Oppi Ubaldo
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Ubaldo Oppi
Donna alla finestra, 1921
Ubaldo Oppi
Ubaldo Oppi nasce a Bologna il 29 luglio 1889 e fino dall'infanzia dimostra un'attitudine spiccata nei confronti dell'attività artistica. Trasferitosi con la famiglia a Vicenza inizia a seguire giovanissimo le orme del padre commerciante, intraprendendo così una serie di viaggi che lo portano all'estero, in Austria e in Germania. A Vienna, nel 1906, viene accettato dall'Accademia dove segue i corsi tenuti da Gustav Klimt ed entra in contatto con l'ambiente secessionista. In questo periodo viennese Oppi studia anche anatomia, realizzando molti disegni dal vero.
Tra il 1908 e il 1909 estende i suoi itinerari di viaggio in Europa orientale fino alla Russia. Tornato in Italia si stabilisce a Venezia, città in quegli anni cruciale e centro privilegiato del dibattito artistico. Lì espone per la prima volta nel 1910 a Cà Pesaro. L'anno successivo, abbandonando definitivamente ogni attività commerciale per dedicarsi esclusivamente alla pittura, parte per Parigi dove conosce e frequenta Severini e Modigliani e si accosta nelle sue prolungate visite ai musei, ai capolavori della classicità, assimilando soprattutto la lezione del Quattrocento italiano. Nel 1913 espone a Parigi presso la Galene Paul Guillaume e successivamente a Cà Pesaro. In questo periodo il suo stile risente ancora di influenze tardo-impressionistiche e secessioniste; alcuni suoi lavori presentano dei rimandi alle opere picassiane del «periodo blu», una filiazione che Oppi rifiuterà sempre in quanto, secondo una sua dichiarazione avrebbe potuto vedere le opere di Picasso in questione soltanto successivamente, nell'inverno 1914-1915. Oppi partecipa alla prima guerra mondiale, viene ferito e fatto prigioniero a Mauthausen e nel corso della prigionia realizza un centinaio di acquarelli e disegni. Nel 1919 è di ritorno a Parigi dove continua a lavorare secondo una concezione autonoma di arte, svincolata dalle mode e dalle correnti contemporanee da lui giudicate instabili e lontane dalla sua ricerca di un equilibrio formale. Nel 1921 espone a Parigi al Salon des Indipendents, l'anno successivo è a Milano dove partecipa a una mostra alla Galleria Bottega di Poesia. Nel 1923 per iniziativa di Margherita Sarfatti e Lino Pesaro nasce il gruppo di Novecento e Oppi è tra i fondatori insieme a Bucci, Dudreville, Siro-ni, Funi, Malerba e Marussig. La linea teorica del gruppo si orienta verso un recupero della tradizione classica italiana rivisitata alla luce delle esperienze delle avanguardie degli inizi del secolo. Oppi mantiene all'interno del gruppo una posizione estremamente autonoma e individuale che lo porta a esporre in una sala personale alla Biennale di Venezia, separatamente dagli altri artisti del Novecento, grazie all'appoggio di Vittorio Pica e di Ugo Ojetti.
Dalle venticinque opere presentate affiora l'alto livello di maturità raggiunta dall'artista che, partendo dall'esame della realtà, va ricercando un'autenticità stilistica nell'equilibrio stabile di forma e colore. Verso la metà degli anni Venti avviene nella vita di Oppi e di conseguenza nel suo lavoro una svolta mistica, una «riconquista della Fede» che avrà un riscontro profondo nelle diverse opere di tema sacro e religioso che lo impegneranno fino agli ultimi anni di attività. Nel 1926 è presente nell'ambito della Prima Mostra del Novecento a Milano, lo stesso anno espone alla Galleria Carminati di Parigi nella «I Exposition a Paris d'un groupe de peintres du Novecento italiano». Dal 1926 al 1932 partecipa alle diverse edizioni della Biennale veneziana. Nel 1928 partecipa alla Secessione di Monaco e negli anni tra il 1927 e il 1928 affresca la cappella di San Francesco al Santo di Padova; le sue sono tra le prove più alte di pittura religiosa del tempo e in questi anni la costruzione nitida delle forme e la freddezza elegante del colore cede a una dimensione più intima e quotidiana, alleggerita in parte di quell'aura remota e misteriosa degli anni precedenti.
Nel 1932 partecipa alla Biennale di Venezia e si ritira definitivamente a Vicenza dove vive gli ultimi anni in un isolamento meditativo ormai lontano dalle polemiche di cui era stato così spesso in passato protagonista.
Ubaldo Oppi muore a Vicenza il 25 ottobre 1942.
(DT)