Casorati Felice
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Felice Casorati
Gli scolari,1928
Ragazza di Pavarolo, 1938
Felice Casorati
Felice Casorati nasce a Novara il 4 dicembre 1886 e segue gli spostamenti della famiglia dovuti alla carriera militare del padre. Nel 1906-1907 si laurea a Padova in giurisprudenza, coltivando contemporaneamente interessi musicali e artistici.
Dal 1901 inizia a dipingere; i suoi primi lavori sono vagamente espressionistici, in gran parte ritratti, eseguiti a matita e a pastello. Nel 1907 la. giuria della Biennale di Venezia accoglie il suo Ritratto della sorella Elvira.
Tra il 1909eil 19.11 è a Napoli e successivamente a Verona. Il 1912 è un anno importante per Casorati che realizza opere quali Le Signorine e Bambina, in cui è in atto una sintesi tra simbolismo e realismo tradotta in forme nitide, psicologicamente straniate, accompagnate da un aspetto tecnico complesso ed elaborato; Casorati usa infatti colori stemperati con glicerina che vela con cera trasparente. Nel 1913 in seguito alla mostra personale all'Esposizione di Ca' Pesaro a Venezia, entra in contatto con Martini e Garbari e realizza una serie di tempere, acqueforti, acquetinte e puntesecche di impronta visionaria, informata da un clima secessionista. Allo scoppio del conflitto mondiale parte per il fronte e al suo ritorno si stabilisce a Torino dove conosce Gobetti al cui gruppo degli «Amici di Rivoluzione Liberale» aderisce nel 1922. Negli anni Venti il lavoro di Casorati ha un'ulteriore evoluzione l'artista guarda al passato aureo di Piero della Francesca, Mantegna, Raffaello e realizza opere di grande limpidezza e misura, lontane dal monumentalismo eroico del Novecento. Il suo uso del colore è nitido e misurato, le campiture piatte, nella costruzione di spazi geometrici. In questi anni Casorati sviluppa una profonda attenzione nei confronti del lavoro dei giovani artisti, che rende operativa organizzando collettive e venendo a creare una vera e propria «scuola». Nel 1924 Casorati espone alla Biennale di Venezia e nel 1926 espone alla I mostra del Novecento italiano continuando a essere presente anche in quelle successive, pur mantenendo all'interno del gruppo un'aristocratica indipendenza. Dal 1928 è incaricato della cattedra di Arredamento e decorazione di interni presso l'Accademia Albertina di Torino e nel 1933 inizia una collaborazione con il Maggio Fiorentino come scenografo e costumista. Dal 1934 lavora per il Teatro dell'Opera di Roma e dal 1936 perla Scala di Milano; nel 1930 e 1938 partecipa alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1935 accoglie nel proprio studio la .Collettiva di Arte Astratta Italiana. Intorno agli anni Trenta il suo lavoro subisce un'ulteriore modificazione: quella compostezza nitida e straniata che è stata definita realistico-metafisica si scompone e si altera mentre il colore si arricchisce di tonalità più calde e contrastate. C'è inoltre nel Casorati degli anni Quaranta un ripiegamento sui temi secessionisti dei suoi inizi, evidenti anche nella sua parallela attività di scenografo. Nel 1948 fa parte della commissione d'accettazione della sezione italiana della Biennale di Venezia. Muore a Torino il 1° marzo 1963. (DT)