Anapo
A
Il fiume Anapo
Sul dizionario enciclopedico dell'UTFT. alla voce Anapo si legge "Fiume della Sicilia Orientale, nasce dal monte Lauro, la cima più llta degli Iblei, attraversa la gola di Pantalica e, fiancheggiato da pittoreschi giunti e canne palustri, s'inoltra in un paesaggio che ricorda poesia di Teocrito. Sfocia nel porto Grande di Siracusa, dopo un torso di 52 km."
Tutti concordiamo nel ritenere questa descrizione paesaggistica ìon più rispondente allo stato attuale dell'ambiente e ci (dilungheremmo troppo se volessimo fare raffronti fra quanto hanno lecantato i tanti viaggiatori e scrittori venuti a visitare questa sponde e l'attuale stato delle cose.
L'Anapo presenta il seguente andamento idrografico. Ha origine la quei più di 360 piccoli rivoli d'acqua che sgorgano in contrada Zuffari dio), alle pendici meridionali del Monte Lauro, sopra Buscemi. |Si Tratta di scaturagini che provengono dal tufo basaltico e che lungo |il percorso si disperdono per evaporazione ed assorbimento del suolo.
Il fiume, nel suo alto percorso, riceve vari affluenti fra cui quelli Idi Palazzolo Acreide, che portano il contributo delle acque provenienti dalle sorgenti Purbella e Adifacca (portata complessiva massima 23 [ lit/sec.) e di Bibino Magno del vallone Bibbinello < 111 >.
In vicinanza di Feria e Cassaro abbiamo altre numerose sorgenti Ile quali vengono in parte immesse nell'acquedotto di questi paesi o
( 110) Fonti Gulfano. precedentemente Bufalo, stando a quanto scritto dal Fazello "Caput liabet Anapus amnis supra Buxemam recens oppidum passus circiter mille à fonte bodie Bufalo co¬gnominato. egressusque Buxemam à laeva Palazzolum vero à dextra praeterfuit.". (Ili) Da qui hanno inizio le più cospicue sorgenti dell'Anapo con una portata d'acqua comples¬siva di 300 lt/sec. Esse trovano utilizzazione nella produzione di energia elettrica ed in par¬te vengono immesse nell'acquedotto Galerme.
utilizzate localmente per usi agricoli ed in parte vengono convogliate nell'acquedotto di Galerme <112). Le acque che scorrono nel letto del fiume, subito dopo, scompaiono fra i sassi. Di questo tratto di fiume scrisse il Fazelloun» "per alquante miglia ne lussurreggiano di platani le rive, ed abbonda di saporite anguille e trote. Trascorso il territorio di Feria (l'Anapo) accoglie sotto Pantalica, un tempo Erbesso, città deserta, il fiume Bottiglieria <114) ... " ora detto Calcinara e proseguendo nel suo percorso prende le acque del vallone Ciccio, vicino l'abitato di Sortino < 11 s>.
Proseguendo nel percorso, l'Anapo non riceve più affluenti na¬turali e sorgenti degne di menzione. A due chilometri e mezzo dalla foce, nel nostro secolo, vi è stato innestato il vallone Cefalino, considerato ora il suo maggiore affluente, mentre non riceve più le acque della fonte Ciane. < i ìe».
Sul nome del fiume dobbiamo osservare che solo gli eruditi, nei secoli precedenti, lo nominavano Anapo. Esso "a seconda dei vari luoghi, per li quali passa, accresciuto da molte fonti, muta più nomi, finché entrando nel territorio ,di Siracusa, viene appellato Anapo; e qui mescola le sue acque con quelle della fonte Ciane detto presentemente
(112) Le sorgenti più cospicue sono: Malvagia, e Isole Grotte.
(113) Deche, libro IV. cap.I.
(114) (Il Bottiglieria) "Nasce a due miglia sopra Feria a sud-est e dopo altrettante miglia di corso, tutto viene assorbito e scorrendo sotterraneamente per un miglio, di nuovo apparisce per ti¬gnale raggio: svanisce poi una seconda volta, ma dopo un miglio ritornando al di sopra, si unisce all'Anapo sotto Pantalica".
