Giuffrida Marina - galleria roma mostre

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Giuffrida Marina

mostre 2011
Oggetto: Mostra Personale di pittura
Autore: Marina Giuffrida
Presentazione critica Melinda Miceli
Luogo: Galleria Roma - piazza San Giuseppe 2
Data: 22 ottobre - 1 novembre
Inaugurazione: 22 ottobre 2011 ore: 18,30
Orario di Apertura: dal martedì alla domenica
17,00 - 20,30
Organizzazione e
Direzione Artistica:
Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

galleriaRoma
piazza San Giuseppe 2
Siracusa

La galleria Roma prosegue il programma espositivo con la mostra personale di
Marina Giuffrida- presentazione critica di Melinda Miceli

Inaugurazione Sabato 22 ottobre,  ore 18,30

Scrive Melinda Miceli nella presentazione:
Analizzando le opere di Marina Giuffrida ci si può inoltrare con immensa curiosità nell’ “avventura della conoscenza” onirica e figurativa di una realtà interiore complessa e multiversa nella quale soggetti diversi traspongono sfaccettature ampie di pensiero dove trova spazio il nulla ed il tutto e dove la pennellata strutturata e consapevole si alterna al quasi annullamento del segno e del colore.
Tentativi di rappresentazione di un reale che sconfinano nell’immaginario, in dipinti quelli della Giuffrida che dal figurativo moderno o figurativismo risentono di influenze della Metafisica dove la massima importanza è attribuita al sogno, all'onirico, alla dimensione dell'interiorità dell'uomo e di influenze dell’arte concettuale dove l'essenza dell'arte consiste invece nell'idea, nel concetto che precede e conforma l'opera.
Il percorso dell'idea, la riflessione teorica e filosofica, la precisazione e presentazione del processo di formazione del pensiero, l'azione linguistica, vengono a volte posti in primo piano rispetto al risultato materiale di tale azione che viene considerato come pura esemplificazione fisica del linguaggio.
Nel figurativo la ricerca spontanea di soluzioni alternative si manifesta in più direzioni prevalentemente nel segno della libertà e della sperimentazione del nuovo, svincolata da qualsiasi ancoraggio a principi precostituiti di autorità culturale o etica. La ricerca è condotta a rifondare la comprensione della realtà partendo dalla demistificazione di tutte le pratiche rappresentative e dando campo libero al pensiero per indagare l'essenza delle cose e delle relazioni tra esse.
La delicatezza del tratto e del colore nei dipinti della Giuffrida approda a esiti creativi anche simbolici dove i soggetti dipinti si prestano a interpretazioni inconsce che si rivelano però contemplative, legate a fattori fortemente culturali, con precisi legami con la tradizione dell'arte classica dove si può ravvisare la plasticità dei corpi e la simmetria dell’ordito concettuale che risente delle influenze storiche dell’arte greco-romana. L’uomo come lottatore terrestre, la donna come feritrice di fertilità ed essere divino insieme al fuoco ed alla natura costituiscono l’universo della Giuffrida, un universo da cui si dipanano pensieri stoici di dolore e di trascendenza insieme. A tratti elementi di surrealismo suggeriscono la volontà di saldare la realtà storica con quella onirica, allo scopo di liberare tutte le potenzialità espressive della natura umana.
L’acqua come arcano femminile e’ rappresentato in svariate forme: come mare,come lago sereno, come cascata, come onda, infine come vortice creativo dal quale riappare il femminile astratto, quasi come divinità di un pensiero che con immensa forza e distacco presiede alla creazione del maschile e del femminile stesso.
Nel concettuale l’acqua diventa quasi terra azzurra, formata da onde impetuose da cui “sgorga” l’albero quasi a voler indicare una fusione della terra e dell’acqua in un tutt’uno che crea la materia e la matrice concettuale di questo irrevocabile tutt’uno è sempre solo la donna il cui sguardo e’ sicuro, ma nascosto dal distacco. La prevalenza dell’indaco, il maschile sacro, come sfondo e come soggetto spalmato e’ strabordante, a indicare quasi la sacralità concettuale del momento e del soggetto fissato in uno spazio temporale indefinito e arcano dove solo la pennellata rossa può restituire il soggetto alla sua carnalità,alla dimensione terrestre, ma sempre con una certa distanza quasi da osservatore e non da attore del dipinto stesso, il cui centro emozionale rimane quasi segreto a indicare la complessità dell’universo.
La coerenza e il rigore di tale atteggiamento sfocia in distanza dai tradizionali mezzi espressivi.
Elemento di vicinanza al concettuale di questo microcosmo pittorico è infatti la poetica dell'enigma che pervade i dipinti, ossia del fenomeno non spiegabile con i soli mezzi della ragione,ma con leggi ultrafisiche della realtà che trascendono la logica ordinaria.
Ed abbandonando spesso la rappresentazione mimetica del mondo esterno la Giuffrida trova le sue ragioni nella riflessione sulle specificità della ricerca formale e della percezione visiva che coglie però l’ordito diafano dell’esistenza con coloriture di sottile ironia.
C’è un tentativo di rielaborazione in chiave creativa del pensiero psicoanalitico, determinante nel suo compito di liberazione e svelamento delle forze dell'inconscio, dei tabù e delle costrizioni che la coscienza troppo rigida impone alla personalità soprattutto nella sfera sessuale, dei veri aspetti dell'esistenza umana, per dare vita all'immediata trasposizione della fantasia sulla mano che guida il realizzarsi di queste opere d'arte. Quest’innovazione si manifesta anche nel paesaggio e nella natura morta che lascia intravvedere da una finestra il cielo, soggetto che sembra quasi schiacciare il dipinto,un cielo la cui forza ed intensità contrasta nettamente con la delicatezza cromatica del prato e che sembra piombare su di esso come ineluttabile volontà divina manifestandosi con bagliori cromatici che crea uno stacco tra i due livelli ma al contempo li unisce in un unico destino e ordito emozionale.
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