Lojacono Francesco
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Lojacono Francesco, nato il 16 Maggio 1838 a Palermo,dove è morto il giorno 25 Febbraio 1915, a quasi 77 anni di età .
Dal padre Luigi apprese i primi elementi dell’arte, e, dimostrata precoce vocazione, dapprima frequenta l’atelier di Salvatore Lo Forte, poi si recherà quattordicenne a Napoli con una pensione regia. Nella Capitale partenopea egli frequentò lo studio del Palizzi, finché, sopravvenuto il 1860, lasciò i pennelli per accorrere a porgere il suo braccio a Garibaldi, col quale fece tutte le campagne. Nel 1862, di ritorno in Sicilia, lasciò il fucile e riprese la carriera artistica. Divenne così uno dei massimi rappresentanti della pittura meridionale. Egli seppe tradurre in modo fino allora mai raggiunto la luminosità del sole e dell’aria, e ciò specialmente nel dipinto Una giornata di caldo in Sicilia, esposto nel 1876 alla Promotrice di Napoli ed acquistato dal Re Vittorio Emanuele II per il Museo di Capodimonte. Questa opera gli valse l’appellativo di "ladro del sole", dai soggetti di paesaggi meridionali seguiti dal vero. Altro lavoro che ebbe grande successo fu Una carrozza siciliana e una carrozzella, presentato nel 1892 all’Esposizione Nazionale. Altre sue opere degne di essere rammentate: Il riposo del meriggio, L’ottobre, Villa nella Conca d’Oro, uno dei migliori lavori, esposto a Parigi nel 1878; Dopo il tramonto, i pescatori di ostriche, premiato con medaglia d’oro; L’arrivo inatteso, acquistato dal Re Umberto I e conservato nella Villa Reale di Monza; Il Golfo di Palermo, che venne comperato dalla Granduchessa di Russia; Nella Galleria d’arte moderna di Roma figurano: presso il Vesuvio e Veduta di Palermo. Vento di montagna, collocato nella Galleria d’Arte Moderna di Palermo. In Agrigento nella collezione Sinatra sono conservate ottantaquattro tele del Lojacono. Di queste si rammentano: Dall’ospizio marino; Benedizione degli armenti; La quiete; Tramonto. La sua fama fu tale che gli fu attribuito a livello nazionale la nomina di Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, che inorgoglì molto l’anziano maestro.
Lo scrittore Salvatore Spinelli scrive :
" Lojacono è un pittore che sopravanza tutti i pittori palermitani - di nascita o di elezione - del suo tempo: Michelangelo Giarrizzo, Michele Catti, Rocco Lentini, Onofrio Tomaselli e lo stesso Luigi Di Giovanni col quale ebbe comune la straordinaria vivezza coloristica. Fu il genius loci del Circolo Artistico - che aveva la sede nel Kassaro, a pian terreno. E diceva, con sorprendente sincerità, che il Circolo era una bella istituzione perché, "quando una volta la settimana c'è il trattamento (trattenimento, ricevimento) con aperitivi, paste piccanti, paste dolci e digestivi, ci mettiamo tutti a posto e risparmiamo la cena. Con pari candore annunciava, raggiante:"Quel tonto che mi presentaste l'altra sera, immaginate, gli ho venduto il 'Monte Pellegrino', appena sbozzato: tremila lire, nientedimeno!" (e quel tonto, c'è da scommettere, l'avrà rivenduto subito per cinque o diecimila)».
Lojacono - continua Spinelli - « sembrava pieno di sé, glorioso e borioso; ma, quale io lo conobbi, nei rari incontri, mi apparve uomo semplice, di vita modesta, innamoratissimo dell'arte e della sua Sicilia. Ce ne ha lasciato immagini indimenticabili per la luminosità, le trasparenze, la vaporosità del cielo, le sfumature e striature di toni del mare, il vivo senso della stagione e dell'ora. Certe strade fangose e melmose - quelle erano allora le nostre "nazionali" - danno l'impressione che il carretto, avanzante tra le pozzanghere, ci debba impillaccherare. Su certi muri di campagna il sole quasi abbacina e scotta. Egli sapeva la virtù del sole che aveva infuso nei suoi quadri. E, alterando in modo paradossale quel fondo di verità che non mancava in ogni sua vanteria, raccontava - gli amici lo trasmisero alla posterità - che Sua Maestà Umberto I, venuto a Palermo a inaugurare l'Esposizione del '92, nel contemplare i suoi dipinti, era esploso in questa esclamazione, non confacente alla sua maestà regale: "Caro Ciccio, i tuoi quadri cacano fuoco!" .
Degna di menzione la Retrospettiva alla GAM(PA,1 Ottobre 2005) .
