Cammarano Giuseppe
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Cammarano Giuseppe, Sciacca (AG) 1766-Napoli 1850
Figlio d’attore, passò gran parte della sua vita nel mondo del teatro, recitando egli stesso. In quell’ambiente, ebbe anche modo di esprimere il suo vivace gusto decorativo come scenografo. Apprese l’arte da D. Chelli, scenografo del teatro San Carlo di Napoli, poi entrò a bottega di F. Fischetti, operando come freschista. Nel 1786 fu rimandato a Roma a studiare con un compenso offerto da re Ferdinando IV. Due anni dopo tornò e lavorò per il Re, restaurando parte della Reggia di Caserta. Affrescò la Cappella Reale; la Gran sala da ballo, quattro sale minori e le Gallerie del Palazzo reale di Napoli. Rientrato a Napoli, aprì una scuola di pittura e, dal 1806, insegnò per breve tempo all’Accademia. Nel 1817 dipinse, per il Teatro San Carlo di Napoli, L’apoteosi dei grandi poeti e la gloria dei Borboni. Altre pitture allegoriche si trovano nel Palazzo del Duca di Capua e di Sant’Antino e in palazzi di famiglie napoletane. Nella Cattedrale di Caserta vi è un suo affresco L’ultima cena. Fu pure ritrattista e ritrasse vari personaggi della famiglia Borbone. Molti suoi quadri, facenti parte della collezione della famiglia Cammarano, si trovano ora nel Museo San Martino di Napoli. Nel 1827 ottenne la cattedra di Disegno all’Accademia. La sua pittura, per l’impianto, la soggettistica e la vivacità cromatica può essere considerata tipicamente settecentesca. Della sua produzione artistica si ricordano in particolare i paesaggi idillici.Oltre agli affreschi, ci restano solo alcuni bozzetti.