Catti Michele
C
Catti Michele, Palermo 1855-1914
Discepolo di Lojacono, che abbandonò per studiare dal vero nella campagna. Si specializzò nei paesaggi bagnati dalla pioggia. Fu un simpatico "bohémien", uno dei pochi artisti siciliani dotati di vasta coltura letteraria. Espose a Palermo 1875 Burrasca d’autunno e l’anno seguente Tramonto d’inverno. A Milano 1883 figurò con Dopo la messa. E’ il 1908 quando partecipa alla Promotrice di Torino.Nel 1910 tenne una esposizione personale a Palermo raccogliendo ventisei opere fra le quali si rammentano: L’alba del 27 maggio 1860; Barca corallina; La carica d’oro; La valle dell’usignolo; Faraglioni dell’ arenella; Capo Zafferano; La pioggia; Vento e nebbia; Acropoli; Torrente asciutto; Sulla soglia dell’inverno. Nella Galleria d’Arte Moderna di Palermo è collocato il dipinto Ultime foglie, e nella stessa Galleria, nella sala intitolata Ennis Alfano, sono raccolti numerosi quadri, quadretti e fogli di taccuino donato dall’avvocato Alfano.
Dal sito www.fondazionebancodisicilia.it riportiamo in parte :
" .......Autore di una pittura dai toni nervosi e crepuscolari,le cui scene autunnali di città e paesi interpretano il clima fin de siecle dell'ambiente artistico palermitano.....".
Scrive G. Frazzetto : "specializzato in scene urbane colte fra lo svenire della sensazione, Michele Catti è forse l'interprete più sincero della Palermo fine secolo " .
Per Maurizio Calvesi, "della triade Lojacono-Leto-Catti,quest'ultimo è valutato per luogo comune,ed in qualche modo ingiustamente,il minore " .
M.Accascina definisce la sua arte , " episodio di pittura intimistica,tutta vissuta nell'interiorità del suo spirito " e G. Barbera scrive di " vena pittorica vagamente impressionista,dai toni spenti e malinconici, tutta giocata su raffinati passaggi tonali , espressa in numerosi schizzi ed acquarelli e nei più noti paesaggi e marine " .
Dal sito www.comune.palermo.it si riporta in parte :
" Le particolarissime vedute delle strade e delle piazze di Palermo, la cui elaborazione appare concentrata nei vent'anni che vanno dalla fine del secolo alla scomparsa dell'artista, nel 1914, fecero di Catti il pittore prediletto da Ignazio Florio, che suggerì alla Civica Galleria l'acquisto di un capolavoro come Ultime foglie, e dai circoli decadenti di fin de siècle che si riunivano nei salotti appunto dei Florio, dei Tasca, e dei Trabia. Questi dipinti, anche di grandi dimensioni, ormai distanti dalle poetiche veriste di Lojacono e Leto come dalla tradizione ottocentesca della pittura en plein air, sono il risultato di una ricerca pittorica meditata nel chiuso dello studio e affidata al filtro psicologico della rimembranza. Avendo come riferimento le vedute parigine di De Nittis, Catti elabora immagini, evanescenti come flash, dove una Palermo irriconoscibile come
tale, senza nessuna emergenza monumentale evidente o precise connotazioni storiche, diviene luogo dell'animo, spazio della memoria.
Una grigia luce autunnale da città del Nord e l'incombente cielo plumbeo si riflettono, come le figure dei passanti indistinti nelle loro sagome anonime, sulle strade bagnate dalla pioggia che scende senza fine, rappresentando il dolore di vivere. Non a caso questa esperienza unica si chiude con i due dipinti che sono il testamento figurativo dell'artista: Due novembre e La fiera dei morti, l'ultima tela di Catti, dove l'annuale festa popolare di piazza Marina per commemorare i defunti e esorcizzare la tragica ineludibilità della morte diventa l'evocazione di un melanconico stato interiore, affidata a una pittura impressionistica dove le tenebre dominano sulla luce " .
" .......Autore di una pittura dai toni nervosi e crepuscolari,le cui scene autunnali di città e paesi interpretano il clima fin de siecle dell'ambiente artistico palermitano.....".
Scrive G. Frazzetto : "specializzato in scene urbane colte fra lo svenire della sensazione, Michele Catti è forse l'interprete più sincero della Palermo fine secolo " .
Per Maurizio Calvesi, "della triade Lojacono-Leto-Catti,quest'ultimo è valutato per luogo comune,ed in qualche modo ingiustamente,il minore " .
M.Accascina definisce la sua arte , " episodio di pittura intimistica,tutta vissuta nell'interiorità del suo spirito " e G. Barbera scrive di " vena pittorica vagamente impressionista,dai toni spenti e malinconici, tutta giocata su raffinati passaggi tonali , espressa in numerosi schizzi ed acquarelli e nei più noti paesaggi e marine " .
Dal sito www.comune.palermo.it si riporta in parte :
" Le particolarissime vedute delle strade e delle piazze di Palermo, la cui elaborazione appare concentrata nei vent'anni che vanno dalla fine del secolo alla scomparsa dell'artista, nel 1914, fecero di Catti il pittore prediletto da Ignazio Florio, che suggerì alla Civica Galleria l'acquisto di un capolavoro come Ultime foglie, e dai circoli decadenti di fin de siècle che si riunivano nei salotti appunto dei Florio, dei Tasca, e dei Trabia. Questi dipinti, anche di grandi dimensioni, ormai distanti dalle poetiche veriste di Lojacono e Leto come dalla tradizione ottocentesca della pittura en plein air, sono il risultato di una ricerca pittorica meditata nel chiuso dello studio e affidata al filtro psicologico della rimembranza. Avendo come riferimento le vedute parigine di De Nittis, Catti elabora immagini, evanescenti come flash, dove una Palermo irriconoscibile come
tale, senza nessuna emergenza monumentale evidente o precise connotazioni storiche, diviene luogo dell'animo, spazio della memoria.
Una grigia luce autunnale da città del Nord e l'incombente cielo plumbeo si riflettono, come le figure dei passanti indistinti nelle loro sagome anonime, sulle strade bagnate dalla pioggia che scende senza fine, rappresentando il dolore di vivere. Non a caso questa esperienza unica si chiude con i due dipinti che sono il testamento figurativo dell'artista: Due novembre e La fiera dei morti, l'ultima tela di Catti, dove l'annuale festa popolare di piazza Marina per commemorare i defunti e esorcizzare la tragica ineludibilità della morte diventa l'evocazione di un melanconico stato interiore, affidata a una pittura impressionistica dove le tenebre dominano sulla luce " .
Il padre lo voleva avviare agli sutdi giuridici ma fuggì da casa,protetto dallo scrittore Natoli.Insofferente a qualsiasi disciplina,ebbe una vita travagliata, vendette i suoi quadri per pochi spiccioli .
Degna di menzione la Retrospettiva alla GAM(PA,13 Dicembre 1998).
Durante il suo soggiorno romano nel 1883,frequentò anche lo studio del pittore Francesco Paolo Michetti.
Bibliografia :
-Catalogo della mostra,a cura di A.Purpura,Palermo1998.
-F.Grasso : Kalòs,suppl.n.1,Palermo 1993 .
-Catalogo della mostra,a cura di A.Purpura,Palermo1998.
-F.Grasso : Kalòs,suppl.n.1,Palermo 1993 .