Necropoli Castelluccio
Noto > Noto Paleocristiana
La necropoli preistorica di Castelluccio
Precedente a Thapsos e a Pantalica, la cultura di Castelluccio prende il nome dall'insediamento preistorico posto su un piccolo territorio dominante la cava della Signora, tra Noto antica e Palazzolo Acreide.Lungo le pareti della cava si estende la relativa necropoli costituita da 176 tombe a grotticella artificiale scavate nella viva roccia calcarea, di pianta circolare e con volta a forno.
Durante le due campagne di scavi che l'archeologo Paolo Orsi intraprese nel 1890 e nel 1891, molte tombe risultarono già violate o crollate, ma alcune erano ancora intatte perchè nascoste dalla vegetazione e fra esse due erano ancora chiuse da lastre calcaree scolpite con figurazioni simboliche spiraliformi.Rimaste uniche nel patrimonio culturale castellucciano, le lastre sono esposte al museo archeologico di Siracusa.Tra i pezzi più importanti rinvenuti per la prima volta in Sicilia in questa necropoli sono due ossi a globuli, particolarissimi oggetti di un raffinato artigianato, costituiti da vasi di terracotta a bande scure sullo sfondo chiaro (boccali, bicchieri campaniformi, fruttiere con il gambo alto, orci, vasetti per unguenti), collane di giada, asce di pietra, coltelli litici con manico d’osso lavorato a globuli ed intarsiato, ossidiana.
La frazione di Castelluccio appartiene al comune di Noto, in provincia di Siracusa. È il sito archeologico, localizzato tra Noto e Palazzolo Acreide, che ha dato il nome all'omonima cultura. Tra Noto e Modica, lungo la valle del Tellaro, Castelluccio è qualcosa di più che una contrada del territorio di Noto, 4000 anni di storia e non li dimostra. E' stato un sito abitato fin dalla preistoria a partire dalla prima età del bronzo (2200-1450 a.C.), i corredi rinvenuti nelle circa duecento tombe della necropoli della Valle della Signora hanno permesso di definire i caratteri di quella che viene definita cultura del Castellucio, il cui emblema sono i portelli tombali decorati con motivi spiraliformi simbolo di fertilità oggi al Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa, tra le tombe spicca quella con il prospetto decorato da quattro colonnine. La Grotta dei Santi, oratorio rupestre le cui pareti sono decorate con immagini di Santi della tradizione bizantina, ci richiama alla memoria la devozione popolare delle comunità che vivevano nell'area all'epoca della Sicilia normanna e sveva (XII e XIII secolo). Il sito venne localizzato dall'archeologo Paolo Orsi che lo datò tra il XIX° ed il XV° secolo a.C. e, pertanto, alla prima età del bronzo siciliana. Gli studiosi hanno individuato il piano dell'abitato, posto su uno sperone roccioso, una sorta di acropoli fortificata e, la necropoli. Quest’ultima consta di 176 tombe a grotticella artificiale, scavate nelle pareti ripide della vicina cava della Signora. La più monumentale è la cosiddetta "Tomba del Principe" con un prospetto costituito da quattro finti pilastri. Dal sito vengono numerosissimi materiali ceramici, oggi esposti al museo archeologico di Siracusa, oltre a reperti in bronzo e 2 famosissimi portelli tombali con incisi simboli spiraliformi. Secondo fonti di autorevoli archeologi, la necropoli di Castelluccio è sicuramente molto più precedente alle altre necropoli di Thapsos e di Pantalica ed anche molto più importante. Trattasi del più importante sito dell'età del bronzo antico, di un territorio appartenente ad un ex feudo presso cui sorge un importantissimo sito archeologico dell’omonimo villaggio preistorico siculo cui è annessa la grande necropoli di Cava della Signora. (Cava della Signora, fu esplorata da Paolo Orsi sul finire dell’Ottocento, scavando nel sito del villaggio e nell’area degli scarti del materiale artigianale preistorico).
La Necropoli è raggiungibile da Noto Antica, imboccando, a sinistra, la strada provinciale per Testa dell'Acqua, agglomerato rurale a quattro chilometri di distanza, località anche di villeggiatura estiva, dove vi sono la scuola, l'Ufficio Postale e la farmacia, oltre la chiesa parrocchiale di Sant' Isidoro Agricola.
Imboccando la strada per Rigolizia, si percorre per circa tre chilometri e si vede la segnaletica turistica che indica la direzione per l'ex-feudo del Castelluccio, già dei marchesi Di Lorenzo.
Di fronte al cancello degli scavi, tramite una scaletta si giunge ad una struttura, una sorta di vestibolo dell'Oratorio bizantino, chiamato Grotta dei Santi, ancor più giù, si può visitare la catacomba detta del Ciclope, al cui esterno si rilevano resti di tombe paleocristiane.
Ripercorrendo la medesima strada per Testa dell'Acqua, giù verso la Serra del Vento, sulla strada per Noto, ci si imbatte nella stradina del Finocchito, villaggio siculo risalente al IV° ed ultimo periodo siculo (730-650 a.C.).
oggi dell'antica Necropoli rimangolo un muro con arco d'ingresso diroccato