Dalla rivista Agorà n.29-30/2007, a firma Monica Di Pietro, riportiamo in parte :
"La Storia dell'Arte ,purtroppo,non ha mai del tutto reso giustizia a F. Lojacono,la cui unica sfortuna fu quella probabilmente di aver salutato il XX secolo,il secolo delle avanguardie, con la sua pittura ancora marcatamente ottocentesca ma nella
quale una modernità sottile si annida ; una modernità che forse è più facile cogliere ora,ora che anche i futuristi sono acqua passata,ora che non sentiamo il bisogno di fare tabula rasa dell'arte da museo,scaraventando il "vecchiume" dalla nave della modernità......." .
Bibliografia :
-Catalogo della mostra I Lojacono,a cura di F.grasso,Palermo,1995.
-Catalogo della mostra,a curadi L.Martorelli,F.Mazzocca,A.Purpura,G.Sisi,Milano,2005.
-F.Grasso:Kalòs,n.2,anno I,1989 .
Dal sito www.francescolojacono.it si riporta parzialmente :
"La sua formazione, avviata dapprima presso il padre Luigi, prosegue intorno al 1854 accanto a Salvatore Lo Forte e si completa a Napoli, dove si reca verso la fine del 1856, ottenuto il pensionato artistico, indirizzato dal padre alla scuola di Filippo Palizzi. I primi dipinti di Lojacono esposti a Palermo nello studio di Nunzio Morello, al rientro da Napoli nel 1859 circa,
denotano una precisa influenza dei modi palizziani e delle correnti più aggiornate del realismo europeo. Insieme con il padre e il fratello Salvatore nel 1860 si associa a Garibaldi nell'impresa dei Mille; nel 1862 segue nuovamente Garibaldi in marcia verso Roma ed è fatto prigioniero in Aspromonte con Menotti e Garibaldi. Tornato alla pittura, inizia una
ricognizione dei luoghi più caratteristici dell'isola, fermandosi a lungo ad Agrigento, dove stringe amicizia con i fratelli Giuseppe e Francesco Sinatra. È proprio in questo periodo, intorno al settimo decennio del secolo, che Lojacono, specializzatosi nella raffigurazione del paesaggio siciliano (marine, panorami agrigentini e panormiti, a volte animati da figure), elabora una particolare cifra stilistica, destinata ad avere un largo successo e molte imitazioni, contraddistinta dal perfetto equilibrio fra la visione lucidamente realistica e il sentimento lirico della natura e da una straordinaria perizia tecnica. A partire dal 1862 e praticamente fino agliultimi anni di vita, partecipa alle maggiori esposizioni nazionali ed estere, affermandosi in Sicilia come il più grande pittore di paesaggio dell'epoca. Né gli mancano i riconoscimenti accademici, dal momento che nel 1872 è nominato professore onorario di paesaggio presso l'Istituto di Belle
Arti di Napoli e dal 1896 al 1914 è professore incaricato di "pittura di paesaggio e di marine" all'Accademia di Belle Arti di Palermo. A differenza del luminoso vedutismo fotografico delle opere degli anni Ottanta e Novanta , nei dipinti dell'ultimo periodo Lojacono, ormai interamente padrone dei suoi mezzi espressivi, fa uso di tonalità basse e di una pennellata più larga e sommaria, di vago sapore evocativo.
È impossibile qui dare conto anno per anno della sua prolifica produzione e dell'assidua sua presenza alle mostre. Va ricordata comunque la partecipazione all'Esposizione Internazionale di Vienna del 1871, all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1878 e all'Esposizione Nazionale di Roma del 1883.
All'Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-1892, Lojacono espone L'autunno, L'estate (o Sulla via di Romagnolo), L'Anapo, e Veduta di Palermo dall'Ospizio Marino, quest'ultimo acquistato per la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Nel dicembre 1909, al Circolo Artistico di Palermo, vengono festeggiati i suoi cinquanta anni di attività con un discorso ufficiale di Ernesto Basile, una targa degli allievi e la pubblicazione dell'entusiastica biografia di F. Colnago. Si data al 1914 il suo ultimo quadro, La raccolta delle olive, per la collezione Sinatra di Agrigento.
Sue opere si trovano in moltissime raccolte private, nella Civica Galleria d'Arte Moderna e nelle collezioni della Fondazione Banco di Sicilia di Palermo, nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e nella Pinacoteca di Capodimonte di Napoli. È passata per donazione al Museo Civico di Agrigento l'intera collezione Sinatra, che comprende più di ottanta dipinti
di Lojacono ".
Fu soprannominato "ladro del sole" per la sua capacità di rendere "la luce dell'estate siciliana,il gravare dell'afa sulla campagna....l'immagine di una Sicilia luminosa e serena "(F.Grasso).