Conti Giacomo - 800siciliano

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Arte e Artisti
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Conti Giacomo

C
Conti Giacomo, Messina,1818 - Firenze,Aprile,1888).
Sue opere presso Biblioteca Reg.le,Circolo della Borsa(,Chiesa della
Medaglia miracolosa(ME),Gabinetto
degli Uffici,GAM(FI), Accademia BBB.AA.(Carrara),Soprintendenza(Siena).
Per M.Accascina , era "insensibile alle nuove riforme pittoriche" , mentre per Luigi  Giacobbe era "accademico ,orientato verso la scoperta teatralità degli effetti,delle pose  e delle espressioni " .
Scrive M.C. Di Natale : " Di formazione accademica, grazie al patrocinio del  banchiere messinese , Federico Grill,tra il 1836 ed il 1843 si reca a  Napoli,a Roma,dove frequenta l'Accademia di San Luca,ed a Siena : qui si iscrive all'Accademia di BB.AA. diretta da Francesco  Nenciioni,ed entrò in contatto con Cristiano Banti ed Angelo Visconti,acquisendo le influenze della corrente  purista che riversò nelle sue opere,soprattutto nelle tele a soggetto religioso.... Nel 1850 si trasferì definitivamente a Firenze e qui, nel 1877 venne nominato ispettore delegato alle esportazioni di oggetti  d'arte,ufficio che resse finoalla morte avvenuta il 9 Aprile 1888
Dal sito www.revestito.it si riporta in parte :

" Compie i primi studi nella citta natale frequentando il «Regio Collegio Carolino», dove insegna il maestro Letterio Subba. Tra il 1836 ed il 1843 si perfeziona a Napoli e a Roma,dove
si iscrive all'Accademia di San Luca, sotto la direzione del Coghette e del Podesto.
Lavora molto anche a Messina dove, sin dal 1840, esegue numerosi ritratti del La Farina, di Anastasio Cocco, del Marchese di S. Elia.
uperati i trent'anni e non considerando concluso il proprio ciclo di formazione, si iscrive a Siena All'«Istituto di Belle Arti» diretto da Francesco Nenci, ed entra in contatto con Cristiano Banti ed Angelo Visconti, acquisendo le influenze della corrente purista che riversa nelle sue opere, soprattutto nelle tele a soggetto religioso. Si esercita nella copia dai gessi antichi e di nudo dal modello in posa, notevoli esempi restano sia presso l'istituto che nel fondo confluito più tardi all'Accademia di Carrara. Sempre a Siena ottiene premi, sia nella pittura di storia sia nel disegno.
Nel 1850 si trasferì definitivamente a Firenze continuando ad intrattenere fitti rapporti con la città natale, dove fece più volte ritorno, come attesta la sua opera:

«Novellatori del Decamerone»,1852 acquistato dal Comune di Messina, ed esposto nella sala di giunta;
tra il 1854 e il '55 affresca con le storie di San Benedetto la Chiesa di Santa Maria della Scala;
«I novellatori del Decamerone», per una sede del palazzo municipale;
«Le danze delle Ore o delle Stagioni», 1857 decorazione del Circolo della Borsa, che trovò sede al secondo piano del nuovo Teatro Santa Elisabetta;
«Vespri siciliani», commissionata dal Ministero dell'Istruzione Pubblica nel 1869 e acquistata l’anno dopo dal Comune di Messina;
«La parabola del Buon Samaritano», 1870 dipinta in Firenze è donata alla casa di Ospitalità "Collereale" per la Chiesa delle Medaglie Miracolose di Messina;
il ritratti di «Re Vittorio», «Emanuele II°» e del «Conte di Cavour»,1875 dipinti donati al Comune di Messina con lettera del 20 marzo 1877 e collocati nel salone della Giunta;
invia parecchie tele di tema storico a vari collezionisti messinesi, come Federico Grill ".

 

 
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