Boccioni Umberto
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Umberto Boccioni
Contadini nell'orto 1904-1905
Dinamismo di un corpo umano, 1913 ca.
Danzatrice in blu,1913
Umberto Boccioni
Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria il 19 aprile 1882 e nei suoi primi anni cambia spesso residenza seguendo gli spostamenti della famiglia. A Catania consegue la licenza dell'Istituto tecnico e nel 1899 è a Roma dove si iscrive alla Scuola Libera del Nudo. Nel 1900 conosce Gino Severini e le sue prime opere sono databili intorno al 1901. A Roma subisce l'influenza di Balla della cui tecnica divisionista, a piccoli tocchi di colore, risentirà a lungo, anche per quanto riguarda i temi, ma ben presto il suo temperamento di artista inquieto e impetuoso lo porta altrove, alla ricerca di altri stimoli e soluzioni. Successivamente a un soggiorno parigino, nel 1906 parte per la Russia e dopo brevi soste a Padova e Venezia giunge nel 1907 a Milano dove si stabilisce. Prima a Venezia, dove si respirava un clima europeo, e successivamente a Milano, Boccioni subisce altre influenze ancora, tra cui quella di Previati, da lui considerato un maestro, Beardsley e Munch, e se da un lato il simbolismo non può bastargli, è comunque il tassello che permette a Boccioni di sviluppare il suo linguaggio, fatto di contrasti e drammatica conflittualità, con espressività ricca e profonda. Intorno al 1910 conosce F.T. Marinetti e frequenta Sironi e Cambellotti, nel febbraio dello stesso anno firma con Carrà, Russolo e Severini il «Manifesto dei pittori futuristi» mentre l'anno successivo firmerà con gli stessi artisti il «Pittura Futurista - Manifesto Tecnico». Opere come La città 'che sale (1910-1911) o Stati d'animo (1911) risentono ancora in parte di una linea simbolista, anche se già contaminata, per quanto riguarda Stati d'animo da .influenze cubiste da Boccioni elaborate criticamente. Si avverte in Boccioni la necessità di sostituire a un'arte di pura visione un'arte di concezione, e se l'artista si avvale della scomposizione cubista, la dinamizza comunque in senso simbolico, privilegiando con forza, appunto, lo stato d'animo, che è il tema dell'opera. Nel 1911 Boccioni inizia l'attività plastica con le sculture Testa+casa+luce e Fusione di una testa e di una finestra, imponendo alla forma tridimensiónale gli stessi princìpi di compenetrazione dei vari elementi compositivi già affrontati sul piano teorico e nella pratica pittorica. Nel 1912 firma il «Manifesto tecnico della scultura futurista» in cui prevede molti materiali compresenti nell'opera, anticipando così le sperimentazioni successive dada e surrealiste. Interessato alla filosofia bergsoniana accoglie la teoria del tempo come durata, anche se il nucleo centrale del suo lavoro affonda le radici in un senso primordiale di una sostanza origine, una Grande Madre, come forza incombente e cosmi- ca. In questo senso è possibile leggere opere quali Materia del 1912 o Antigrazioso dello stesso anno. Nel 1914 pubblica il testo Pittura e scultura futuriste (Dinamismo Plastico). Quello stesso anno Boccioni si allontana dal dinamismo ritmico e ritorna a un rapporto con la realtà vissuto drammaticamente, riutilizzando la lezione cézanniana.
Questa ulteriore elaborazione del suo linguaggio trova riscontro in opere quali Bevitore e Sotto la pergola di Napoli. Presente in tutte le mostre a fianco degli altri futuristi allo scoppiare del conflitto mondiale si arruola nel Battaglione volontari ciclisti. Muore a Sorte (Verona) il 17 agosto 1916 in seguito a una caduta da cavallo. Poco prima della sua morte il suo linguaggio si era sviluppato ancora in un'altra direzione, rielaborando quegli elementi di espressionismo secessionista che avevano segnato i suoi inizi, individuabili in opere quali Ritratto del maestro Ferruccio Busoni. La morte giunta prematuramente tronca una delle attività artistiche più promettenti e straordinaria- mente articolate del tempo. (DT)