Carpinteri Salvatore
mostre 2012
Oggetto: Mostra retrospettiva
Titolo: EN PLEIN AIR
Autore: Salvatore Carpinteri
Cura: Roberta Genova
Luogo: Galleria Roma - Piazza San Giuseppe 2
Data: 26 maggio 5 giugno 2012
Inaugurazione: 26 maggio ore: 18,30
Orario di Apertura: dal martedì alla domenica
17,00 - 20,30
Organizzazione e
Direzione Artistica:
Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
galleriaRoma
artecontemporanea siracusa
EN PLEIN AIR
SALVATORE CARPINTERI E LA SICILIA
Dipinti e poesie
mostra a cura di Roberta Genova
Inaugurazione sabato 26 maggio dalle ore 18.30
Reading di poesie a cura di Lalla Bruschi
Degustazione di Catarratto e Nero d’Avola delle Cantine Rallo selezionati e curati da Giuseppe Spina e abbinamento di prodotti tipici siciliani
Orari: da martedì a domenica 17,00-20.30 - lunedì chiuso
Contatti: Roberta Genova 346.3883176 – robertagenova@gmail.com
La Galleria Roma è uno spazio espositivo che da oltre dieci anni ricerca e promuove l’arte in tutte le sue forme espressive, pittura, scultura, grafica e fotografia. Da poco trasferita in nuova sede più ampia in Piazza San Giuseppe 2 a Siracusa, rinnova il suo impegno culturale proponendo un ciclo di mostre destinate a promuovere sia il lavoro di giovani artisti emergenti, sia l’opera di artisti di rilievo, ma ancora poco noti e che meritano per questo un attento lavoro di riscoperta e valorizzazione. E’ il caso di en Plein Air, una mostra retrospettiva di Salvatore Carpinteri, intellettuale del ‘900 che ha raccontato l’anima della Sicilia attraverso dipinti e poesie.
Nato in provincia di Siracusa (Canicattini Bagni 1927 – Siracusa 1992), Carpinteri ha rappresentato, negli anni Cinquanta e Sessanta, un punto di riferimento d’obbligo per intere generazioni di studenti siciliani, l’emblema vivente della cultura enciclopedica e del desiderio di sperimentarsi in ogni campo del sapere umanistico e artistico, e in primis in pittura e nel componimento poetico.
Le numerose cronache culturali dell’enclave siracusana che, negli anni, si sono soffermate a commentare i dipinti e le poesie di Carpinteri ci restituiscono l’impressione di un’arte di impronta fortemente autobiografica, utilizzata come una lente d’ingrandimento sull’anima. L’artista si osserva e si racconta, immerso nella costante ambivalenza di un precoce dolore di vivere e della vivificante passione per la bellezza delle divine cose: la donna, la natura, l’arte.
La vasta letteratura sul Professore però, non si sofferma abbastanza su un dato biografico fondamentale per decifrare la sua vicenda artistica, quasi che una convenzione di rispettoso silenzio fosse riuscita ad imporsi sul rigore dell’interpretazione critica. Nessuno sottolinea con chiarezza l’appartenenza di Salvatore Carpinteri alla tipologia umana che in ogni tempo e cultura ha fornito un contributo prezioso alla costruzione del sapere: quella dei sommi ingegni costretti a coesistere con la sofferenza fisica, capace di amplificare la sensibilità e aprire ad un dialogo intimo con gli aspetti più segreti della vita.
Carpinteri era un “gigante”, definito così per via della sua statura fisica, ma anche per la sua immensa cultura umanistica e la profondità spirituale. Un “artista per vocazione” che sceglie di vivere nell’entroterra aretuseo, all’ombra degli ulivi secolari, e da autodidatta sperimenta tutti i generi, aprendosi alle influenze dei movimenti europei.
