Monasteri
M
MONASTERI
In vernacolo Munisteri; nei documenti Monastero.
Grande località posta all'estremità Nord-Ovest del territorio di Siracusa, ai limiti con i territori di Floridia, Canicattini, Noto e Palazzolo Acreide. Data la vastità delle terre troviamo Monasteri di Sopra e di Sotto (53). Le quote altimetriche della località sono varie e vanno dai 60 metri, vicino al punto di confluenza del vallone Monasteri con il Cavadonna, ai 300 metri sugli altipiani che confinano con l'ex feudo Bagni.
Il toponimo deriva chiaramente da un monastero, di cui si sco-nosce l'ubicazione a causa dei continui dissodamenti effettuati nel corso dei secoli per poter meglio adattare i terreni alle esigenze colturali.
Si suppone che il monastero lì esistente sia stato quello fondato dalla Capitulana <54>, andato in distruzione o per calamità naturale o
(53) La sorgente detta Monasteri di Sotto, che passa dalla relativa masseria, emette 3.2 It./sec. di acqua.
(54) Sul monastero della C apitulana, fondato nella seconda metà del VI sec.dopo quello di S.Pietro ad Baias e Santa Lucia, cosi si espresse Lancia di Brolo: "Un terzo monastero era in Siracusa fondato nel tempo di S. Gregorio da una Capitulana del quale era abate quel Traiano che nato nella provincia Valeria, oggi Marche, e fattosi monaco in un monastero fondato da suo padre, fuggendo come gli altri le invasioni barbariche e le guerre venne a Siracusa portando i codici e quanto di meglio potè di quel che suo padre aveva donato".
per mano musulmana. Ricostruita in epoca normanna la Chiesa siracusana, in seguito ad un privilegio del 1104 si fa cenno a tre monasteri esistenti nella giurisdizione: S. Pietro ad Baias, S. Lucia fuori le mura, S. Nicolò <55». Non si fa più cenno al monastero della Capitulana che pur apparteneva alla stessa giurisdizione.
Le terre di Monasteri compaiono in un diploma angioino del 1275 in cui sono istituite le decime regie della chiesa Siracusana "et proventum curiae Palatioli, Boxeme, Xiridie et Monasteri que iura quondam dominus Bartolomeus siracusanus canto prò praebenda sua a tempore quondam imperatricis Costantiae usque tempus domini Manfridi principis tarentini dum ipse cantor vixit et ..."
In contrada Monasteri di sopra, V.G. Gentili diresse degli scavi rinvenendo un villaggio rurale, resti di costruzioni romane ed epigrafi latine <56>.
"Durante i lavori di livellazione e di demolizione di alcune vecchie fabbriche cadenti esistenti nel feudo Monasteri, di proprietà del barone Andrea Catalano, si sono incontrati resti di un'antica costruzione di età romana, nella quale si possono individuare diverse fasi di rifacimento. La prima costruzione, che forse è da riportare ad età imperiale del II sec. d.C., era di struttura mobile di opus quadratura ; rovinata questa, con i blocchi riutilizzati si è innalzato un altro edificio in età posteriore.
Ad una seconda fase di molto posteriore, riferibile alla tarda ro-manità o già età bizantina, è da assegnare l'altro angolo del fabbricato ... Questi resti di costruzione interessano topograficamente perchè fanno supporre l'esistenza di un vicus o di un pagus nel luogo in età imperiale romana. La supposizione è avvalorata dall'essersi raccolti, erratici sul luogo, anche due elementi epigrafici, con altri elementi lapidei decorativi ...".
(55) Vedi S. Privitela. Storia di Siracusa. II. pag. 494 e seg.
(56) Not. Scavi. V. pag. 163, anno 1951.
