Querci Dario
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Querci Dario, Messina 1831 - Roma,1918
Si dice che decenne si facesse l’autoritratto davanti allo specchio. Apprese i rudimenti del disegno dal Miller. Nel 1848 prese parte alle sommosse antiborboniche, e poi, con quadri allegorici esposti al pubblico tenne vivo nei cittadini il sentimento dell’amor patrio. Nel 1851 entrò nello studio del Panebianco, e vi si perfezionò. Col maestro si recò poi a Roma, dove esordì nel 1854. Le sue opere principali sono: Federico d’Aragona che dispensa il pane ai poveri durante l’assedio di Messina fatto da Carlo d’Angiò; L’angiolo delle tenebre; Luna e Perollo, esposta nel 1861 a Firenze; Il riposo in Egitto, eseguita per il Duomo di Ragusa; Faust e Margherita, esposta a Palermo nel 1864, Il saraceno di Messina; Dante e Beatrice, eseguita per incarico dal governo; Mazzini in Campidoglio e l’entrata di Garibaldi in Palermo. Nel 1866 partecipò alla Promotrice di Torino.Eseguì molti ritratti. Sue opere alla Galleria Nazionale di Palermo e a quella di Roma. Egli fu presente alle principali esposizioni italiane ed estere. Serio e modesto, insegnò anche nell’Accademia di Roma.
Altresì sue opere sono visibili presso Galleria Garneè (N. York) l'Accademia
di San Luca (Roma) ed il Municipio di Messina .
Per A. Nuccio fu "il pittore di storia dell'Ottocento" .
Scrive M.C. Di Natale : " Iscrittosi nel 1851 alla scuola di disegmno
dell'Università sotto la guida di M. Panebianco,collabora in qualità di illustratore con la rivista <La lucciola> e <L'eco peloritano>.............
Si racconta che la sua militanza nelle schiere antiborboniche veniva espressa in dipinti che, poco più che diciassettenne,realizzava al fine di incitare gli animi degli insorti.
Nel 1854 il Querci si reca ,insieme a M. Panebianco e grazie ad un sussidio del Municipio messinese,a Roma dove entra in contatto con i pittori puristi........Nel 1873 è nominato professore aggiunto di disegno nel Regio Istituto BB.AA. di Roma,incarico che manterrà sino al 1890, ma che accettò controvoglia per sovvenire alla mancanza di fondi ed all'impossibilità di ottenere commissioni pubbliche.......Del 1893 e del '94 le sue ultime opere, caratterizzate da un'atmosfera quasi onirica,influenzata dalle opere del pittore svizzero A. Bocklin......
Dario Querci può essere degnamente considerato tra i più significativi adepti della cultura romantica italiana " .
Dal sito www.revestito.it si riporta in parte :
Figlio dell’«aggente di Cambj» Pacino e di Nicoletta Fiumara., appena decenne si autoritrae davanti allo specchio. Apprende i rudimenti del disegno dal Nicola Miller e Antonino Bonanno.
Poco più che diciassettenne milita nelle schiere antiborboniche, realizzando dei dipinti al fine di incitare gli animi degli insorti. Dopo i moti rivoluzionari del 1848 espone al pubblico i suoi quadri allegorici per tenere vivo nei cittadini il sentimento dell’amor patrio.
Nel 1851 entra nello studio di Michele Panebianco e inizia a frequentare i corsi tenuti dal maestro presso la Cattedra di Disegno e Pittura dell'Università di Messina.
Collabora, scrivendo articoli e disegnando illustrazioni, con la rivista «La lucciola» e «L'eco peloritano».
Nel 1852 realizza il disegno per l'incisione «Gelone che accorda pace a' vinti Cartaginesi» impressa a Palermo da Giuseppe Di Giovanni.
Nel 1854 si reca, insieme a Michele Panebianco e grazie ad un sussidio del Municipio messinese, a Roma dove entra in contatto con i pittori puristi.
Nel 1857 gli viene commissionata un opera a soggetto storico, dal messinese Vitali, «Federico che da pace ai messinesi nello assedio messo dal Duca Roberto d'Angiò nel 1301». L'opera viene esposta con successo a Roma e da essa si trae un'incisione che appare sul giornale 'Album'.
Nel 1860 partecipa alle imprese garibaldine
Nel 1864 è presente alla Promotrice di Palermo con tre dipinti:
Il riposo in Egitto (Ragusa Ibla, chiesa di San Giorgio);
Il saraceno Hibraim che uccide la sorella;
Faust e Margherita.
Nel 1866 dipinge a Firenze per il Ministero della Pubblica Istruzione «L'incontro di Dante e Beatrice», col quale partecipa a Palermo alla Promotrice del 1867
Lo stesso anno su commessa del barone Corrado Arezzo di Donnafugata realizza a Roma la pala d'altare «San Giorgio e il drago».
Dello stesso periodo è una serie di dipinti a soggetto letterario e storico:
I progughi di Parga;
Beatrice Cenci;
Raffaello e la Fornarina;
Margherita e Giulietta e Romeo;
Galileo Galilei.
NNel 1873 è nominato professore aggiunto di disegno nel «Regio Istituto di Belle Arti» di Roma, incarico che manterrà sino al 1890, ma che accettò malvolentieri per sovvenire alla mancanza di fondi ed all'impossibilità di ottenere commissioni pubbliche
Nel 1878 Palazzo Zancle gli commissiona i ritratti di Umberto I e di Margherita di Savoia, le opere vengono distrutte dal terremoto del 1908.
A Roma esegue numerosi ritratti, come quello del duca Pio Grazioli e molti quadri storici spesso riprodotti in periodici del tempo.
Le sue opere principali sono:
Federico che da pace ai messinesi nello assedio messo dal Duca Roberto d'Angiò nel 1301;
L’angiolo delle tenebre;
Matteo Palizzi circondato dai congiurati;
Luna e Perollo, esposta nel 1861 a Firenze;
Il riposo in Egitto, eseguita per il Duomo di Ragusa;
Faust e Margherita, esposta a Palermo nel 1864;
Il saraceno Hibraim che uccide la sorella;
Dante e Beatrice, eseguita per incarico dal governo;
Cola di Rienzo in San Giorgio in Velabro, 1873;
Mazzini in Campidoglio;
L’entrata di Garibaldi in Palermo;
La morte di Aldoino, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna 187.
Bibliografia :
-A. Nuccio : Annuario della Scuola di Spec.in Archeologia,Università di Siena,II,1996 .