Figlio di un maresciallo dei carabinieri, trascorre la prima giovinezza a Roma, dove il padre presta servizio e dove precocemente inizia la sua carriera di studioso e bibliofilo. Ogni soldo risparmiato viene investito nell’acquisto di libri, un tesoro pagato a rate, accantonato giorno dopo giorno sino a ritrovarsi, ancora adolescente, proprietario di una biblioteca di circa mille volumi. Nel 1943, i drammatici sviluppi del secondo conflitto mondiale inducono la Famiglia Carpinteri a rientrare in Sicilia dove la guerra è già finita. Salvatore viene iscritto ad una delle più prestigiose e rigide scuole dell’isola, il liceo classico di Noto, la frequenta per alcuni mesi e poi si ritira dichiarando di volersi presentare da esterno agli esami di maturità classica: si preparerà da solo nella casa di Canicattini Bagni, nessuna guida, nessuna assistenza. Un’impresa che la vastità e complessità del programma rende ardua, ma che il ragazzo supera a pieni voti dimostrando quello che, da allora in poi, sarà uno dei caratteri peculiari del suo approccio alla cultura: il desiderio di confrontarsi con le fonti del sapere in un rapporto diretto. “Se ipsun fecit è infatti il motto che meglio di ogni altro lo rappresenta, posto come firma in tutti i suoi autoritratti” - afferma la curatrice Roberta Genova.
La tentazione dell’eremitaggio di studio lo insegue, pronta a conquistarlo anche quando il regolare percorso di formazione sembra procedere nel modo più brillante. Dopo il conseguimento della laurea in Lettere all’Università di Catania si getta a capofitto nell’approfondimento degli studi di filologia, un percorso di alto livello intrapreso con i massimi docenti dell’epoca e interrotto polemicamente a causa di un piccolo dissidio con un assistente. Una reazione eccessiva, forse un pretesto per tornare alla sua vocazione di ricercatore solitario.
Siamo all’inizio degli anni ’60, il periodo nel quale la pittura invade la sua vita e la sua casa. Un istinto alla creazione lo porta nel suo ventennio artistico più produttivo a dipingere quasi un quadro al giorno. Se dipinge in casa, lo fa ascoltando musica classica, un’altra delle sue grandi passioni. Se non dipinge legge, scrive poesie e annota pensieri e impressioni su diari aggiornati quotidianamente.
L’artista, privo di conoscenze tecniche e formali nel campo delle arti visive, giunse ad apprezzare e riproporre la pittura en plein air, volta a ricevere con immediatezza l'impressione in tutte le infinite sfumature della luce, del colore, dei movimenti e degli spazi. La sua è una pittura tutta costruita sull’uso di pennellate di colore dense, così materiche da raggiungere effetti “scultorei”, tali da annullare la planarità del supporto.
Un linguaggio al contempo lirico, che a un‘istintiva sapienza cromatica affida il compito di raccontare una vita divisa tra disillusioni e dolore e rasserenante contemplazione della bellezza.
La mostra, curata da Roberta Genova, nasce anche dal tentativo di ricostruire l’ineguagliabile atmosfera assunta, nel progredire del tempo, dall’amato rifugio di Canicattini Bagni,“una finestra tra cielo e terra”, come cita un appunto dello stesso Carpinteri. Il percorso espositivo di dipinti e poesie sarà arricchito da tracce biografiche, oggetti cari all’artista: la sua tavolozza, il diario personale, una proiezione di sue fotografie.
Nella mostra di Carpinteri, si è scelto di privilegiare le sue tematiche più liriche: il paesaggio e le nature morte di fiori.
Al piacere della visione gli ospiti presenti all’inaugurazione potranno unire la possibilità di ascoltare poesie del poliedrico artista, interpretate da Lalla Bruschi, degustando Catarratto - Carta d’Oro e Nero d’Avola - Il Principe, vini da agricoltura biologica certificata, proposti da Giuseppe Spina per Cantine Rallo, accompagnati da formaggi siracusani, mandorle tostate di Avola e altre specialità tipiche locali.