Gandolfo Antonio
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Gandolfo Antonio, Catania ,28 Ottobre 1841 - 21 Marzo 1910
Forse il nome esatto era Gandolfi, visto che in alcuni quadri si firma così.
Prima allievo dello zio Giuseppe, si trasferì nel 1860 a Firenze dove frequentò per pochi mesi lo studio di Stefano Ussi. La sua produzione comprende soprattutto soggetti sociali trattati con un verismo che tende a cedere ai modi convenzionali della pittura di genere. Sono scene di vita di umili e proletari, mentre certi soggetti sembrano derivati dai romanzi di Victor Hugo. Dovette sicuramente subire il fascino di Verga, al quale per certi versi è stato paragonato. Negli anni 1880-90 è stato vicino a Mario Rapisardi e aderì al socialismo durante i Fasci siciliani. E’ stato amico, col ruolo di maestro, di Giovanni martoglio, di cui ha lasciato un efficace ritratto. Vastissima è la produzione dei ritratti, di un verismo immediato, con forti contrasti chiaroscurali, che denunciano l’influenza di Antonio Mancini. Un folto gruppo di dipinti sociali e ritratti fu esposto alla II Esposizione Agricola Siciliana di Catania del 1907.
Tra le opere ricordiamo:Ritratto di monaco, nel Museo Civico di Catania; Ritratto del medico Tomaselli, conservato nell’Università di Catania; Ritratto di signora; Ritratto della moglie; Ritratto d’antiquario; Ritratto di G. Martoglio e riusciti quadri di genere, alcuni dei quali hanno evidente ispirazione ed intento sociale, come: L’ultima moneta; La prostituta; Tentazione; L’usuraia; L’espulsa; I proletari. Altri lavori: Musica forzata; La cieca; Ave Maria; Madre, acquistato da Vittorio Emanuele III; Una odalisca; Testa di vecchio; Contadina, proprietà del principe Manganelli; Ragazza, al Circolo Artisti di Catania.
Scrive E. Maganuco : " In A. Gandolfo niente preparazione,niente spunti,orientamenti stilistici da svolgere e perfezionare : l'artista catanese cambia stile senza opere di transizione " .