Adorno Enrico - arte e artisti

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Adorno Enrico

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Adorno Enrico, ...


La pittura di Enrico Adorno è soprattutto ima gioia per gli occhi, per i nostri poveri occhi offuscati dal grigiore, dallo smog, offesi dalla violenza dei cartelloni stradali, delle luci impietose.
Le sue forme chiare, il suo colore ricco e brinante ci propongono un mondo sano fresco primaverile, evocano gli arcobaleni della nostra infanzia dimenticata ma non perduta. Anche gli oggetti della tecnologia, le rare volte che appaiono nelle sue tele, sono come trasfigurati in astratte composizioni di volumi colorati che rinviano a certe immagini di ingenua fantascienza.
Ma altri sono i temi preferiti dal pittore: la figura umana, la natura, le statue e l'architettura me e'terranea. Temi tradizionali, sii dirà: ma sta proprio qui, a mio avviso, l'importanza di un pittore come Adorno.
Egli ha il coraggio di misurarsi con una tradizìone che fa tremare i polsi a chi prenda in un pennello nella patria di Botticelli, Leonardo, Raffaello. Ma si faccia attenzione: qui non si parla di un assurdo e sterile ritorno al passato, tutt'altro: dalla tradizione il pittore trae succhi linfa energia per lanciarsi nella sua per-sonailissima e addirittura spericolata ricerca, con esiti che talvolta possono sconcertare e far parpare di eclettismo.
E' inutile cercare in Adorno una coerenza superficiale, evidente: la sua olimpica indifferenza alle mode e al mercato gli mantiene intatta la libertà di sperimentazione, ma a ben guardare la coerenza c'è, profonda, misteriosa; ed ha un nome, un nome che ho pudore a scrivere, tanto è stato sporcato dalla retorica ed usato a sproposito; ma non ne trovo un altro: amore.
Amore per la pittura, per gli uomini per la vita. Guardate i suoi quadri con occhi puri: lo troverete anche voi.


Gaetano Gulizia

La pittura di Enrico Adorno sì distingue dalla pittura ohe in questo periodo di inevitabile decadenza non è difficile incontrare, e si inserisce autorevolmente in un contesto di valori autentici assoluti.
Dall'abilità di una tecnica familiare af grandi nomi non bisogna dissociare una chiara e inconfondibile concezione della vita e del mondo in una unità strutturale nella quale la sua arte assume una ben definita funzionalità espressiva.
Adorno è un uomo del nostro tempo che scava nel passato, anche il più lontano, con una coerenza immaginativa che lo porta ai nostri giorni con una freschezza di idee che lo rendono luminoso.
E' la nota-chìave della sua arte quella d'una luce che intende far vedere com'è questo mondò e questa vita, o meglio, come dovrebbero essere, attraverso un rigoroso processo di decantazione di tutte le miserie materiali e morali.
La sua ludé promana da un sole che nasce da una mitica conchiglia che costituisce un leit-moitv del suo iter figurativo.
La sua dimensione di artista si commisura ampiamente nei risultati notevoli che ha ottenuto in opere di largo respiro sia attraverso l'esaltazione della figura umana, che egli sente come primo segno di vita, sia attraverso la rappresentazione violenta d'una realtà oppri-
mente e mortificante, sia attraverso la trasparenza di particolari stati emotivi che, tutti insieme, rivelano una forte personalità che ha accumulato significative esperienze.
Infatti Adorno — e lo rivela rn ogni sua opera — mostra di avere assimilato le culture e le civiltà di ogni tempo.
Dal mondo classico a quello rinascimentale, al nostro che assomma in sé le più recenti conquiste rivoluzionarie, affronta consapevolmente la perenne problematica umana rivelando spesso la corposità cubistica di talune opere, la trascendenza metafisica di altre, il chiaro simbolismo e il velato surrealismo di altre ancora, non trascurando il crudo realismo che, insieme, costituiscono i segni tangibili di una personalità complessa, apparentemente contraddittoria, ma sicuramente poliedrica nella quale scorre sotterraneamente una vigorosa vena poetica che anima tutto il suo mondo.
Per questi motivi Enrico Adorno è artista di considerevole statura nel quale si può individuare il risultato di molteplici esperienze che egli sintetizza in espressioni valide non soltanto per i precisi significati, ma perché assomma in sé le diverse stratificazioni dell'arte' e della cultura che autorizzano ad affermare che in esso l'ontogenesi è la ricapitolazione della filogenesi.

