stazione ferrovia Pachino - provincia di Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Sicilia
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stazione ferrovia Pachino

Pachino

Completata la linea Catania Noto che venne successivamente allungata fino Siracusa e da lì fino Ragusa, si pensò giustamente di collegare in contemporaneo  la stazione di Noto anche con la località di Pachino, in tutto circa 27 Km in una zona altamente panoramica ed interessante sia dal punto di vista agricolo, naturalistico e  turistico.

Nonostante l’ottimo proponimento iniziale e la volontà comune di voler realizzare questo ramo di linea, previsto a scartamento normale, le  motivazioni dovute alla prima guerra mondiale, alla congiuntura post-bellica, ai fatti politici legati all’avvento del fascismo ritardarono enormemente la costruzione e la messa in opera di questa linea. Si iniziarono i lavori con un certo impegno solamente nel 1934 e celermente essa venne inaugurata il 28 Aprile del 1935, nonostante la lunga … gestazione!
Il percorso prevedeva,  partendo da Noto, le stazioni di Falconara Ibla, Falconara Marina, Noto Marina, Roveto-Bimmisca, San Lorenzo, Marzamemi e Pachino; sostanzialmente esso puntava subito verso il mare costeggiando la zona del Parco di Vindicari prima di raggiungere Pachino.
Il primo impatto devastante la linea lo subì nel 1943 a causa dello sbarco in Sicilia degli alleati. Superato questo scoglio, in seguito ad un fortissimo alluvione, la linea rimase interrotta dal 1951 al 1955. Avvenuto il ripristino tra le infinite polemiche e diatribe politiche, che miravano alla soppressione dei cosiddetti rami secchi ferroviari, essa continuò a vivere in uno stato di mediocrità produttiva dovuta allo sviluppo dell’industria automobilistica e stradale. In ogni caso bisogna dire che la linea non aveva avuto modo di manifestare tutte le sue potenzialità economiche a causa dei fatti contingenti che aveva dovuto affrontare. Non valutando le circostanze attenuanti, mettendo in pratica i dettami della nuova SpA delle FFSS, nel 1991 ne venne decretata la chiusura, pur senza ricorrere allo smantellamento totale per l’eventuale recupero di materiale ferroso e fabbricati. Pur essendo, ormai dal 2002 dichiarata dismessa per il rigetto della relativa licenza di gestione come per altre linee, ancora oggi il binario è ancora sulla sede prevista coperta da rovi e piante selvatiche, forse nella malinconica attesa di un eventuale miracoloso ripristino. I Fabbricati che pur erano di ottima fattura ed in ottimo stato, sono stati abbandonati all’incuria del tempo. Un patrimonio che va tutto in malora, mentre tutta la zona circostante ha acquisito e continua ad acquisire un crescente interesse turistico, naturalistico ed anche agricolo. Avere abbandonato al degrado ed all’auto-distruzione questo tratto di linea che potrebbe, opportunamente curato, servire all’attività turistica  e creare dei posti di lavoro redditizi in questo campo, è uno degli errori più madornali che lo Stato ha permesso.
Utilizzare la linea anche con un solo mezzo che facesse la spola tra Noto e Pachino, come un Tram a trazione Diesel, snellirebbe il traffico automobilistico di gran lunga e sarebbe di massima utilità, senza particolari spese aggiuntive di gestione, specialmente nel periodo estivo.
Basta visitare questo angolo di Sicilia, fortemente reclamizzato anche dalla RAI TV con gli episodi del commissario Montalbano tratti dall’opera letteraria di Camilleri, per rendersi conto dell’importanza che potrebbe avere uno sfruttamento di questa linea ferroviaria dismessa.









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