Chiesa rupestre del Crocifisso
Lentini
Lentini (SR) – Chiesa rupestre del Crocifisso – testo e foto di Gianni Grillo
Innumerevoli sono gli insediamenti e le Chiese rupestri sparse nel territorio di Leontinoi. Già dalla preistoria, e sino alla metà del secolo scorso, l’insediamento rupestre persiste senza soluzione di continuità. Esempi di grotte, abitazioni, e anche oratori, cernobi, romitaggi e luoghi di culto sono testimonianza di una tipologia abitativa non ancora studiata a fondo.
Fu Jan Houel, indomito viaggiatore, nonché pittore ed incisore, vissuto a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo, ad attirare per primo l’attenzione sulla Sicilia rupestre. Le Grotte che per il mondo scientifico, fino ad allora, erano state considerate come semplici forme di abitazioni alternative dei ceti emarginati, per Houel avevano la stessa dignità degli altri tipi di abitazione.
Esempi di grotte abitazioni sono stati attestati nella greca Leontinoi e, quindi, in età romana e medioevale. Li ritroviamo, naturalmente, nel romanzo agiografico dei Santi Alfio, Filadelfio e Cirino nei riveli dei beni aragonesi e spagnoli.
La più importante ed articolata Chiesa è quella del Crocifisso. Si tratta di un complesso rupestre formato in origine da due vani quadrati, simmetrici e affiancati. Quello di destra ha nella parete est l’altare con un’abside ogivale e, sulla parete opposta, due vani separati da una lista di roccia.
Il vano di sinistra ha un altare nella parete ovest e nel lato sud due vani simmetrici che furono utilizzati come ossari.
La Chiesa conserva il più ricco ciclo di affreschi della Sicilia, attestato da ben cinque fasi decorative. L’immagine della Crocifissione, oramai guasta, è certamente la più antica e si rifà ai moduli pittorici duecenteschi, sia per il volto reclinato del Cristo, che per quello della Vergine.
Ancora altre immagini di Santi nelle varie pareti. Senz’altro le meglio conservate e spettacolari a vedersi sono quelle che possiamo ammirare nella parte ad ovest dove sono visibili un Cristo viandante, del XVII secolo, ed un San Cristoforo del XV°. Seguono Santa Elisabetta, la Vergine con il Bambino, San Leonardo, San Giovanni battista, un Santo Vescovo e la scena di un “threnos” con il calvario e la deposizione di Cristo.
Sono queste ultime immagini quelle su cui attualmente si sta lavorando in un’opera di minuzioso ed attento restauro.