Gioacchino Lentirni
Se proiettiamo una miriade di coordinate che idealmente compendiano il corso della vita umana, ci accorgeremo che le stesse si disporranno in modo da comporre un disegno nel quale riconosceremo le inquietudini, le paure, gli entusiasmi, le conflittualità, le contraddizioni, le attese che riguardano la condizione propria dell'uomo.
Per mezzo di una pittura autentica, Enrico Adorno da la sua risposta, anche se non definitiva, anzi sempre in evoluzione ed appunto per questo ricca, agli infiniti quesiti latenti nel nostro animo.
Essa risposta si visualizza in opere o dalle forme intrise di atmosfera metafisica o permeate di motivi simbolistici o, ancora, racchiuse in un geometrismo cubista che, di volta in volta, mettono in luce la diversità di generi pittorici nel rigoroso rispètto della trasparenza, della coerenza, dell'esperienza. Requisiti che permettono all'artista di poter spaziare, ripescando nelle memorie di civiltà passate e presenti, su una tavolozza dove ogni colore ha la propria storia da raccontare.
La ricchezza di sfumature tematiche e cromatiche è la risultante di una interiore pienezza contenutistica, dove il bisogno di fare leggere una realtà, ora cupa e opprimente ora solare e gioiosa, diventa ferma volontà di trasfondere in chi guarda queste sensazioni.
La figura umana si impone nelle tele di Adorno con una forza tale da lasciare tracce tangibili che parlano di solitudine, di malinconia, di sdoppiamento tra finzione e realtà, di incomunicabilità, sempre protesa allo svelamento di valori assoluti ed alla continua e sofferta ricerca della verità.
Nella pittura di Adorno l'esigenza di dare forza etica al suo lavoro è sostenuta dalla capacità dell'artista di progettare, di sperimentare forme nuove, di interrogarsi continuamente e di condurre con umiltà una ricerca capace di confrontarsi e di usare la libertà di pensiero, sottraendosi a contaminazioni di mode effimere. . ;
Un'umiltà intrisa anche di una valenza religiosa: quella di riconoscersi poveri e riempire in propria povertà con qualcosa di eterno. Il timore che l'anima dell'uomo contemporaneo sia fuggita altrove diventa il motivo conduttore del suo maturo e personale linguaggio estetico»
Dietro le sue composizioni figurative o astratte, Adorno lascia intravedére il desiderio di dare una chiara forma alle cose, di offrire quasi una certezza in un mondo pieno di linee sfuggenti, di creare la possibilità di fermarsi per non essere risucchiati dal vortice della più deleteria contemporaneità, donandoci anche il privilegio di "guardarci dentro". Ed è, questa stasi introspettiva, necessaria ed improcrastinabile in quanto contrapposta al dinamismo frenetico, dispersivo e vuoto che caratterizza la nostra epoca.
Anche la corposità del colore sembra voler suggerire che le cose dipinte hanno un loro peso e restano fissate sulla tela lasciando un'impronta della loro essenza: un'idea di "permanenza" che si oppone ad un mondo dalle mille apparenze.
Ma allo stesso tempo, in questa meditazione sulla condizione umana, si scorgono anche elementi arcaici, che nella essenzialità della forma, attraverso un processo di riduzione, rimandano ad una concezione dell'alte intesa non come frattura spazio-temporale, ma come continuità dell'esperienza umana.
L'amore e il coraggio nel voler dare e trasmettere agli altri piccole verità messe a nudo, vestite di forme e colori, sono a mio parere segno di purezza mentale, che va intesa e riconosciuta come la più grande conquista sul piano umano, prima ancora che su quello artistico.
Siracusa, giugno 1995
ORNELLA FAZZINA critico d'arte

 
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