Gregorietti Salvatore
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Gregorietti Salvatore, Gregorietti Salvatore (Palermo,7 Luglio 1870 - 27 Agosto 1952).
Era destinato dal padre alla carriera ecclesiastica. Fu monsignor Gioacchino Di Marzo, suo superiore, accortosi della naturale inclinazione artistica del giovane seminarista, ad avviarlo allo studio del disegno e della pittura, facendogli frequentare la Scuola tecnica Serale di Disegno, che gli permise, alcuni anni dopo, di iscriversi all’accademia del Nudo del Circolo Artistico. Per quarant’anni insegnò nelle scuole Tecniche serali per gli operai del Municipio diventandone in seguito prima vice e poi direttore. Come grafico, disegnò gli stemmi gentilizi di alcune nobili famiglie e l’aquila del Comune di Palermo, e illustò copertine e interni di alcune raffinate riviste cultural-mondane della città ("Flirt", "La Sicilie illustrèe"). Intensa fu la partecipazione come pittore alle esposizioni d’arte organizzate a Palermo tra la fine dell’ottocento e i primi del Novecento. Due delle sue opere, Castello a mare e Case di pescatori alla Kalsa o Donne della Kalsa, esposte nelle due mostre del 1894, furono acquistate dalla Real Casa. Nel1897 si sposò ed ebbe sei figli, dei quali – Biagio,Totò e Guido – anch’essi artisti. Eseguì numerose decorazioni in palazzi, hotel, casine, nonché gli arazzi a colori vegetali per la villa Sapio-Rumbolo e per la casa Verderame, a Licata. Nel 1915 partecipò ad un concorso indetto dal "Giornale di Sicilia" per la Mostra del Ventaglio Patriottico, promossa dal Circolo Artistico in favore dei soldati al fronte, facendo parte della commissione di ordinamento. Ormai maestro affermato, fu docente dal 1916 all’Educandato "Maria Adelaide". Nel 1920 ebbe l’incarico di insegnamento di Disegno Ornato nell’Istituto di Belle Arti. Nel 1921 espose con il figlio Totò alla Mostra Permanente di Belle Arti. Nel 1925 realizzò l’intera decorazione della Stazione ferroviaria di Taormina-Giardini, ma aveva già lavorato in eleganti dimore dell’aristocrazia e dell’alta borghesia catanese e in molte chiese del messinese, tra cui la nuova decorazione del distrutto soffitto del Duomo di Messina, e ancora nei Municipi di Augusta, Noto, Reggio Calabria. Assieme al figlio Biagio svolse l’attività vetraia della loro società, la "S. & B.Gregoretti", che lo impegnò soprattutto negli anni Venti e Trenta.
Fu allievo di G. Cavallaro. Si recò a Paris per perfezionare le tecniche dei vetri artistici .
Degna di menzione la Retrospettiva alla GAM(PA,29 Aprile,1998).
Bibliografia:
-Catalogo della mostra,a cura di A.M. Ruta,S.Valdini,V.Mancuso,Milano,1998.