Morandi Giorgio
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Giorgio Morandi
Paesaggio, 1939
Giorgio Morandi
Giorgio Morandi nasce a Bologna il 20 luglio del 1890. Dal 1907 al 1913 frequenta l'Accademia di Belle Arti dove ha per compagno Licini. Diplomatesi incomincia a insegnare disegno in una scuola elementare bolognese.
Fin dal principio si dedica con egual impegno alla pittura e all'acquaforte. I suoi primi dipinti, composti intorno al 1911 sono già impostati sulla modulazione tonale del colore e informati da un impianto compositivo di tipo cézanniano. Nonostante la sua partecipazione alla mostra futurista organizzata all'Hotel Baglioni di Bologna, nella sua pittura sono del tutto assenti riferimenti futuri- sti. Nel 1914 espone nuovamente con il gruppo alla «Prima esposizione libera futuristica» da Sprovieri a Roma e contemporanea- mente alla «Seconda Esposizione Internazionale d'Arte della Secessione romana». Partecipa alla guerra ma presto viene congedato per motivi di salute. Durante il conflitto entra in contatto con gli artisti metafisici e trova in Carrà un'affinità profonda di intenti rivolti prevalentemente all'approfondimento dei valori plastici. Negli anni 1918-1919 egli abbandona il morivo del paesaggio per dedicarsi esclusivamente a indagare il tema della natura silente degli oggetti delle nature mone. In due composizioni di questo periodo è presente il manichino, soggetto emblematico e misterioso tipicamente metafisico ma ben presto Morandi torna a concentrarsi sulle cose quotidiane. Si rivolge nuovamente a Cézanne per poi essere attratto dalla sensi- bilità luministica di Rembrandt, Chardin, Corot e Vermeer.
L'opera di Morandi si accorda al gusto purista del Novecento per i suoi valori formali fortemente stereometrici e per la luce tersa, diffusa e al tempo stesso cruda che segna nettamente i contorni.
L'artista partecipa nel 1926 alla I mostra del Novecento italiano al Palazzo della Permanente di Milano con tre tele, tra cui una Natura morta che viene acquistata da Musso- lini. La sua attività di incisore si intensifica molto, anche a causa delle collaborazioni a riviste quali l'altaliano» e il «Selvaggio», e in questo periodo il numero delle prove all'acquaforte supera quello dei dipinti. E con un corpus di incisioni che partecipa per la prima volta alla XVI Biennale di Venezia nel 1928. A partire dal 1927 prende a trascorrere le sue estati a Grizzana, il cui paesaggio, insieme con le nature morte di bottiglie, diviene motivo costante di tutta la sua opera. Del resto per Morandi bottiglie e paesaggio non sono altro che pretesti da cui partire per indagare la natura linguistica della pittura.
Espone alla II mostra del Novecento italiano nel 1929 e partecipa in seguito con il gruppo a numerose rassegne estere. Nel 1930 gli viene assegnata la cattedra di tecnica dell'incisione all'Accademia di Bologna, che ricoprirà fino al 1956.
Le nature morte dipinte dopo il 1930 presentano pochi oggetti dalle forme incerte che si sfaldano in pennellate dense e concrete di colore corposo.
Intorno al 1932 torna a dedicarsi con nuova lena soprattutto alla pittura, rallentando la produzione grafica. Nella seconda metà degli anni Trenta Morandi infittisce e affastella le presenze oggettuali e inserisce nella tavolozza l'uso dei rossi e dei blu che ravvivano di contrasti cromatici le composizioni.
Dal 1939 al 1944 alterna lunghi soggiorni a Grizzana con brevi periodi a Bologna.Tra il 1942 e il 1947 Morandi si impegna nuovamente in un gran numero di prove all'incisione.
Nel 1948 partecipa alla XXIV Biennale di Venezia nel contesto della mostra di pittura metafisica che espone opere eseguite tra il 1910 e il 1920.
Verso il 1953, la sua visione si ricompone in un nitore rarefatto: non più cose, ma rapide e sommarie indicazioni atmosferiche che accennano alla struttura dell'aria che sta intorno, al vuoto. Nelle carte il valore del fondo bianco del foglio si dilata nel non-finito, le composizioni parlano quasi per assenza.
Morandi muore a Bologna il 18 giugno del 1964 dopo una lunga malattia.
(EL) -