Le sorgenti Bottiglieria e Pantalica emettono più di 300 It/sec, di acqua
(115) Le maggiori sorgenti sono: S.Sofia. Bottini, Canali. Bottini di Milano. Don Primo. Esse complessivamente emettono circa 200 litri di acqua al secondo.
(116) Raccorda con i toponimi: Vallone Cefalino, ('anale Sgandurra, Fiume Ciane.
Pisma (in». Il tratto alto del corso con i suoi affluenti veniva chiamato fiume di Palazzolo; da Bibbino in poi era detto Magno o di Feria. Nei documenti antichi gli affluenti di Sortino e della Bottiglieria venivano nominati fluvius Xurtini; Edrisi chiamò questo tratto Nahar Bàntàrigàh cioè fiume di Pantalica.
Nel territorio siracusano esso veniva chiamato Anapo. Questo nome si riscontra fin dal periodo greco: Plutarco (27,2 e 28,2) ci narra che Dione, nella sua marcia da Minoa a Siracusa, non ebbe resistenza da parte delle forze di Dionigi. Egli potè, lungo l'Anapo, scendere verso la città. Era il settembre del 357 a.C.. Altri riferimenti si hanno in Diodoro (XVI 68, 1/3) quando ci viene narrata la lotta tra Dionigi II e Iceta e la conquista di Siracusa da parte di Iceta (345 a.C.); in Plutarco (Timol, 7,20/21); in Tucidide nel sesto libro "Ad hunc Pontem Anapi fluminis solvunt"; in Livio lib. 24 "Hoc Jovis Olimpi Templum prope dextram fuisse Anapi ripam, quà ad Pachinum versus itur ..."; ed ancora in Eliano Silio, Ovidio, Vibio, Teocrito che nel I Idil. lo intitola grande: "Magnum flumen Anapi" etc.
Sull'origine del nome Anapo così scrisse il Mirabella "Se voglia¬mo dar fede all'interprete di Teocrito così viene dichiarato Anapus cimnis est Sicilicie a pud Svracusas. Dictus autem Anapus, quia sine potu est debilem habens aquam, vel quod pedibus transiri nequeat. Giovanni Boccaccio nel libro de' fiumi scrive che alcuni lo chiamano Anapofolios, cioè Sopra tutti. Oggi, appresso al volgo si dice Alfeo ... Vibo Sequestre nel catalogo dei fiumi ne parla in tal maniera Anecus Siciliae, qui per duo milia passuum sub terra mergens Svracusis miscetur mari, appellaturque Ano, post Anopos caenos,
(117) Da una descrizione di E. Reclus ( 1865) "Il giorno dopo la mia visita al forte Enfialo, nella piamir a dell' Anapo, andai a vedere, non già un monumento rovinato dei greci o dei roma¬ni. ma un'opera della natura, ancora tanto graziosa quanto lo era ai tempi di Teocrito e di Mosco. E' questa la fonte Ciane, dal dolce nome greco che vuol dire l'azzurrina. Per an¬darvi bisogna prima vogare sull'acqua paludosa dell'Anapo. dove si respira la febbre e la morte: ma ai piedi di un dattero che si china sopra il confluente, la barca penetra nell'acqua pura del ruscello del Ciane".
superior Antisphoros. I buoni professori di lettere vogliono che quel!'Anecus in Vibio sia corretto in vece di Anapus: e io dico di più, che non può essere altrimenti; perchè non sappiamo altro fiume, ch'entri nel porto di Siracusa, se non l'Anapo: altro segno ne è, che il medesimo nell'estate si nasconde sottoterra per alcune miglia, quindi un'altra volta appare discosto quasi due miglia dal porto maggiore.
Il viziato testo di Vibio ha dato cagione a Mario Aretio nella de¬scrizione di Sicilia, ed a Vincenzo Littara nelle memorie di Noto di fare cotal fiume diverso dall'Anapo, e con nuovo nome di chiamarlo Aneo ed Anco. Lo stesso Vibio dimostrandoci le caratteristiche dell'Anapo dice che esso, dal fonte da dove esce fino al luogo nel quale si nasconde, si chiama Antisforos, nel corso, che fa sotto terra, viene detto Anos, da dove poi si fa rivedere fino al mare è nominato Anapos... ".
