Lo Forte Salvatore - 800siciliano

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Arte e Artisti
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Lo Forte Salvatore

L
Lo Forte Salvatore, (Palermo,20 Marzo 1809 - 10 Gennaio 1885)

A.Gulli  Lo considera "il pittore che crea con la mente e col cuore,immagina
con profondità ed esprime con sentimento " .
Scrive M. Accascina : "questo pittore,invece di continuare a guardare gessi  e disegni, invitava subito il vecchio portiere a far da modello,con una  spavalderia simile a quella del Bertolini...........capovolgendo senza  volere,forse tutti i precetti dell'estetica neoclassica in estetica  romantica " .

La sua prima formazione risentì fortemente dell'influenza del Novelli, del quale studiò a lungo le opere. E' sepolto a S. Maria di Gesù .

Degna di menzione la Retrospettiva alla GAM(PA,25 Luglio 1998).
   

Nato a Palermo il 20 Marzo 1809 ed ivi morto il 10 Gennaio 1885

Figlio di un barbiere, cominciò a studiare privatamente con Vincenzo Riolo. Frequentò l’Accademia del nudo e approfondì la sua formazione all’Accademia di Roma, dove si recò a sspese del governo. Fu allievo del Camuccini, nell’ambito dell’Accademia di S. Luca,ma non si lasciò irretire dal convenzionalismo allora imperante, anzi seppe imprimere nei suoi lavori una originalità e una sensibilità cromatica che dispiacque agli accademici. Esordì nel 1819 con il Ritratto di Francesco Paolo Giglio (Palermo, Galleria Regionale della Sicilia ) Ritornato definitivamente a Palermo, ottenne nel 1837 lacattedra di disegno alla Regia Accademia di Nudo. Eseguì nel frattempo numerosi ritratti che si distaccavano dai consueti schemi neoclassici, manifestando la sua totale adesione ai princìpi veristi.Tra questi il Ritratto di Caterina Moncada di Branciforte (Paalermo, collezione privata).Tra i dipinti di arte sacra, ricordiamo il S. Nicola che salva un naviglio dal naufragio (1852, Palermo, chiesa di S. Ignazio all’Oviella). Non lasciò molti lavori, perché, amareggiato dalle critiche, finì col lasciare i pennelli. La ssua fama, è legata soprattutto ai ritratti di gusto romantico.

Si citano: Il beato Valfrè, nella chiesa di San Filippo Neri a Messina, chiesa che andò in fiamme nel 1884; San Benedetto, nella chiesa delle monache benedettine di Adernò; San Benedetto e Santa Scolastica, nel Monastero di Santa Chiara in Noto. In Palermo: Il miracolo del beato Valfrè, San Nicolò di Bari che placa la tempesta,; alcuni putti nei tondini degli archi (eseguiti appena quattordicenne), tutti nella chiesa di Sant’Ignazio Martire; un San Giuseppe modellato su quello già esistente nella chiesa di San Giovanni dei Tartari, oggi in San Nicolò Tolentino; Maria, Sant’Agostino e altri Santi, da lui composto, ed eseguito dal Carini, nella chiesa di Santa Maria del Bosco di Calatamauro. Rilevante nei suoi quadri una nota romantica capace di stemperare certo verismo troppo accentuato.
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