Nelle stesse contrade, Paolo Orsi rinvenne una interessante e consistente necropoli cristiana risalente al IV secolo (57). "Necropoli cristiana in ex feudo Manasteri Soprano a circa 3 km da Floridia. Campagna scavi ottobre 1909 nelle chiuse asinelli e della paglia. In esse esistevano una vasta necropoli cristiana a fosse campanate, aperte nella roccia tenera, munite di capezzale e protette da grandiosi e rozzi monoliti. La maggior parte di esse era stata violata ma in una ventina di esse si riconobbero degli scheletri con avanzo di modesto corredo ..." (Dallo studio del vasellame e degli oggetti di metallo quali grossolani fibbie e monete, l'Orsi ne dedusse che) " ... la necropoli cade nel IV secolo e se vogliamo tener conto della lunga circolazione della moneta, nella seconda metà di esso e forse anche ai primi del V. Ma l'abitato rusticano corrispondente si deve estendere anche ai secoli successivi, perchè in lavori agricoli successivi alla nostra campagna emersero anche avanzi di pietre calcari scolpite, riferibili ad un pluteo con croce a rilievo, non certo anteriore al secolo VI circa.
La campagna siracusana nei tempi imperiali e nei primi secoli dell'evo medio era popolata di fattorie e di villaggi agricoli, affermati da numerosi cimiteri e sovente anche da ruderi di caseggiati, i quali attestano le condizioni profondamente diverse dalle attuali quanto a distribuzione della popolazione rurale. Il rilievo (trovato) è di carattere religioso e forse non a caso coincide col nome di Monasteri, alludente ad una antica basilica bizantina".
In periodo feudale sia il casale Monastero sia il feudo erano tut- t'uno con il feudo Xiridia, poi Floridia <58» e formavano un luogo di sollazzo reale. Ai tempi di re Pietro I d'Aragona e di suo figlio Giacomo, questi feudi furono concessi a Corrado de Camera, con l'obbligo di apprestare alla corona il servizio militare di due cavalli. Alla morte di Corrado da Camera i due feudi tornarono alla Corona.
(57) Notizie Scavi. 1912. pag.358.
(58) Barberi. Capihreri . Val di Noto, pag.232.
Slancio alle notizie del Muscia tsy). nel ruolo dei feudatari, per fanno 1296 risultano possessori gli eredi di Michele Polisdarbes. Istituita la Camera Reginale questo feudo passò sotto quella giurisdizione.
"Nel ruolo dei feudatari del 1408 risulta possessore di Monastero Giovanni Aragona nel nome maritale. Dalla cronologia dei Re del Pirri, si rileva che fu questi figlio naturale di Rolando Aragona, quale Rolando fu figlio naturale del re Federico (1296-1338). Giovanni sposò una certa Giovanna di cui sconosciamo il casato, ma sappiamo che era vedova di Giacomo d'Aragona, figlio naturale di re Pietro II.
Giovannella Aragona, figlia di Giovanni e Giovanna, sposò Perio Gioeni, barone di Castiglione, che successe nel feudo di Monastero a sua madre.
Bartolomeo Gioeni, barone di Castiglione, e suo fratello Enrico, figli di Giovannella Aragona vendettero il feudo a Filippo Denaro, dottore in medicina, da Caltagirone, 12 marzo 1431 (dal volume della camera reginale I, foglio 49). Il dott. Denaro richiese alla regina Maria il riconoscimento dell'acquisto e l'ottenne.
Elisabetta Denaro, 'sposata a Nicola Spadafora, successe al pa-dre Filippo. A loro successe nell'investitura la nipote Margherita de Muleto, baronessa di Cassaro e per essa Pietro Siracusa, suo sposo, s'investì del feudo Monastero in data 8 ottobre 1491 (Prot. Camera reginale, voi II, f. 26 e f. 90). Giovanni Pietro Gaetani, barone di Sortino, prese investitura, il 24 gennaio 1516, come marito di Beatrice Siracusa".
Il feudo Monastero seguirà le vicende della famiglia Gaetani fino al 1776 e due anni dopo passerà ad Antonio Maria Statella, marchese di Spaccaforno, con sentenza resa dal Tribunale della Gran Corte quale successore di tutti i beni del fu Cesare Gaetani.
"Francesco Maria Statella, principe di Cassaro, Marchese di
(59) Sicilia Nobile , pag.6.
Spaccaforno, Grande di Spagna, Pretore della città di Palermo, s'investi della baronia del feudo di Monastero il 29 novembre 1794. Successe jure proprio, come figlio primogenito, legittimo e naturale del fu Antonio suddetto e come suo erede in forza di testamento pubblicalo negli atti del Notaio Giuseppe Savasta di Palermo il 9 dicembre 1793 (protonotaro della Camera Reginale, anno 1794, Processo n.630)".