salvatore_Carpinteri
clicca per la documentazione pdf



Torna ai contenuti