Longo Mancini Francesco
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Longo Mancini Francesco, CT,1880 - Roma,1954
La prosperità e la cospicua produzione di Francesco Longo mancini attendono ancora una puntuale ricostruzione ed una più pertinente collocazione nel panorama artistico italiano fra Ottocento e Novecento. Versato nel genere della ritrattistica femminile per lo più di carattere commerciale, produsse anche paesaggi e non disdegnò soggetti orientalisti, in costume settecentesco e simbolisti. Sebbene in anni recenti le vendite d’asta italiane ed internazionali abbiano proposto numerose opere, il percorso artistico del pittore risulta ancora frammentario e lacunoso, tanto che, ancora oggi, autorevoli repertori biografici confondono la sua figura con quella di altri artisti omonimi.
Dopo aver studiato all’Istituto tecnico di Catania, sua città natale, a sedici anni, per consiglio dello Sciuti ,si recò a Roma, dove frequentò per qualche tempo lo studio di Jacovacci e Prosperi. Si iscrisse alla scuola libera del Nudo, nella quale ebbe per insegnanti Cantalamessa, Jacovacci e Prosperi. Nel 1898 si fece notare alla Promotrice di Roma con un quadro Partita alle bocce. Per fronteggiare le necessità economiche dovette fare ritratti e piccoli bozzetti per i negozianti d’arte. Nel 1907 fu esposta a Catania La preghiera di Maometto, acquistata dal Re; incominciarono così tempi migliori. I Superstiti, esposto a Roma nel 1912, piacque, e Armonie di montagna, acquistato dallo Stato, fa parte della Pinacoteca di Ravenna. Nel 1921 egli tenne a Roma una personale. In seguito espose alla "Amatori e Cultori", sempre ben accolto dal pubblico e dalla critica. Nel 1925 tenne a Genova un’altra personale, con trentotto quadri ad olio e quattordici disegni. Furono notati: Amori di Pierrot; Arlecchino innamorato, Birichina, La preghiera del nonno, La Sfida al centauro, Il Violinista. Per nulla influenzato dalle correnti d’avanguardia, il Longo Mancini è fine interprete della grazia femminile e buon ritrattista, e non trascura il paesaggio. Molti altri dipinti sono transitati attraverso il mercato antiquario e successivamente dispersi in collezioni private.