Giudice Angelo - arte e artisti

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Giudice Angelo

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FRANCESCA MEZZATESTA Eventi Artistici 2009 ANGELO GIUDICE

L'Artista Angelo Giudice
Nato a Siracusa il 23 giugno 1941 dove ha frequentato la scuola d'arte, il corso di scultura lignea. Studia nudo all'Accademia di Belle Arti di Firenze e all'Acc.di BB.AA.di Roma dove si specializza in scenografia. Docente di disegno e storia dell'arte presso il Liceo Scientifico"O.M." di Siracusa dove collabora per realizzare le scene del Campanile sera di Fiesole e per conto dell'Accademia di BB. AA. di Roma, restaura le scene popolari di Palazzo Braschi . Membro dell'Accademia Universale Guglielmo Marconi di Roma. Insignito dell'Ordine di Cavaliere della Repubblica Italiana dal Presidente Pertini per meriti culturali e artistici.
Tra i numerosi premi conseguiti di recente: III premio Reg. a Mineo (Ct-2003); il II premio di Mostra estem-poranea Cava d' Ispica (Rg 2007); I premio estempo¬ranea reg. di Licodia Eubea; I premio della critica d'Arte(2008) di Sara (Al); Personale di collages Galleria Roma (Sr); Premio Internazionale Chimera d'Argento Museo Civ. Castello Ursino per la Rass. Artistica:"Peace in the World";
Tra i recenti eventi espositivi: Pasqua "Storie e sogni nelle uova di struzzo", Hotel del Santuario Siracusa 2008; "maggioartisticocatanese - 34" edizione" Siracusa; "Terza Estemporanea Regionale Esarte "Granmichele (Ct); "Itaca isa" Mostra d'arte contemporanea itinerante" Siracusa; "Esarte"Prima estemporanea Regionale, Licodia Eubea (Catania 2007); "Innoa alla Natura" Monreale (Pa), Collettiva d'arte:"Carnet de Vojage" Transiti emozionali;Oltre lo sguardo della materia dell'arte, Base Logistico- Addestrativa-Cefalù (Pa) 2009.
Nella simultaneità fluida delle forme in metamorfosi, lottano con la materia della pietra arenaria, le allegoriche creature di Angelo Giudice. Dominato da una velleità quasi sciamanica, le sue figure e i bestiari di magmatica intensità cromatica, si moltiplicano e in metamorfosi speculano dei solchi e delle protuberanze della pietra per richiamare segni e cromie.
L'artista siracusano tradisce, con la sua passione collezionistica verso la glittica e le conchiglie, l'amore e il legame verso il mondo marino.
Anche lui come Anassimandro e Talente sembra vedere nella conchiglia l'origine di tutte le creature terrestri e la magia dell'elemento acqua. Così l'occhio della fantasia dell'artista, dà inizio alla danza di fiammelle variopinte che circumnavigano e narrano storie tra le più arcaiche come quelle del ciclo: "Vita/Morte/Vita".In molte opere riscontriamo dee protagoniste e artefici riconducibili alla fecondità.
Angelo Giudice dipinge frammenti ma sembra darne il senso di numerosi versi di un unico racconto da riconsegnare alla narrazione in un'unita da ricostruire. Sembra ricelebrare quell'arte dei murales e l'irruenza del colore degli affreschi dell'Arte di Rivera o la loquacità espressiva messicana.
Così riconduce in un unicum di un grande pensiero i frammenti della propria esistenza e lascia tracce sempre diverse nel tempo. Ogni pietra sembra un fotogramma parte di un film che è quello della spirtitualità dell'anima ancestrale legata alle origini. Spirali di mostri dal piumaggio rosso e cremisi regali fanno "brillare il fuoco dell'occulto in una pupilla immobile". Poi però tutto sembra esaurirsi all'istante senza tempo ne spazio e appartenere a un universo dilatato .
Pensiero frammenti della propria esistenza lascia tracce sempre diverse nel tempo, ogni pietra sembra un fotogramma di un unico film, ma qualcosa che non si esaurisce mai all'istante che sembra senza un tempo ne spazio e che appartiene a un universo dilatato che è quello della spiritualità dell'anima ancestrale quella legata alle origini. Spirali di mostri dal piumaggio rosso e cremisi regali fanno "brillare il fuoco dell'occulto in una pupilla immobile" nel tessuto lapideo in tortuosi. Simboli di luce che abbaglia e si eclis¬sa e che appare a tratti freddezza sanguinaria sino a trasmutarsi in tempeste magnetiche e eruzioni vulcaniche.
Battaglie, prede, con posture recubans di divinità legate alla terra e all'energia selvaggia che Angelo traspone nella sua meditazione dinamica ed esplorativa nel suo circuito visivo filosofico. Spazi ricettivi che dal pagano attraversano il sacro con l'ascetica presenza di Cristo altra opera come testimonianza che Angelo Giudice ha la capacità di porre come altro "pezzo" frammento di un tempo e spazio che restituisce all'uomo la possibilità di aspirare ad una complice umana forma legata al sacro come possibile esempio di guida sicu¬ra e confortante e ascensione dell'Essere.


Domenica 29 Novembre 2015 Siracusa Piazza Santa Lucia alla borgata con gli amici al bar
Letterio Consglio, Luciano Paone, Vittorio Giaracca, Angelo Giudice, Angelo Cortese, avvocato Chiappa, Antonio Randazzo. Michele Romano, Sebastiano Moscuzza e il professor Enzo Monaca.