L'Anapo era discosto dall'antica abitazione della città un miglio ed un quarto. Plutarco in Dione: "... Anapum. qui ad urbe stadia abest decem".
Ed ancora Bruno Massa: "Secondo lo scoliaste di Teocrito, la vo¬ce greca Anapus, nell'idioma dei latini significa Sine Potu, nome appropriato a questo fiume per la sua poca acqua; ovvero si dice Anapus , a giudizio di questo scrittore, perchè non si può travalicare a piè".
Il nome potrebbe provenire dall'Acarnania dove un affluente del¬l'Acheloo si chiama Anapos (Tucidide II, 82).
L'ipotesi odierna e più accreditata è che il toponimo sia origina¬to dalla voce mediterranea Napa o Nepa, poi introdotta in lingua greca, con significato di corso d'acqua. Secondo alcuni linguisti la A antecedente non è privativa in quanto essa è frequente nelle voci del substrato linguistico, senza apportare alterazioni al significato.
Indubbiamente, nei secoli, la portata di questo fiume avrà subito notevoli variazioni (basti pensare ai disboscamenti operati a monte sugli altipiani, già fin dal periodo siceliota, a vantaggio delle colture cerealicole), purtuttavia fino alla metà del nostro secolo, le acque defluivano calme fino a Belfronte.
Da quando, nel 1951, fu messo in funzione lo sbarramento di alimentazione per l'impianto idroelettrico di Barraco, e dagli anni '60 in poi si incrementò la monocoltura ad agrumi, si può dire che in territorio siracusano l'Anapo ha un decorso torrentizio, rimanendo asciutto per dieci mesi l'anno.
Di tanto in tanto, lungo il letto asciutto, ci si imbatte in qualche piccola risorgiva di acque freatiche (i gurghi) ed è lì che tutt'intorno si formano delle stentate oasi di verde.
Nel medio tratto dell'Anapo sono scomparsi i tanto decantati platani. Niente più salici e tamerici, lecci e roverelle. Di tanto in tanto qualche pioppo e più alla marina un intensificarsi di frassini <ii8>.
Eppure Felice Berquelot, da buon osservatore, nella metà del 1800, andando da Sortino a Siracusa, annotò "La riva dell'Anapo, che seguiamo per recarci a Siracusa è deliziosa per la frescura e la ricca vegetazione che la rallegra".
(118) Aggiungo qui ulteriori dati sul bacino dell'Anapo (che risulta di kmq.235.43, escludendo il Cefalino) e sul suo andamento idrografico. Nell'alta valle le sorgenti principali emettono un totale di 1078 litri di acqua al sec. di cui l'acquedotto di Galerme ne preleva 250 per irrigare 501 are di terreno. Nella valutazione del decorso torrentizio, si deve considerare una media annuale di precipitazioni di 1000 nini di acqua, concentrata massimamente in 60 giorni fra novembre ed aprile. Le piogge torrenziali di breve durata possono precipitare fra i 70 e i I20mm di pioggia l'ora. Il 12/12/1931 la portata media ordinaria fu stimata in mc/sec. 161. Il 5/12/1927 la portata piena rilevata al ponte Diddino fu 311 mc/sec. Nella stessa data il ri¬levamento eseguito dopo l'incrocio dell'Anapo con vallone Cefalino davano in piena 440.55 me./sec. e nei giorni successivi, a regime ordinario mc/sec 215. Le arginature di bonifica ini¬ziano all'uscita della gola di Mitragliamele per continuare a tratti fino alla foce. In totale il bacino dell'Anapo con Cefalino. Fontana Mortilla e Ciane è di kmq.378.55. Il volume di precipitazione annua è calcolata mediamente in 504 milioni dime.. Il volume del¬l'acqua che potrebbe definire siili'Anapo dovrebbe essere di 146 milioni di metri cubi. Il vo¬lume di acqua assorbita dal suolo è calcolato in 358 milioni di metri cubi.