Sebastiano Moscuzza per Angelo Giudice
Recensione della mostra personale di collages di Angelo GiudiceL’arte poliedrica che sta dentro l’artista Angelo Giudice si manifesta ancora una volta in questa mostra di collages che ha esposto in una sua mostra personale dal 7 al 17 febbraio 2009 alla galleria Roma di Siracusa, dove con profondità di pensiero esistenziale affronta le tematiche che l’uomo si pone dall’antichità ad oggi cercando di trovare la soluzione che possa dargli serenità e pace, ma alla purezza dello spirito si antepone il materialismo del corpo: vanità, cupidigia, avarizia, invidia ecc… all’essere si contrappone sempre l’apparire, al noi , l’egoismo dell’io. Tutto ciò Angelo Giudice lo esprime in queste opere recenti di collages.Nel collage “il futuro non è più quello di una volta”ci evidenzia come nel passato l’uomo creava arte sotto forma di piramidi, monumenti, opere artistiche da tramandare nei secoli. Oggi con il consumismo sfrenato che ci spinge a voler sempre di più di quello che abbiamo creiamo contemporaneamente miseria ai nostri simili producendo spazzatura micidiale nel mondo.In un altro collage ci mostra la bellezza e purezza del creato di cui facciamo parte intitolandolo “il paesaggio siamo noi” e ci indica come vivere nel rispetto della natura nella quale Dio ci ha inseriti e rispettandola avremmo trovato quell’immenso tesoro che cerchiamo inutilmente da sempre e che noi giornalmente sperperiamo ed addirittura distruggiamo.In un altro collage “Dalla parte dei sognatori” ci fa notare che la vita non è un sogno come dice Calderon dela Barca – al quale risponde con tono ammonitore Federico Garcìa Lorca “No es suegno la vida. Allerta.”. Infatti noi tutti vogliamo crearci il nostro laghetto, non sapendo che ci stiamo creando, così facendo, la nostra infelicità poiché volutamente ignoriamo che la nostra vita è come un fiume che scorre lentamente, quindi è un’impermanenza, invece noi andando contro natura vogliamo trasformarla in permanenza. Infatti come dice Angelo Giudice in questo collage “tutti i personaggi, credono di poter incasellare la complessità della vita in un modello, ma si ingannano, così il desiderio di trovare un senso ha per ognuno di loro conseguenze disastrose.”Un altro collage “Non puntare sul nero” ci conferma questo percorso errato dell’uomo e ci dice: “L’allegria fa da anestetico allo squallore degli incontri. E’ un mescolarsi di vite solitarie, una ricerca di consolazione in un panorama senza orizzonti”. Ancora Angelo Giudice ci fa riflettere facendoci fare un’analisi introspettiva e ci fa pensare che la più grande ricchezza al mondo è quella di saper vivere in armonia con se stessi.Infatti Orazio dice “Muta luogo, non animo , chi varca il mare” e Seneca conferma dicendo “E’ l’animo che devi mutare non il luogo”La mostra di Angelo giudice ci evidenzia il dualismo esistente nell’uomo cioè il materialismo del corpo e la spiritualità dell’anima, infatti nel collage “Guarda in alto” ci prospetta una vita spirituale da saggio, da vivere in armonia e serenità con noi stessi, godendoci le immense ricchezze e bellezze naturali che Dio ci ha donato in questa terra.E se abbiamo saputo godere di tali doni rispettandoli come rispettiamo le nostre cose personali, possiamo aspirare ad un dono ancora più grande nell’aldilà.E questo percorso, per acquisire l’immenso dono nell’aldilà, lo possiamo realizzare solo con la fede in Dio che Angelo Giudice ci propone in diversi collages di spiritualità e di santità come quelli di S.Lucia e S.Sebastiano.Quindi questi collage ci dicono: per poter vivere con serenità in questo mondo dobbiamo cercare fede, amore e carità.Sebastiano Moscuzza
tratto da Galleria Roma
L'irrequieto Angelo Giudice, dopo le prime esperienze giovanili nel campo della pittura e dopo una brillante carriera scolastica al Corbino - che lo ha visto, per anni, attento insegnante di tecniche artistiche - vive, adesso, la sua seconda giovinezza tra tavolozze e pennelli. In altre parole, reinveste, i suoi sessantanni nella ricerca di nuove suggestioni, di nuovi linguaggi e di nuove aperture. A quel punto, per ricevere nuovi stimoli, corregge la sua espressività formale con le "pietre grezze" o con le "uova di struzzo", materiali che gli favoriscono la creazione di nuove personali dimensioni artistiche. Le prime, perché si avvicinano di più a quella natura in cui, da impegnato naturalista quale è sempre stato, continua a credere fermamente, le seconde, perché la scelta volumetrica della materia fa acquistare al suo discorso poetico una circolarità quasi infinita, con una categoria spazio-temporale senza principio e senza fine. Cosi a cominciare dal 2002, iniziano i grandi successi delle sue varie mostre personali, fatte a Siracusa, a Grammichele ed in Calabria, che danno continua prova della sua inesauribile vena artistica e, quindi, l'assoluta conferma dei suoi mezzi e delle sue capacità di reinventarsi. L'artista ritrovato cavalca, adesso, la sua nuova vita poetica, lasciata alle spalle una tavolozza giovanile gremita di colori tenui, rielabora con la forza della sua maturità e la saggezza dell'esperienza il suo nuovo linguaggio artistico e naturalistico, caricandolo di grandi significati onirici.
Carmelo Falsaperla
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